Qual è lo stato di salute dei musei genovesi? Nel complesso si registra un incremento del 18%, ma è necessario approfondire ogni singolo dato per avere il quadro generale. Il confronto con le città d'arte italiane è ancora impietoso, tuttavia non mancano segnali positivi
I musei di Genova godono di buona salute? Attraggono il pubblico genovese e i turisti, e quanto ci costano? In una città che può vivere in gran parte di turismo e cultura, queste sono domande importanti. Dal Comune di Genova e dall’Assessore alla Cultura e al Turismo Carla Sibilla, giorni fa sono arrivate parole confortanti: i Musei civici del capoluogo sono in crescita e nel 2013 si è registrato un incremento di visitatori del 18%. Un dato positivo, soprattutto in considerazione del periodo non troppo florido che stanno attraversando le iniziative artistiche, i musei e tutto quello che ha a che fare con la cultura. Le previsioni, assicurano da Tursi, sono rosee anche per il biennio 2014-2015: si parla di investimenti sulle strutture, nuove mostre (di recente la notizia di quella a Palazzo Ducale dedicata a Frida Kahlo nell’autunno 2014, che prima sarà alle Scuderie del Quirinale di Roma), collaborazione con Milano in previsione di Expo 2015.
“L’offerta museale genovese è ricca e articolata e l’Amministrazione Civica sta puntando con sempre maggior convinzione sulla promozione, nazionale e internazionale, del patrimonio culturale di una città che sempre di più – dopo il riconoscimento per Le Strade Nuove e il sistema dei Palazzi dei Rolli di patrimonio dell’umanità UNESCO – si sta affermando come città d’arte”, si legge nel comunicato diffuso dall’Ufficio Stampa del Comune. Parole ben accolte dai cittadini, che di solito lamentano la scarsa attenzione di Tursi alla promozione turistica. Ma, nei fatti, quanto è vicina Genova allo status di città d’arte?
Nonostante gli entusiasmi, infatti, la situazione non è così rosea: certo, l’incremento c’è stato, ed è rilevante, ma l’affluenza di visitatori per ciascun museo è ancora bassa, soprattutto se paragonata alle altre città d’arte italiane. Molti musei soffrono ancora della scarsa affluenza di pubblico e della poca promozione. Certo, un fatto fisiologico in ogni città: alcuni poli sono più frequentati e soffrono meno (vuoi per la posizione più fortunata, per il patrimonio più prestigioso, per le mostre temporanee particolarmente accattivanti), altri sono più in difficoltà. Anche a Genova, naturalmente, si registrano squilibri: l’attività di certi musei langue e viene da chiedersi se vale la pena mantenerli in vita e quali strategie attuare per rilanciarli.
Vediamo nel dettaglio quali sono stati gli aumenti per il 2013. Sono state raggiunte le 600 mila presenze annuali (precisamente 637.637), +18% rispetto al 2012.
Dai dati si evince che il polo più frequentato è quello composto dal complesso Galata Museo del Mare e Commenda di Prè, con circa 204 mila persone, in leggera flessione rispetto al 2012. Si conti che la cifra è da spalmare sui due musei, che fanno parte della stessa rete. La grande affluenza è motivata, oltre che dall’attrattiva che esercita un museo del mare a Genova (con l’affresco di Renzo Piano e relativo archivio, la terrazza panoramica MIRA Genova e il sommergibile Nazario Sauro), anche dalle molte iniziative e mostre che si sono svolte nel 2013: una su tutte, il Festival della Scienza, che per circa 10 giorni ha contribuito a portare un gran numero di visitatori e a far conoscere i due musei. Il Galata vanta inoltre due primati: più grande museo marittimo del Mediterraneo, e più visitato della Liguria.
In generale, si può dedurre che gli introiti siano stati buoni: il prezzo pieno del biglietto per il Galata costa tra i 12 e i 17 euro per il solo museo, arrivando fino a un massimo di 45 con l’inclusione del pacchetto Acquario Village. Prezzi troppo alti? Forse sì, ma i visitatori non sembrano desistere per questo: sono un buon numero, soprattutto se si conta che il museo da novembre a febbraio è aperto solo 4 giorni. Nei biglietti cumulativi, anche il pacchetto Galata-Castello d’Albertis: un modo per incentivare una struttura poco pubblicizzata, che soffre della posizione fuori dal centro e per cui da anni già si parlava di creare un filo diretto con il Mu.Ma. La Commenda (biglietti 3-5 euro) invece conta di certo un numero molto inferiore di presenze, ma la sua offerta è stata incrementata nel corso degli ultimi anni (convegni, mostre, concerti, visite guidate). Nonostante questo, alcuni continuano a ignorarne la presenza e la Commenda soffre delle problematiche legate al Sestiere di Prè.
