Rifiuti organici causano cattivi odori e attirano topi e insetti. Ecco nel dettaglio gli interventi effettuati dalla pubblica amministrazione nella speranza di migliorare la vivibilità della zona
Il mercato ortofrutticolo di piazza Scio, nel cuore della Foce a due passi da Piazza Palermo, torna a far parlare di sé. Solo pochi mesi fa (settembre 2012) residenti e commercianti della zona hanno fatto sentire le loro voci, protestando contro la sporcizia e il degrado che si accumula ogni giorno alla chiusura del mercato coperto: cassette vuote, resti di frutta e verdura abbandonati, cattivi odori, insetti e topi hanno spinto all’esasperazione collettiva.
A detta dei cittadini della Foce, i cassonetti sempre straripanti e il rumore del compattatore per lo smaltimento dei rifiuti rendono impossibile la convivenza tra gli operatori del mercato e il resto della cittadinanza. Questa “guerra civile” si è inasprita nei mesi: i residenti, stanchi, hanno cercato più volte l’intervento di vigili e carabinieri per riportare un po’ ordine nel quartiere, mentre gli operatori del mercato, dalla loro, sentendosi attaccati, hanno diffuso volantini in cui rivendicavano il monopolio dei cassonetti dell’area di piazza Scio, impedendone l’uso agli “esterni”. La situazione di tensione era stata denunciata a Palazzo Tursi, cui la cittadinanza aveva lanciato l’appello ad intervenire.
Com’è la situazione oggi? Siamo andati in piazza Scio per testare gli umori, a distanza di pochi mesi dalle polemiche. Ancora ben palpabile il malcontento nella zona di via Trebisonda, cui fa da contraltare una sostanziale ignoranza del problema sul versante di piazza Palermo e via Pisacane, sul lato anteriore della struttura mercatale. Il discrimine è dato dal fatto che su via Trebisonda, appunto, si trovano l’ingresso principale del mercato ortofrutticolo (con annesso viavai di camion e furgoni degli ambulanti), il rumoroso compattatore per lo smaltimento e i cassonetti per la raccolta dei rifiuti. Al contrario, nella più centrale piazza Palermo, da poco rimessa a nuovo, la percezione del problema è quasi del tutto assente: i commercianti, interpellati, negano addirittura di aver mai sentito parlare di proteste da parte dei colleghi di via Trebisonda e l’unico mercato di cui sembrano seguire le vicende è quello che il lunedì e il giovedì viene allestito in piazza Palermo… Particolarità, queste, tutte genovesi.
Ma veniamo al dunque, qual è stata la risposta di Palazzo Tursi? Nel quartiere, ci raccontano che nel corso di questi mesi si sono fatti vedere delegati municipali, che hanno voluto essere presenti in loco per valutare la gravità della situazione. Il vicepresidente del Municipio VIII Gianluca Manetta, assessore all’assetto del territorio, viabilità e interventi manutentivi, assicura che importanti misure per la riqualifica di piazza Scio sono già state adottate, e spiega: «Dopo le segnalazioni dei cittadini, alcuni delegati comunali con una squadra di tecnici e specialisti si sono recati in piazza Scio, per una panoramica. Il problema, sostanzialmente, era che i rifiuti -organici e non- non venivano smaltiti in modo abbastanza tempestivo. Dopo il sopralluogo e l’incontro di coordinamento tra rappresentanti del Municipio VIII e responsabili Amiu., abbiamo deciso che era necessario incrementare l’azione di pulizia nella zona da parte di Ma.Ris., la coop sociale a partecipazione privata che si è aggiudicata l’appalto di gestione del servizio di pulizia e manutenzione del mercato della Foce, con intensificazione particolare durante i mesi estivi». Nello specifico, le nuove misure adottate dall’amministrazione sono le seguenti:
– smaltimento dei rifiuti non-organici (cassette di legno, cartone, carta da imballaggi, ecc.) una volta a settimana e di quelli organici a giorni alterni;
– lavaggio dei cassoni per la raccolta dei due diversi tipi di rifiuti una volta ogni dieci giorni nel periodo invernale e una volta a settimana durante l’estate;
– aggiunta di enzimi di riduzione dei rifiuti all’interno dei cassoni di raccolta dei rifiuti organici, per l’eliminazione di eventuali residui e l’impedimento del proliferare di muffe, germi, batteri di varia natura;
– lavaggio delle piattaforme su cui sono posizionati i cassoni di raccolta dei rifiuti una volta a settimana, al mercoledì;
– pulizia della zona tramite impiego del servizio di autospurgo una volta al mese.
«Il vero problema» continua Manetta, «è che abitanti e commercianti, che lamentano la situazione di degrado, continuano ad usufruire dei cassoni –in realtà riservati ai soli operatori del mercato- rifiutandosi di comprendere che essi non sono appannaggio pubblico e incrementando le difficoltà degli addetti alla pulizia». Staremo a vedere se gli interventi opera dell’amministrazione riusciranno a dare i risultati sperati, favorendo la convivenza nel quartiere in un clima di distensione generale.
Pensare che quello di piazza Scio è un fiore all’occhiello per il commercio genovese, recentemente distintosi (giugno 2012) per la convenienza dei prodotti che offre e il buon rapporto qualità-prezzo. In quel caso, in particolare, le rilevazioni di Federconsumatori avevano decretato che in piazza Scio gli acquisti costano di meno: il mercato ortofrutticolo coperto della Foce aveva sbaragliato i concorrenti (Mercato Orientale di via XX Settembre, mercato coperto di via Dondero a Sampierdarena e quello di piazza Romagnosi a Marassi) e, per undici prodotti su un totale di ventitré, si era aggiudicato il “miglior prezzo in città”.
Elettra Antognetti