Nella nostra regione il 26% della popolazione maschile ed il 10% di quella femminile sono a rischio di sviluppare malattie dovute all'assunzione di alcolici
La Liguria è al quarto posto, tra le regioni italiane, per quanto riguarda i ricoveri dovuti all’alcol: si tratta di 203 persone ogni 100 mila abitanti, numeri che vedono la nosta regione piazzarsi dietro a Valle d’Aosta, Trentino e Friuli.
I dati non lasciano spazio a dubbi: in Liguria il 26% della popolazione maschile ed il 10% di quella femminile sono a rischio di sviluppare malattie dovute all’assunzione di alcolici.
«In una regione con 1 milione e 600 mila abitanti i numeri cominciano ad essere importanti», spiega il prof. Gianni Testino, Direttore del Reparto di Alcologia e Patologie Alcolcorrelate dell’ospedale San Martino e del Centro Alcologico Regionale, presentato ieri.
Il Centro diventerà il punto di riferimento per tutte le strutture del territorio da Ponente a Levante, instaurando un rapporto privilegiato con i vari Sert.
«L’alcol è il terzo fattore di rischio per mortalità e disabilità nella nostra regione – sottolinea Testino – ed in particolare tra i giovani l’abuso del bere è in costante crescita».
La Liguria, in merito al numero di bevitori fuori pasto, supera la media nazionale. Se infatti in Italia, mediamente, beve fuori pasto il 25% degli uomini ed il 7,3% delle donne, tra i cittadini liguri queste percentuali salgono rispettivamente al 39,2% ed al 15,2%.
La legge regionale che rende possibile l’istituzione del Centro, voluta fortemente da due consiglieri regionali che svolgono anche il mestiere di medico, Valter Ferrando e Stefano Quaini, permetterà di mettere a sistema tutti gli interventi e fare rete grazie alla presenza concreta delle associazioni di auto-mutuo-aiuto e dei familiari.
«Fondamentale risulta l’attività di sensibilizzazione della popolazione e soprattutto dei più giovani sui rischi della salute provocati dall’uso di alcol – commentano Ferrando e Quaini – Occorre mettere in rete tutte quelle figure che ogni giorno combattono l’alcol. La vera novità sta nell’aver inserito le realtà associative come parte attiva ed importante del progetto. E altro elemento da sottolineare, le associazioni entrano a far parte anche del Comitato d’indirizzo, come stabilito dalla legge regionale. Questo perchè è necessario avere uno sportello in grado di attirare chi cerca aiuto per risolvere i suoi problemi legati all’uso di alcolici».
Matteo Quadrone