Arrosto amaro per i soliti noti, cittadini e pensionati a reddito medio - basso, i soldi sono stati recuperati là dove era più semplice ed immediato recuperarli
Tanto fumo, arrosto amaro per i soliti noti, tartassati e tassati, cittadini, quelli normali dai più poveri, che vedi rovistare tra i cassonetti dei mercati di quartiere, a quelli un po’ più ricchi ovvero con una vita dignitosa ma che, certamente, non nascondono i loro tesori nelle banche svizzere o possono usufruire dei mille cavilli legali, quali società di comodo, per continuare a perpetrare, indisturbati, i loro lucrosi traffici.
Tanto fumo, per mascherare dietro un fiume di parole quello che nessuno vuole confessare apertamente ma che non può nascondere: i soldi per la manovra “salva-Italia” sono stati presi là dove era più facile reperirli immediatamente, alla faccia dell’equità.
Arrosto amaro per i pensionati di reddito medio-basso che si vedono “rubare” il frutto del loro lavoro, già ampiamente tassato alla fonte, a cui dovranno aggiungere l’ICI, se hanno la sfortuna di possedere la casa, il rincaro del cibo quotidiano per un aumento a pioggia dovuto a benzina ed IVA, aumenti dei servizi ect. etc. Giusto per la cronaca, ricordiamo che l’adeguamento delle pensioni non viene calcolato sul 100% dell’aumento del costo della vita ma solo sul 30%. Dov’è l’equità?
L’equità andrebbe ricercata, ad esempio, in quei 5,5 miliardi di euro di buonuscita dati a Cosentino che sono una vergogna incommensurabile degna di una rivolta di piazza come avvenuta in Islanda, qualche tempo fa. Queste cifre da capogiro di cui dispongono una folta schiera di managers, faccendieri, trafficanti e, riccastri di ogni sorta e che non sono spendibili nell’arco di un’intera vita, come possono essere dimenticate o “glissate” dai vari esponenti della vita pubblica quando si confrontano con stipendi o pensioni che variano medialmente tra i 3000 (i più fortunati) e i 500 euro?
Arrosto amaro anche per i piccoli proprietari da quelli che hanno la casa in cui vivono, acquistata con mille sacrifici o che ancorano stanno pagando con mutui da salasso, a quelli che ne possiedono una seconda, magari un’eredità dei genitori defunti, sulle quali già gravano pesanti oneri legati a spese di amministrazione ordinarie e straordinarie, balzelli di ogni genere per adeguamenti in materia di sicurezza (giusti) o per “fantasie” atte a far cassa (ricordo l’incredibile tassa sull’acqua piovana).
Chi ha una seconda casa deve fare i conti, talvolta, con affittuari morosi con l’aggiunta dell’incredibile beffa che lo stato continua a richiede contributi su un affitto non percepito. La vuoi vendere? Impossibile, non ci sono le risorse economiche per portafogli “normali”. Una seconda casa, talora, lungi dall’essere un lusso si rivela una fonte di ulteriori aggravi su un bilancio via via più modesto, a meno che non parliamo del castello di Portofino che di acquirenti ne avrebbe una lunga fila tra i soliti “ignoti” al fisco italiano.
Cosa diversa sono i grandi patrimoni immobiliari fonti di speculazioni che fanno lievitare costi e guadagni. La rabbia nasce spontanea, anche, tra coloro che si vedono allungare la vita lavorativa di 5-6 anni, in un solo colpo, a fronte di baby pensionati che, da anni, percepiscono un emolumento non propriamente guadagnato.
Di chi la colpa? In Islanda, stabilito che il dolo era stato perpetrato dalle banche, si è stabilito che queste dovessero pagare per il loro incauto comportamento. In questo caso, poiché sono stati i politici, azzeriamo i loro privilegi e abbassiamo gli stipendi che sono analoghi a quelli di un magistrato a fine carriera (più vari ricchi incentivi): la solita vergogna se paragonata a una pensione minima.
Analogamente si potrebbe andare a pescare su stipendi incommentabili come quelli di certi professionisti della televisione o dello sport ma qualcuno si ricorda quello che è successo, recentemente, quando si voleva fare pagare un po’ più di tasse ai calciatori? Mai toccare i privilegi delle varie caste!
“Questa è una manovra di stampo ragionieristico, voi siete andati a prendere i soldi lì dove era più facile prenderli, dove c’erano sui grandi numeri minori capacità di reazioni, da quella parte del Paese meno capace di interdizione rispetto alle azioni del governo” mi permetto di rubare questo amaro ma veritiero commento di un politico, di cui non è importante l’ideologia, ma che riassume in pieno la percezione di iniquità che emerge da queste misure fiscali che, se pur fatte per la necessità di uno stato, rischiano di fare una” strage” dei suoi abitanti.
Adriana Morando