In Vico Bottai la proposta per la costruzione di un Museo dei Cereali interattivo e fornito di area ristoro, da integrarsi al sistema museale Porto Antico e al progetto di Renzo Piano per la riqualifica delle storiche Mura di Malapaga
Un Museo dei Cereali –o meglio, della Birra, della Focaccia e della Città di Genova- all’interno dello storico magazzino di Vico Bottai 6r, nel quartiere del Molo. Un progetto ambizioso, con tanto di area ristoro e cortile esterno nell’adiacente piazzetta Paolo De Luca, che bene si integra sia al sistema museale del Porto Antico, sia al progetto di Renzo Piano per la creazione di un percorso litoraneo che unisca il Levante al Ponente genovese. È questa l’idea di Giuseppe Iose Varlese (proprietario del magazzino, nonché ex gestore del Teatro Hop Altrove e produttore della birra Bryton) che, con l’aiuto degli architetti dello studio OBR – Open Building Research – di Salita San Matteo, ha pensato a una proposta di ampio respiro per il rilancio dell’intero quartiere. Fino ad ora, il progetto è ancora “work in progress”: avviato nel settembre-ottobre 2012, il lavoro ha subito un primo arresto a causa della mancanza di investitori, anche se le trattative con diversi soggetti interessati (l’ultimo, di due settimane fa) non si sono mai fermate. Con l’aiuto del proprietario e dell’architetto Michele Renzini, Senior Associate di OBR, vediamo di cosa si tratta.
Il progetto, come detto, consiste nella trasformazione del magazzino di Vico Bottai 6 r in museo interattivo e spazio ristoro. All’interno, un’articolazione su due piani, grazie all’inserimento di soppalchi: al piano inferiore, il museo vero e proprio; al piano superiore, uno spazio adibito a bookshop e vendita di gadget, e un bar. Il museo al piano terra strutturato in modo didattico e ludico insieme, e dotato di: uno spazio expo; macchinari per la lavorazione di grano, cereali e diverse farine; attrezzature per la cottura della focaccia e la produzione di birra artigianale, da fare assaggiare ai visitatori e da servire ai clienti dello spazio ristoro; tavoli e sedie che, oltre alla loro funzione d’uso, serviranno anche da elementi espositivi e come arredo museale. Al piano superiore, invece, l’area per lo shopping e il relax, con possibilità di ristoro in un bar-ristorante che si affaccia all’esterno su Piazza De Luca. A sua volta, nei giardini della piazza trovano spazio tavoli, panche e altri arredi, a riprendere il leitmotiv del progetto mediante l’inserimento di una vegetazione consona (grano, cereali) e panche in pietra a forma di parallelepipedo. La proposta gioca sull’alternanza di livelli e prevede due ingressi: uno da Vico Bottai, che consente l’accesso allo spazio expo del piano inferiore; uno dai giardini di Piazza De Luca, che affaccia direttamente sul piano superiore, nella zona bar e bookshop. Anche la ristrutturazione del magazzino –come quella dei giardini- vuole essere effettuata nel rispetto della struttura originaria, con l’utilizzo di mattoni, acciaio e legno. Ci spiega l’architetto: «Il museo si propone come uno spazio interattivo in cui, oltre alla consueta visita, si possano anche degustare i prodotti presentati: i visitatori potranno produrre e poi degustare birra e focaccia. Inoltre, accanto a questo museo ludico-didattico, un vero e proprio locale per la ristorazione, autonomo e svincolato dal resto della struttura».
Di origine medievale (‘400-‘500), l’ampio magazzino di Vico Bottai è sito in una zona densa di costruzioni che risalgono alla stessa epoca (si pensi a quelli del limitrofo Vico Palla) e che nel corso degli anni sono stati utilizzati in funzione della vita portuale. Tutte le attività del quartiere giravano attorno al Molo Vecchio, rispondendo alle esigenze degli operai che vi lavoravano e risiedevano in quella zona: nel reticolato urbano tra Porta Siberia (o Cibaria, com’era chiamata in origine) e Corso Maurizio Quadrio, gli edifici, ampi e spaziosi, sono stati usati come depositi per le derrate alimentari (cereali, nel caso del magazzino di Vico Bottai, sale nel caso di Palazzo Verde, ecc.) che giungevano e dipartivano dal porto genovese. In un’ottica di ritorno alle antiche tradizioni e ripristino in chiave moderna delle funzioni originarie di questi magazzini, nasce il progetto del Museo dei Cereali. Inizialmente pensato per essere inserito nel sistema museale del Porto Antico (che oggi già comprende: Galata – Museo del Mare, Museo Nazionale dell’Antartide, ARMUS – Archivio Museo della Stampa, Porta Siberia – Museo Luzzati, Science Expo Center, Magazzini dell’Abbondanza), l’iniziativa ha assunto dimensioni sempre più importanti e si è ampliata oltre le iniziali previsioni. L’idea è quella di un recupero a 360 gradi del quartiere e, come ci spiega l’architetto Renzini, partendo dall’edificazione del Museo, ci sono i presupposti per creare un percorso insieme ad Acquario di Genova, Bigo e Biosfera, che richiami visitatori e permetta –con un unico biglietto cumulativo- di visitare i diversi poli museali della zona. Un progetto che, oltre la creazione del museo in sé, senza dubbio contribuirebbe notevolmente a rilanciare il turismo e l’economia del Porto Antico. Inoltre, anche un collegamento con il progetto di Renzo Piano, che prevede la creazione di tre grandi parchi –a Voltri, a Multedo e Sestri, al Molo- per la formazione di una cintura verde tra la città e il mare. In particolare, l’idea di Piano è quella di una riqualifica generale del litorale genovese che, seguendo il percorso delle antiche Mura di Malapaga, colleghi il Ponente al Levante e termini in pieno centro cittadino, nell’area tra la Fiera del Mare e i Magazzini dell’Abbondanza. L’edificazione del Museo dei Cereali si inserirebbe perfettamente in questo contesto urbanistico, grazie alla sua collocazione a ridosso delle Mura. Proprio al di sotto delle storiche fortificazioni, infatti, si apre piazzetta De Luca che, nonostante sia stata da poco ristrutturata dall’amministrazione comunale e dotata di spazio verde, arredi urbani e area gioco, risulta degradata e inaccessibile. L’idea di inglobare al progetto del Museo anche i giardini della Piazza servirebbe a renderli di nuovo accessibili e fruibili dalla cittadinanza. «È mia intenzione -dice Varlese- creare una sinergia tra comitato di quartiere, Comune di Genova e altri enti coinvolti, in modo da rispettare le esigenze di tutte le parti interessate e offrire allo stesso tempo un servizio in grado di migliorare quest’area urbana».
Elettra Antognetti