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I quattro musei, inseriti nelle bella cornice dei Parchi di Nervi e parte integrante della rete dei Musei di Genova, sono un polo di prestigio per l'arte ligure, e non solo. Ma riescono ad avere abbastanza visibilità o restano esclusi dai circuiti tradizionali?
Oltre i consueti e più noti musei del centro cittadino, Genova offre anche una serie di proposte artistiche meno a portata di mano poiché dislocate in altri siti, ma di indubbio valore. È il caso del polo museale nerviese: quattro musei con proposte legate all’arte moderna e al collezionismo, e che dialogano con il sistema dei tre Parchi in cui sono collocati. Essi, che fanno parte del circuito dei Musei di Genova, gestiti direttamente dal Comune, sono in grado di competere con i musei del centro? Vivono del doppio dialogo, quello interno ai quattro poli nerviesi e quello con i musei del centro e del Ponente. Difficile? Stando ai dati relativi ai flussi di visitatori nei Musei di Nervi forniti dall’Assessore Sibilla nel corso dell’ultima conferenza stampa, sembra di sì:
I trimestre 2012: 4.605 / I trimestre 2013: 3.773 con una variazione -18%
II trimestre 2012: 7.080 / II trimestre 2013: 6.251 con una variazione -12%
luglio/agosto 2012: 1.921 / luglio/agosto 2013: 2.113 con una variazione +10%
Il totale dei visitatori nel 2012 è pari a 17.910, mentre quello del 2013 è ancora in fase di determinazione e dati più precisi non sono ancora disponibili: rincuora l’incremento del 10%, a conferma del trend positivo. Dei circa 18 mila visitatori dello scorso anno, 8 mila si contano solo alla GAM – Galleria d’Arte Moderna: in media 22 persone al giorno.
Nel corso di #EraOnTheRoad siamo stati alla GAM e abbiamo incontrato gli addetti del Museo: «Siamo in un contesto meraviglioso – raccontano – che però non sempre premia: non ci sono spiazzi per i pullman e non è facilmente raggiungibile perché mancano indicazioni che portino direttamente ai musei. C’è dialogo aperto con le Associazioni cittadine che si occupano dei parchi perché la loro crescita è la nostra crescita, ma spesso non è facile come sembra: alcuni si sono opposti all’inserimento della segnaletica nei parchi per preservarne il valore storico. Inoltre, si era proposto di introdurre un servizio bus o un trenino elettrico che, dal centro o da Nervi, portasse i visitatori al Museo, ma anche qui c’è stata forte opposizione. Tutte queste misure sarebbero necessarie, ma non arrivano proposte a livello centrale. L’affluenza non è molta, e spesso è legata alla didattica».
Ma un Museo può vivere di didattica? Quali strategie per valorizzare il polo museale nerviese? Ne abbiamo parlato con la direttrice, la Dott.ssa Maria Flora Giubilei.
Galleria d’Arte Moderna, Wolfsoniana, Raccolte Frugone e Museo Luxoro: come collaborano tra loro e come interagiscono con il sistema dei Parchi?
«I quattro Musei di Nervi sono una ricchezza per il quartiere e per l’intera città, fra loro dialogano fortemente dando vita ad un “polo” articolato, in cui l’uno non può prescindere dall’altro. Per quanto riguarda l’interazione con i Parchi, cornice importante e attrazione turistica, c’è cooperazione: ad esempio, esiste già uno shuttle che, dalla stazione di Nervi, permette ai turisti di visitare i parchi e di raggiungere i musei».
“Il filo rosso che lega i quattro musei nerviesi – commenta la direttrice Maria Flora Giubilei – è quello del collezionismo pubblico e privato: è il caso del Museo Luxoro, diventato comunale nel ’45; delle raccolte Frugone (nella Villa Grimaldi-Fassio acquisita dal Comune tra ’35 e ’53); della Wolfsoniana, con i pezzi del collezionista americano Mitchell Wolfson Jr. dedicati alle arti decorative, arredi e sculture; infine, la GAM in Villa Saluzzo-Serra, nata dal collezionismo pubblico (gli acquisti più consistenti fatti fino al ’48) e poi integrata con opere private, pezzi della tradizione artistica ligure e del ‘900 italiano: da De Pisis a Nomellini. Oltre alla consueta esposizione permanente (più di 2700 opere tra dipinti, sculture, disegni, incisioni dagli inizi dell’Ottocento agli anni ’40 del ‘900, fino all’epoca più recente), la GAM attualmente ospita la mostra personale di Pina Inferrera “Accenti e parole tronche. Il vernacolo di Pina Inferrera”, la quarta di una serie di esposizioni del ciclo “Natura ConTemporanea”, con installazioni sul tema dello sfruttamento della natura e della donna che, spesso percepita come un oggetto, si fa oggetto essa stessa (diventando, per esempio, una poltrona fatta di parrucche nell’opera dal titolo “Anita Ekberg”). Per chi voglia visitare i Musei, diamo la possibilità di acquistare biglietti cumulativi (per i quattro siti) o combinati (due musei su quattro)”.
I poli nerviesi nella rete dei Musei di Genova: uno scambio proficuo?
«Senza dubbio: lo scambio c’è, e da tempo. Per la gestione della rete dobbiamo fare capo al Comune».
I dati sulle visite confermano le difficoltà che vivono i musei, in particolar modo quando si trovano lontano dai grandi centri.
«Nervi è una cornice particolare: vero che siamo lontani dalle rotte tradizionali, però lavoriamo ugualmente bene. Dobbiamo promuoverci, come e più di altri, perché il nostro obiettivo è ricostruire la fisionomia di Genova e renderla a tutti gli effetti “città d’arte”, con quella dignità culturale e artistica che le è propria. Tuttavia, questo momento di stallo non è un male tutto genovese: anche gli altri poli artistici italiani non sono immuni da problematiche analoghe a quelle nerviesi. Ad esempio, a Firenze i numerosi musei cittadini sono messi in ombra dall’imponente presenza degli Uffizi; a Torino, il circuito dei musei cittadini (egizio, del cinema, Palazzo Reale) mette in ombra il Castello di Rivoli, a solo 10 km dal centro ma meno visitato degli altri. Caso analogo, quello di Nervi: anche noi siamo a 14 km dal cuore di Genova e ciò non accresce la nostra visibilità, i visitatori si spalmano soprattutto su altri siti (Musei di Strada Nuova e Porto Antico, n.d.r.). Tuttavia, abbiamo riscontrato da questa estate l’aumento dell’affluenza turistica. Gli stranieri, soprattutto, sono diventati una presenza reiterata e il nostro “libro degli ospiti” si è arricchito di testimonianze e saluti da Paesi fino ad ora insoliti: l’Australia, il Giappone, la Finlandia. Il turismo straniero è più numeroso di quello italiano e ligure. Molto è ancora da fare, però siamo soddisfatti. Certo, per quanto bene possiamo promuoverci, serve a monte l’azione di comunicazione di Tursi: l’Amministrazione deve essere brava a portare il nome di Genova e della Liguria nel mondo, poi i turisti arriveranno da sé, sempre di più, da Nervi al Ponente, lungo i 30 km in cui si snodano le attrazioni culturali cittadine. Il centro di Genova deve diventare polo d’arte, però servono percorsi obbligati per rinsaldare il tessuto urbano limitrofo sotto il profilo artistico-culturale».
Elettra Antognetti
Questo articolo è stato scritto grazie ai sopralluoghi di #EraOnTheRoad. Contattaci per commenti, segnalazioni e domande: redazione@erasuperba.it