2012 – 2013: INCREMENTI E DECREMENTI
L’incremento generale del 18% nel 2013 comprende sia i visitatori paganti che non paganti.
Incrementi*:Museo dell’Accademia Ligustica: +82%;
Museo di Sant’Agostino: +52%;
Musei di Strada Nuova: +42%;
Commenda di Prè: +32%;
Palazzo Spinola: +21%;
Museo di Storia naturale: +16%;
Palazzo Reale: +15%;
Museo di Arte contemporanea di Villa Croce: +12%.
Decrementi*:Chiossone: -23%;
Musei di Nervi: -5%;
Castello D’Albertis: -5%;
Musei del Ponente: -1%;
Mu.Ma.: -0,5%.Percentuali dei visitatori paganti*:
Galleria d’Arte Moderna di Nervi: 77%;
Galata Museo del Mare: 74%;
Wolfsoniana: 67%;
Museo di Sant’Agostino: 53%.[*Dati arrotondati]
Seguono i Musei di Strada Nuova che, con un incremento di oltre il 42%, superano quota 129 mila visitatori, grazie alle tante iniziative che ospitano (ad esempio Genova In Blu) e alla forte presenza di turisti soprattutto stranieri. Infatti, diceva a Era Superba l’Assessore Sibilla già un anno fa che «buona parte del turismo estero è culturale e in particolare è interessato alla zona UNESCO: Strada Nuova, Via Balbi, Via Cairoli, mentre il turismo italiano è più legato alla zona del waterfront». Per questo Tursi investe e punta su questo polo museale, che piace, è centrale e a portata di mano, ha prezzi contenuti (7-9 euro per la visita a Palazzo Bianco, Rosso, Tursi, e la domenica gratis per i residenti) e collezioni interessanti (da Caravaggio ai fiamminghi, passando per la tradizione genovese). Un modo per rilanciare anche il centro storico e i vicoli. Ma basta questo?
Segue il Museo di Storia Naturale, a larga distanza: circa 50 mila visitatori l’anno, in aumento del 16% rispetto al 2012. Merito degli eventi “Nobody’s perfect” e “Zanne, corazze, veleni”, presenti da aprile a settembre? Può darsi. Il museo conta in media circa 160 persone al giorno con conseguente introito stimato di circa 800 euro al giorno (se si considerano tutti i visitatori come adulti paganti). Con oltre 35 mila visitatori, nel 2013 il Museo di Sant’Agostino ha incrementato i visitatori del 52,26%: merito di “Le incredibili macchine di Leonardo” e del fatto che sia stato sede del Festival della Scienza, offrendo un biglietto cumulativo per festival e museo a prezzo ridotto. Da commentare il risultato dei musei del Tesoro della Cattedrale di San Lorenzo e Diocesano, in aumento del 144%, con oltre 18500 presenze.
Aumentano dell’11% anche le presenze a Villa Croce, toccando soglia 14 mila: la programmazione dedicata ad artisti contemporanei di fama internazionale, gli eventi, i concerti aiutano, ma anche qui le soglie sono basse. Una buona programmazione “giovane” e culturale: da promuovere ancora di più? Apprezzabili i tanti incentivi: riduzioni per disabili, universitari fino a 26 anni, ultra 65; gratuito fino a 18 anni, residenti nel Comune di Genova nella giornata di domenica, professori e studenti dei corsi di Beni culturali e Archeologia all’Università di Genova, giornalisti, membri ICOM. Peggior performance, il Chiossone, che perde il 22%: da Tursi si pensa già a strategie di rilancio, in primis la mostra “La rinascita della pittura giapponese”che sarà inaugurata il 27 febbraio. Il bel museo dedicato all’arte orientale potrebbe essere penalizzato dai lavori all’interno del parco di Villetta Di Negro (dal 2011-2012, è stato riaperto e inaugurato a gennaio 2014). Di certo, anche qui la scarsa promozione ha remato contro: nessun cartello a segnalare il museo, ad accezione di un’insegna all’entrata del parco che reca la generica scritta “museo” e che già aveva fatto discutere alcuni genovesi. Fanalino di coda, il Museo del Risorgimento, che conta circa 6 mila presenze, e gli spazi espositivi Palazzo Verde, Via del Campo 29r, Archivio di via Garibaldi, Loggia della Mercanzia, che nel complesso registrano un buon incremento (+44%) ma i circa 100 mila visitatori sono da dividere tra cinque soggetti museali.
