Gli spazi recuperati, spiega la Asl 3, saranno riutilizzati per fini sanitari
Altre cinque persone, in un periodo nero segnato da una terribile crisi economica, perdono il loro posto di lavoro. Nessuna protesta, nessun clamore, silenzio assordante sui media, la disoccupazione continua a mietere vittime nell’indifferenza generale.
Accade all’ospedale Villa Scassi, dove da meno di un mese è stato chiuso definitivamente il bar-spaccio interno al nosocomio, un servizio utile e frequentato quotidianamente dai dipendenti.
Una società privata aveva in gestione il locale da quasi 10 anni, una forma di esternalizzazione del servizio che permetteva all’azienda ospedaliera, se non di produrre utili, almeno di risparmiare risorse finanziarie. Il contratto è però scaduto nell’agosto di quest’anno e l’Asl 3 ha ritenuto di non bandire un’altra gara per l’affidamento del bar. Oggi l’alternativa per i lavoratori del Villa Scassi è rappresentata dalla presenza capillare di una serie di distributori automatici di generi alimentari.
Quindi le macchine, per l’ennesima volta, hanno sostituito gli uomini, in quella che è indubbiamente una piccola storia ma esemplificativa di una tendenza che va per la maggiore.
La motivazione ufficiale dell’Asl 3 in merito a questa decisione è la necessità di recuperare gli spazi per un loro nuovo utilizzo. L’azienda assicura infatti che i locali liberati saranno destinati a fini sanitari, in particolare si ipotizza per il servizio di sterilizzazione.Vedremo nelle prossime settimane se davvero saranno rispettati gli impegni.
Indubbiamente non rientra tra le prerogative dell’azienda sanitaria, quella di preoccuparsi della conservazione dei posti di lavoro di un soggetto privato, ma quando ci troviamo di fronte ad una gestione pubblico-privata come nel caso in questione, ci aspetteremmo magari maggiore attenzione e la giusta cautela, prima di assumersi la responsabilità di decisioni drastiche che, direttamente o meno, bruciano sulla pelle di cinque lavoratori.
Matteo Quadrone