Le principali linee guida del Piano industriale della nascente Agenzia per il Tpl sono state illustrate dall'assessore Enrico Vesco nel corso di una riunione con le organizzazioni sindacali. SItuazione da monitorare, dopo i passi indietro delle due province ponentine
Sembrano tornare turbolente le acque intorno al Trasporto Pubblico Locale in Liguria e, in particolare, per quanto riguarda l’istituzione della nuova Agenzia Unica Regionale del Tpl, presentata dal governatore della Regione Liguria Claudio Burlando (qui l’approfondimento) in quei tumultuosi giorni di novembre che avevano bloccato la città di Genova.
Nei giorni scorsi dal salone di rappresentanza del Comune di Albenga sono arrivate come un macigno sulle coronarie di Vesco e Burlando i primi timidi passi indietro delle province di Savona e Imperia, dopo l’adesione formale avvenuta nelle prime settimane dell’anno (insieme a Genova e, ultima, La Spezia). Le due provincie chiedono sostanzialmente garanzie, quella dei presidenti Vaccarezza e Sappa è una provocazione politica che solleva dubbi, però, per quanto riguarda l’unione dei bacini provinciali del Tpl (con integrazione ferro-gomma) e l’incidenza delle istanze dei singoli territori e relativa ripartizione delle quote azionarie con la paura, per nulla celata, di uno strapotere genovese. “Si all’Agenzia, no a scatola chiusa” è nei fatti il messaggio lanciato da Angelo Vaccarezza, presidente della Provincia di Savona. La Regione ora dovrà adoperarsi per limare le posizioni delle varie realtà territoriali se si vogliono rispettare i tempi, ovvero costituzione dell’Agenzia in primavera e conseguente pubblicazione del bando di gara per l’assegnazione del contratto di servizio per il trasporto pubblico regionale entro il 2014.
A margine della seduta di Giunta, il governatore Burlando ha precisato che le garanzie sulla legge non possono più essere richieste in quanto già approvata “con il benestare anche di Cal (Consiglio Autonomia Locali, ndr) in rappresentanza di Comuni e Province”. Per quanto riguarda invece le quote azionarie “avevamo già raggiunto un’intesa”.
Le principali linee guida del Piano industriale 2014-2019 dell’Agenzia Tpl, illustrate dall’assessore regionale Enrico Vesco alle organizzazioni sindacali durante l’incontro del 28 gennaio, vengono così riassunte in una nota stampa diffusa nella giornata di oggi dai sindacati: “[…]Il Piano industriale comprende: il percorso, il soggetto giuridico, il recupero certo dell’IVA, la forma giuridica dell’Agenzia Regionale (Società per Azioni) partecipata dalla Regione e dagli Enti Locali con capitale interamente pubblico. Il CdA, composto da tre o cinque componenti (senza remunerazione) con poteri limitati rispetto ai soci. Le quote azionarie, 40% la Filse il restante 60% gli Enti locali aderenti, ripartite secondo il criterio dei Km di servizi effettuati. Gli enti hanno dato formale adesione tramite comunicazione scritta, entro i prossimi 90 giorni bisognerà completare l’iter previsto dalla legge regionale, i Consigli Comunali e Provinciali dovranno approvare le delibere in merito, l’approvazione da parte dei soci dello Statuto, dei patti para-sociali, le quote azionarie, il regolamento e firmare l’atto notarile, tutto ciò entro la metà di aprile. […] L’organico sarà composto da otto persone: un direttore, tre amministrativi, tre tecnici e una segretaria. Le risorse disponibili, 201,5 milioni di euro provenienti dal Fondo nazionale, 29 milioni dalla Regione Liguria, 47 milioni dagli Enti Locali per un totale di 277,5 milioni”.
Esiste dunque un margine minimo per rivedere alcuni aspetti riguardanti in particolare il discorso relativo alla ripartizione delle quote. Tuttavia, i segnali che giungono dalla Regione non lasciano trasparire ampi spazi di trattativa: “La battuta d’arresto che si è registrata sulla nascita dell’agenzia regionale dei trasporti – ha spiegato Vesco in una nota – è legata ad una presa di posizione imprevista da parte della due province che rimettono in discussione tutto il percorso, adducendo motivazioni frutto di una discussione passata, così come le accuse nei confronti di Genova e della sua azienda. Si tratta di una riforma sulla legge del trasporto fondamentale per la sua sopravvivenza, a cominciare dal recupero dell’Iva e di risorse aggiuntive, con l’obiettivo di dare stabilità al sistema, ai suoi occupati, agli occupati delle aziende e soprattutto ai diritti e alle aspettative dei cittadini sulla mobilità. Mettere in discussione il percorso ora significa non poter lasciare le cose invariate, ma mettere a rischio la stessa sopravvivenza delle aziende stesse e del sistema. Non dimentichiamo che la stessa RT di Imperia ha aperto da tempo la procedura per 43 licenziamenti, proprio per il passivo costante e pesante di bilancio e quindi non trova alternativa alla riduzione del personale”.