Palazzo Tursi accusa Autostrade per l'Italia «Siamo di fronte ad un’evidente volontà di rallentare le cose in attesa di conoscere il destino della Gronda»
Il progetto di potenziamento del Nodo di San Benigno a Sampierdarena – unica opera pubblica che non ha creato particolari contestazioni da parte dei cittadini, se escludiamo gli inevitabili disagi dovuti allo spostamento di alcune realtà produttive della zona per lasciare spazio al cantiere e l’incertezza legata al loro futuro (anche se la Regione Liguria, al momento dell’approvazione del progetto, ha assicurato che, grazie all’attivazione del Pris, il programma regionale per le infrastrutture strategiche, sarà garantita la ricollocazione di tutte le attività economiche esistenti) – per il momento resta fermo al palo. I lavori sarebbero dovuti partire nel primo semestre 2012 (per concludersi entro i primi mesi del 2015) ma invece sembra che occorrerà attendere almeno l’autunno.
Negli ultimi tempi, infatti, è stato paventato il rischio di un possibile disimpegno da parte di Autostrade per l’Italia che attende di conoscere il pronunciamento della commissione del Ministero dell’Ambiente (probabilmente arriverà nel mese di luglio) in merito alla valutazione di impatto ambientale della Gronda di Ponente, sulla quale sono stati chiesti numerosi approfondimenti (su tutti i punti contestati Società Autostrade ha elaborato le proprie contro osservazioni) e le conseguenti scelte politiche dell’amministrazione cittadina.
D’altra parte il restyling dell’elicoidale di Sampierdarena è da sempre considerata un’opera propedeutica alla realizzazione della Gronda. Parliamo di un progetto complessivo riguardante il “Passante di Genova” che si articola in diversi interventi: una nuova tratta autostradale, la cosiddetta Gronda di Ponente; una nuova carreggiata in direzione nord della A7 tra Genova Ovest e Genova Bolzaneto e il potenziamento dell’interconnessione A7/A12 sino al casello di Genova Est; Il potenziamento del “Nodo di San Benigno”, migliorando la connessione tra la viabilità locale e il casello di Genova Ovest. Inoltre, Autostrade per l’Italia si è impegnata a redigere la progettazione definitiva ed esecutiva dei seguenti interventi: nuova viabilità di accesso al distretto portuale di Voltri immediatamente a sud dell’omonima barriera autostradale (Progetto Definitivo completato); nuova viabilità di collegamento tra la barriera di Lavagna ed il centro abitato di Chiavari (Progetto Definitivo completato).
Nonostante le giustificate preoccupazioni, una conferma dell’intenzione di andare avanti sul nuovo nodo, è arrivata pochi giorni fa quando Autostrade per l’Italia ha pubblicato sul proprio sito web l’elenco ufficiale dei soggetti interessati dagli espropri. Una lista che comprende sia i proprietari di manufatti da abbattere, che quelli di aree da sottrarre all’utilizzo in maniera temporanea al fine di aprire una parte di cantiere o di garantire la circolazione dei mezzi impegnati nei lavori.
L’elevato numero di soggetti coinvolti (tra cui Autostrade per l’Italia, ANAS, Autorità portuale, Regione Liguria, Comune e Provincia di Genova), la complessità tecnica dell’opera, l’alto numero di interferenze con la viabilità e con la rete ferroviaria verso il Campasso, oltre ai numerosi interventi correlati (sia di tipo autostradale – anche attraverso la futura connessione diretta con la Gronda di Ponente – sia di tipo viario ordinario sia di tipo portuale), hanno reso complessa l’approvazione del progetto definitivo dell’opera, avvenuta ad agosto 2011 e formalizzata nell’ottobre dello stesso anno. Nel dicembre 2011 è stato presentato ad ANAS l’aggiornamento del progetto sulla base di quanto emerso in sede di Conferenza dei Servizi. Il costo presunto si aggira su circa 50 milioni di euro interamente a carico del costruttore.
Il Nodo di San Benigno collega il casello autostradale con il porto commerciale, con la sopraelevata e con la viabilità ordinaria cittadina. Si tratta di uno dei punti chiave della viabilità genovese, sia per la presenza del più importante casello autostradale della città, ovvero Genova Ovest – dove converge l’intera rete ligure e il traffico diretto al centro cittadino e alle banchine portuali – sia in quanto nodo nevralgico della zona centro‐occidentale della città.
Scopo dell’intervento è separare i flussi merci provenienti e diretti al porto di Genova da quelli caratterizzanti la viabilità ordinaria, ovvero le auto private che utilizzano l’elicoidale per attraversare la città. Le priorità di intervento prevedono: la razionalizzazione della circolazione, eliminando gli attuali punti di conflitto presenti sulla rampa elicoidale, causa principale di ingorghi e della formazione delle code sino alla barriera di Genova Ovest; l’individuazione di connessioni dirette con il porto, in modo da separare il traffico degli autoveicoli da quello dei mezzi pesanti.
Ma quali saranno i benefici dell’opera?
Innanzitutto il miglioramento dell’accessibilità autostradale cittadina, del porto e la riduzione degli impatti del traffico commerciale marittimo che attualmente grava sull’area in questione. Il Nodo di San Benigno, infatti, risulta spesso congestionato a causa della contemporanea presenza di traffico merci e traffico passeggeri. Inoltre l’attraversamento del nodo da parte dei mezzi pesanti in uscita dal porto condiziona fortemente il traffico cittadino, sia per picchi di attività che per blocchi delle attività portuali (scioperi, cattive condizioni ambientali).