I Musei del Ponente contano tutti e tre insieme 25817 visitatori: molto pochi e per giunta in leggero calo. Sempre meglio dei Musei del Levante, in particolare quelli nerviesi (qui l’approfondimento di Era Superba): se già nel 2012 non avevano fatto una buona performance, quest’anno perdono un ulteriore 5%, passando da 17910 a 17000 presenze tonde tonde. In perdita nei primi 2 trimestri 2013, si sono ripresi nel terzo (+10%), ma non è bastato. Troppo poche le presenze, soprattutto se si pensa che dei 17 mila visitatori la maggior parte si concentrano alla GAM – Galleria d’Arte Moderna. Nel 2012, 8 mila erano le presenze della sola GAM: facendo un breve calcolo, si contano circa 25 presenze al giorno: l’introito annuo riesce a pareggiare/superare le spese di gestione?
Attorno ai 14 mila visitatori anche Museo D’Albertis, in calo del 4,74%, nonostante i segnali di ripresa arrivati nel terzo trimestre del 2013 come aveva raccontato la direttrice Maria Camilla De Palma a Era Superba nel gennaio 2014 (qui l’approfondimento). Problemi di posizione e di promozione, e a dieci anni dall’apertura il D’Albertis fatica ancora a imporsi, anche se molti sostengono che potrebbe essere molto più in vista: la posizione a due passi da Principe, Terminal traghetti e Università, e la storia sui generis del Capitano sono fattori su cui puntare di più.
Per aumentare la crescita e potenziare le visite, sono previsti investimenti sul patrimonio e sulle strutture da un lato, e dall’altro il rafforzamento della programmazione espositiva. Si assisterà alla riapertura di alcune sale Museo di Archeologia Ligure, all’inaugurazione delle nuove sale di Palazzo Rosso (quarto piano) dedicate alla Duchessa di Galliera, e al proseguimento dei lavori per il (contestato) tunnel tra Palazzo Bianco e Tursi, da finire nel 2015.
Per quanto riguarda gli eventi, Rolly Days nel mese di marzo, maggio e settembre; Notte dei Musei (17 maggio); “Meraviglie da collezione. Musei e capolavori” in autunno, una serie di mostre-evento per presentare le opere meno note dei nostri musei civici, come Autoritratto come Uomo di lettere di Arcimboldo o la prima stesura autografa dell’Inno di Mameli. Sempre in autunno anche un omaggio agli Embriaci con “Quando il Mediterraneo era il centro del mondo. La saga degli Embriaci tra Genova e l’Oltremare” al Museo di Sant’Agostino e Commenda di Prè.
La promozione si spinge anche oltre il panorama cittadino. Si parla di “promozione internazionale di alcune eccellenze – sia dal punto di vista delle collezioni che delle mostre temporanee – che posizionano la città a un livello qualitativo di assoluto rilievo”, in vista dell’Expo di Milano di maggio-novembre 2015. L’Expo è certamente un’opportunità da sfruttare, non solo per Milano e la Lombardia ma anche per molte altre città italiane: Assolombardia stima 21 milioni di visitatori (30% stranieri), benefici economici per oltre 34 miliardi di euro e 70.000 nuovi posti di lavoro in cinque anni. Genova si è già mossa e ha cercato la sinergia con Milano, firmando un programma pluriennale di progetti e attività: marketing per la valorizzazione del patrimonio storico-artistico; promozione di Genova “Smart City”; incremento dei trasporti (treno veloce che consentirà di raggiungere Milano in un’ora) e sfruttamento del Porto per l’aumento del flusso turistico. Anche il sistema museale genovese ha pensato a un “percorso di avvicinamento che porrà al centro dell’offerta culturale le caratteristiche del patrimonio conservato”.
Dopo questo excursus, torniamo alla domanda principale: Genova può assurgere allo status di città d’arte? Nonostante l’incremento di quest’anno, esce sconfitta dal confronto con i più importanti poli artistici della penisola. Un raffronto in questo caso può aiutare a capire. Iniziamo da Firenze, in cui nell’anno passato si è assistito a un boom di visitatori: oltre 1,2 milioni, con un +60% rispetto ai 737 mila del 2012. Si pensi che Palazzo Vecchio da solo ha registrato 644.913 presenze (565.900 nel 2012) e Santa Maria Novella è passata da 65 a 440 mila, con l’unione di Basilica e Museo. Insomma, Palazzo Vecchio da solo supera i visitatori dell’intero capoluogo ligure e Firenze doppia il numero complessivo dei visitatori genovesi. A Milano, invece, fonti ufficiose parlerebbero addirittura di 1,4 milioni di visitatori, incentivati anche da recenti iniziative come la tessera annuale a 35 euro e la possibilità di ingresso gratuito per 2 mesi in tutti i musei civici.
Non si può fare a meno di riflettere sulla situazione genovese, in cui i margini di miglioramento sono ancora alti e che non riesce a competere con gli altri poli culturali. Ad ogni modo, certi cali sono fisiologici e l’incremento del 18% è un ottimo risultato che fa capire che è necessario continuare a investire su turismo e cultura.
Elettra Antognetti