Abbiamo già approfondito il delicato tema della gestione degli impianti sportivi comunali, un sistema che necessita cambiamenti radicali. Anche la concessione di Villa Gentile, fiore all'occhiello, presenta problematiche che dovranno essere risolte dall'avvocatura
Due anni per riaprire un cancello. Potrebbe essere sintetizzato così l’oggetto del contendere tra il Comitato cittadino Difesa di Sturla e la società Quadrifoglio che ha in gestione l’impianto sportivo di Villa Gentile con annessi alcuni spazi circostanti, tra cui i giardini pubblici che costeggiano la zona sud della pista di atletica. Ed è proprio la chiusura un po’ arbitraria di tre dei quattro accessi all’impianto ad aver scatenato i cittadini del quartiere che hanno raccolto oltre mille firme per chiederne la riapertura. I cancelli in questione sono quelli di via dei Mille e via Era che consentirebbero l’ingresso diretto ai giardini e che sono stati chiusi dalla società concessionaria del bene (vinto con gara pubblica nel 2011 e assegnato nel luglio 2012) per motivi di sicurezza, in attesa del completamento della riqualificazione dell’area.
«Villa Gentile – ricorda l’assessore allo Sport, Pino Boero, introducendo il sopralluogo dei Consiglieri comunali alla struttura – è entrata pienamente nelle competenze del Comune dal primo aprile. Prima di quella data il complesso era di competenza di Sportingenova ma già da due anni erano sorti i problemi relativi alla gestione del giardino». Nel passato ciclo amministrativo, infatti, il presidente del Municipio IX Levante, Franco Carleo (all’epoca Pdl), aveva chiesto che all’interno del bando di concessione dell’impianto sportivo venisse aggiunto anche il giardino pubblico perché l’amministrazione non era in grado di farsi carico dei necessari interventi di manutenzione, pulizia e guardianaggio. «Nel momento in cui Quadrifoglio ha cominciato a bonificare le struttura – prosegue Boero – i cittadini si sarebbero aspettati l’apertura dei giardini anche da via Era e via dei Mille. Ma così al momento non è. E l’equivoco è nato dal fatto che si parla di un giardino pubblico all’interno di una struttura che è stata data in concessione. Da parte nostra – prosegue l’assessore – senza dover necessariamente arrivare a un contezioso legale che potrebbe rimettere in discussione non solo questo tipo di concessione ma quella di molti altri impianti sportivi cittadini, ci auguriamo che possa essere trovata al più presto una soluzione per restituire pienamente lo spazio al quartiere già a partire da questa estate».
Secondo quanto previsto dal progetto risalente al 2011 i giardini dovrebbero essere organizzati in modo tale da ospitare bambini, ragazzi e anziani offrendo diversi servizi. “Ogni intervento – è specificato nei documenti – tende a essere il meno invasivo possibile, sfruttando le strutture e le pavimentazioni già esistenti. Il chiosco bar in struttura prefabbricata sarà posato su una delle piazzette preesistenti. Lo spazio verde intorno viene utilizzato per posizionare tavoli e sedie. Una porzione di prato è destinata alla realizzazione di una pista di bocciofila […] il resto delle aree verdi sono destinate ai bambini”. Inoltre, viene previsto l’allestimento di pareti attrezzate per l’arrampicata sportiva sui muri di cemento armato che già delimitano gli spazi della struttura. Una serie di interventi ben dettagliata ma non particolarmente complessa che la stessa società Quadrifoglio annunciava nel 2012 sul proprio sito parlando di “un aspetto innovativo” che si sarebbe aggiunto al progetto di riqualificazione di Villa Gentile. “Unitamente all’impianto sportivo – si legge in un lungo comunicato stampa risalente al marzo di due anni fa – viene assegnato anche il parco pubblico contiguo alla pista di atletica, con il precipuo scopo di riqualificare tale spazio sia da un punto di vista ambientale, ma soprattutto sul piano sociale e umano. Lo spazio del giardino pubblico, nel nostro progetto di gestione, diventerà un tutt’uno con la pista da cui sarà direttamente accessibile”.
Un’intenzione che al momento sembra essere rimasta solo sulla carta. Vero è che i giardini sono stati ripuliti – anche se gli alberi dal fusto più alto avrebbero necessità ancora di qualche cura – ma la chiusura dei tre accessi diretti rendono la zona sostanzialmente inarrivabile. Secondo i residenti, addirittura chi prova a passare dall’unico ingresso sul fronte opposto della struttura per raggiungere il parco pubblico verrebbe bloccato per non intralciare gli allenamenti sulla pista che, per forza di cose, deve essere costeggiata. Quadrifoglio, invece, sostiene che l’accesso sia libero e motiva la chiusura degli atri tre cancelli per questioni di sicurezza.