I lavori del nuovo nodo stradale permetteranno di affrontare gli incrementi nei volumi di traffico, in prevalenza containerizzato, che saranno conseguenti all’espansione delle banchine commerciali attualmente in fase avanzata di cantierizzazione in Calata Bettolo e Ronco Canepa senza gravare sulla mobilità cittadina. Ma non solo, secondo il disegno definitivo, si creano le condizioni per realizzare un percorso specifico che dallo stabilimento di Ansaldo Energia, a Campi, conduca fino all’imbarco, nel porto di Sampierdarena. In questo modo, si potrebbe riaprire il tavolo di confronto con l’azienda genovese, da anni costretta a ricorrere al porto di Massa per l’imbarco dei grandi componenti costruiti nei capannoni di Campi.
Il progetto definitivo prevede di intervenire con una soluzione a basso impatto, ridimensionata rispetto al disegno originale. Nel 2010, infatti, è stata presentata una seconda alternativa di intervento che apporta alcuni elementi di miglioramento tra cui: la costruzione di una nuova rampa Lungomare Canepa (per consentire il collegamento diretto del traffico pesante con il Lungomare e il nuovo Varco Etiopia); la costruzione di una nuova rampa Via Milano ‐ Sopraelevata; un adeguamento di accesso alla A7; la creazione di un collegamento Via Milano ‐ Terminal Traghetti (per consentire il collegamento diretto all’imbarco dal Lungomare Canepa realizzando un ulteriore accesso rispetto a quello di Varco Albertazzi); l’ottimizzazione dell’accesso alla Sopraelevata Portuale (per agevolare le manovre dei mezzi pesanti in entrata e in uscita dal porto); la garanzia della piena compatibilità con il potenziamento di Lungomare Canepa.
L’intervento sarà diviso in due lotti. Il primo (piastrone di ingresso al porto, ingresso al terminal traghetti, immissione in sopraelevata direzione Levante), secondo le intenzioni di Autostrade per l’Italia, dovrebbe essere affidato direttamente ad una propria società controllata, Pavimental, che si occupa di manutenzioni e costruzioni stradali, mentre per il secondo lotto sarà necessario lanciare una gara pubblica.
Ma il recente Decreto Sviluppo del Governo Monti, per quanto riguarda le opere infrastrutturali, ha stabilito la riduzione della percentuale dei lavori che i concessionari possono affidare ad aziende sotto il proprio controllo (dal 50% si passa al 40%). Nel contempo viene elevata, dal 50% al 60%, la quota dei lavori che i concessionari, titolari di concessioni assentite prima del 30 giugno 2002, sono tenuti ad affidare attraverso procedure di evidenza pubblica.
La conseguenza inevitabile, secondo Autostrade per l’Italia, è lo slittamento dell’avvio dell’opera, considerando i tempi necessari per realizzare la gara d’appalto.
«Alla luce della nuova normativa stiamo verificando se sia opportuno o meno affidare l’intervento a Pavimental – conferma Autostrade per l’Italia – dobbiamo rifare il piano e valutare le diverse possibilità. Nel caso fosse necessario lanciare una gara di appalto i tempi per l’avvio dei lavori si allungherebbero di circa un anno».
L’amministrazione comunale crede fortemente nell’utilità del nuovo Nodo di San Benigno ma, come detto in precedenza, il destino di quest’opera è intrinsecamente legato a quello della Gronda di Ponente, in merito alla quale si attende il parere del Ministero dell’Ambiente e la valutazione politica di Palazzo Tursi.
Il Comune di Genova comunque non ci sta e per voce del Vice Sindaco e assessore con delega all’attuazione delle grandi opere viarie, Stefano Bernini, rilancia «Per noi il progetto nodo è fondamentale – ribadisce Bernini – Occorre realizzarlo subito perché è coerente al trasferimento della viabilità sulla nuova strada a mare, su Lungomare Canepa e sulla sopraelevata».
«Siamo stufi del gioco che sta conducendo Autostrade – accusa Bernini – Siamo di fronte ad un’evidente volontà di rallentare le cose. Non sta in piedi chiamare in causa le nuove norme previste dal Decreto Sviluppo per giustificare il ritardo nell’avvio dei lavori. Il Nodo di San Benigno, a livello di importo economico, rappresenta una piccola parte rispetto al progetto complessivo del Passante di Genova. Per questo motivo Autostrade per l’Italia può inserire l’intervento all’interno della percentuale del 40% di affidamento diretto alle controllate. In altri termini a Pavimental possono essere assegnati subito i lavori per il Nodo di San Benigno. Spetta alla società titolare della concessione decidere quali interventi rientrano nel 60% di affidamento pubblico e quali no».
«Autostrade vuole rallentare l’avvio dell’opera perchè prima vuole conoscere il destino della Gronda – conclude Bernini – Questo è il vero motivo dei ritardi. Noi, al contrario, riteniamo sia necessario accelerare. E chiederemo un incontro a breve con la società concessionaria».
Matteo Quadrone
Foto di Diego Arbore
Commento su “Nodo di San Benigno: ritardo nell’avvio dei lavori, il Comune non ci sta”