Una bocciatura che ha del clamoroso anche se - come anticipato a settembre dall'inchiesta di Era Superba - il progetto mini scolmatore palesava sin dal primo momento problematiche non certo di secondo piano
Il progetto per il mini scolmatore del Fereggiano è stato bocciato dal Consiglio Nazionale dei Lavori Pubblici. Questa la notizia circolata già nei giorni scorsi e confermata da 64 pagine di osservazioni (qui il pdf completo) che ufficializzano un parere tecnico il cui esito negativo era prevedibile già qualche mese fa, nonostante la presentazione in pompa magna del progetto (qui l’inchiesta di Era Superba di settembre che anticipava le problematiche relative al mini scolmatore).
L’Assemblea sottolinea nel documento innanzitutto l’incompatibilità della definizione di “1 Lotto dello Scolmatore del Bisagno” con il progetto del mini scolmatore: “Il progetto presentato, per le soluzioni adottate, prevede una configurazione di opere con variazioni rispetto all’originario progetto generale; pertanto rappresenta un progetto a sé stante, anziché costituire il 1 Lotto del progetto definitivo (dello Scolmatore del Bisagno)”, si legge nel documento. Le osservazioni del Consiglio si soffermano poi sia sugli aspetti idrologici che su quelli idraulici, ma anche quelli legati alla copertura finanziaria, oltre agli ambientali, urbanistici, impiantistici ecc.
In particolare viene richiesto l’aggiornamento dello studio idrologico fermo a oltre trent’anni fa, evidenziando che: “La portata di dimensionamento dell’opera è stata definita in maniera convenzionale senza sviluppare un apposito studio idrologico riferito ai bacini idrografici di interesse.” E ancora: “Essendo basate su serie idrologiche aggiornate alla fine del secolo scorso, le stime del tempo di ritorno della portata di progetto definiscono probabilmente in modo non sufficientemente preciso il rischio residuo di inondazione per incapacità dell’opera di scolmo di convogliare la portata in arrivo da monte”.
Una delle critiche è quella di non aver preso in esame eventuali soluzioni alternative prima di sviluppare il progetto definitivo: “[…] l’Assemblea rileva che il criterio guida, che ha condizionato il progetto in esame ed il piano degli interventi, è riconducibile alla ristretta disponibilità delle forme e fonti di finanziamento. Peraltro, la soluzione sviluppata dal Progetto Definitivo in esame non è stata selezionata tra diverse alternative, ma piuttosto è stata ritenuta l’unica realizzabile con il finanziamento disponibile, senza supportare la soluzione prescelta con una sommaria stima economica del costo di una soluzione diversa che non prevedesse quale condizione il reimpiego della tratta di galleria esistente, con una galleria unica, sia per il Fereggiano – Rovare – Noce, che per il Bisagno”.
Osservazioni tecniche specifiche, inoltre, per quanto riguarda il funzionamento della galleria Fereggiano; lo sbocco a mare e gli accessi per la manutenzione; le opere di presa e le vasche di dissipazione al sotto dei pozzi a vertice.
“Come insieme di associazioni e comitati – si legge in una nota congiunta diffusa da WWF Genova, Associazione Amici di Ponte Carrega, Comitato Protezione Bosco Pelato, Associazione Vivere in Collina Quezzi, Comitato NoCementificazione Terralba Genova – abbiamo cercato di indicare strade diverse con il nostro evento dello scorso 8 e 9 Novembre ed in particolare durante il convegno a Palazzo Ducale abbiamo proposto un’idea progettuale alternativa allo scolmatore del Fereggiano, bellamente accantonata dagli assessori presenti seppur ritenuta interessante da uno dei Professori intervenuti. L’assessore Garotta ha detto che si applicava il Piano di Bacino in quanto era il primo lotto dello scolmatore del Bisagno, mentre l’assessore Crivello ha detto che c’erano da prendere i soldi del “Piano Città” grazie a questo progetto definitivo”.