La verità, come spesso accade, probabilmente sta nel mezzo. Il parco sarebbe anche aperto ma nessuno ci va perché il percorso per raggiungerlo dissuaderebbe anche i più volenterosi. Un residente in piazza Sturla, infatti, dovrebbe risalire tutta via Era, entrare dall’ingresso atleti e costeggiare un’intera corsia della pista prima di giungere ai giardini: risultato, poco meno di un chilometro di percorso. «Questi accessi sono stati chiusi – spiegano i responsabili di Quadrifoglio – perché nonostante i quattro dipendenti che abbiamo a servizio della struttura non riusciamo a tenere sotto controllo l’ingresso ai giardini dal momento che non sono nettamente separati dalla pista». In realtà, una barriera di separazione tra la pista di atletica e gli spazi pubblici, seppur naturale, in origine esisteva: si trattava di un aiuola alta circa 2 metri, con alcuni pitosfori che la società concessionaria del bene ha asportato assieme alla recinzione che teneva in piedi il verde. L’intervento, che non è ancora chiaro se sia stato autorizzato o meno dagli uffici comunali, è stato compiuto proprio con l’intenzione di creare continuità tra i due spazi e, a livello progettuale, prevedrebbe l’installazione di due rampe di collegamento tra i giardini e la pista in modo da creare, da un lato, un anello esterno per il riscaldamento degli atleti, dall’altro, un accesso immediato e sicuro al parco che attualmente è possibile solo scavalcando un muretto che, nella parte più bassa è comunque meno esteso di un gradino.
«Avevamo anche già stanziato le somme per farci carico noi della realizzazione di quest’opera – spiega l’assessore municipale Michele Raffaelli – ma la società ha nicchiato. Ora però non è più possibile aspettare. Bisogna aprire anche i cancelli chiusi affinché si possa godere dell’impianto e del giardino in maniera adeguata e in sicurezza. In una prima fase di sperimentazione, finché non si realizza la passerella e non viene ripristinata la rete di suddivisione degli spazi, possiamo anche aprire il giardino solo negli orari di servizio dell’impianto sportivo. Poi, eventualmente, apporteremo i necessari correttivi». In proposito, il Municipio sta cercando anche di chiudere un accordo con i Carabinieri in pensione per assicurare un servizio di presidio anche nelle ore più scomode.
Quadrifoglio, però, ritiene che a fronte dei contributi elargiti da Tursi (27500 euro il primo anno, fino a un massimo di 40 mila euro all’anno per tutta la restante durata della concessione che scade a giugno 2029 e richiede un canone irrisorio di 2240 euro ogni 12 mesi) e degli investimenti sostenuti dalla società (nel 2012 si parlava di 350 mila euro) l’onere di sorveglianza anche sul giardino sia eccessivo e, soprattutto, che il contratto non sia così chiaro sulla necessità che l’area verde resti di funzione pubblica.
La società si è resa in ogni caso disponibile a restituire i giardini al Comune, che grazie alla concessione risparmia circa 650 mila euro all’anno rispetto a quando Villa Gentile era gestita direttamente da Sportingenova: «Siamo assolutamente convinti che la cittadinanza debba avere il miglior servizio possibile – affermano i concessionari – e se questo non potessimo assicurarlo noi è corretto che il Comune si riprenda i giardini e ci scarichi però della parte di manutenzione che è comunque faticosa e onerosa». Una situazione che se si dovesse verificare porterebbe, però, inevitabilmente all’aumento del canone a carico di Quadrifoglio o quantomeno alla diminuzione dei contributi pubblici.
La questione ora verrà approfondita dall’avvocatura e dagli uffici tecnici del Comune e la speranza è che nel giro di un mese possa essere riconvocata una Commissione che possa dirimere definitivamente tutti i nodi.
Altro aspetto che interessa direttamente i giardini e per cui è assolutamente necessario il ripristino di una condizione di sicurezza riguarda le vie di fuga dei quattro istituti scolastici che si affacciano su Villa Gentile. Nel piano di evacuazione originale, infatti, è prevista proprio il deflusso di alunni, docenti e personale attraverso i giardini ed eventualmente l’impianto sportivo. Attualmente bambini e ragazzi, invece, devono trovare rifugio nei locali della parrocchia situata sul lato opposto della strada, con un possibile rischio per l’attraversamento. Secondo quanto assicurato dal Municipio, questo capitolo dovrebbe essere sistemato entro l’estate: «È già tutto pronto per predisporre due maniglioni antipanico che verranno bloccati e sbloccati dal personale scolastico alla sera e al mattino – dice Raffaelli – ma per consentire il deflusso prima nel giardino e poi nel campo è necessario che Quadrifoglio metta in sicurezza tutto il percorso, magari ripristinando la recinzione che è stata rimossa».
Ma la contesa tra cittadini e Quadrifoglio non riguarda solo il giardino. C’è, infatti, un altro punto delicato che necessita di un intervento dell’avvocatura di Tursi e interessa la gestione di un parcheggio pubblico lungo via Era anch’esso inserito tra i beni previsti dalla concessione. In passato, questa ventina di stalli era utilizzata sia come parcheggio del campo e punto sopraelevato di osservazione nelle giornate di gara sia dai residenti del quartiere. Adesso lo spazio è stato privatizzato, chiuso con apposito cancello e affittato ai palazzi circostanti: un introito sicuramente prezioso per i concessionari, resta da capire però quanto legittimo.
Simone D’Ambrosio