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Ospedali: manifestazione contro il taglio dei servizi sanitari nel Ponente

«Nell'aprile 2007 una grande manifestazione bloccò lo smantellamento dell'ospedale di Sestri Ponente. Dopo 5 anni ci risiamo e oggi si ricomincia a programmare il taglio dei servizi negli ospedali della zona. Noi non ci stiamo»


26 Aprile 2012Notizie

Pubblica Assistenza Croce Verde di Sestri Ponente, il Coordinamento dei Comitati per la salvezza degli ospedali del Ponente e il Movimento Cittadini per Carignano contro il nuovo Galliera, hanno deciso di manifestare insieme, sabato alle ore 16 in Piazza Baracca, per protestare contro il taglio sei servizi sanitari e per invocare la realizzazione dell’agognato ospedale del Ponente.

«Nell’aprile 2007 una grande manifestazione bloccò lo smantellamento dell’ospedale di Sestri Ponente – scrivono i comitati – Il presidente della Regione, Claudio Burlando, dichiarò allora pubblicamente: “Non taglieremo i servizi fin quando non sarà realizzato il nuovo ospedale del Ponente”. Dopo cinque anni ci risiamo. I finanziamenti per il nuovo ospedale del Ponente sono stati dirottati sul Galliera e oggi si  ricomincia a programmare il taglio dei servizi negli ospedali della zona che ovviamente si effettueranno a maggio dopo le elezioni comunali. Noi non ci stiamo».

«Ritengo doveroso che le amministrazioni regionali e comunali ripensino a delle politiche sanitarie basate sullo sviluppo e non solo sulla liquidazione delle strutture esistenti – scrive Leonardo Chessa, chirurgo, già Direttore dell’Unità Operativa Chirurgia Toracica dell’Azienda Ospedale Università San Martino, promotore della manifestazione – In tutta l’area metropolitana, ma soprattutto nel ponente cittadino, la gestione della sanità è stata caratterizzata da tagli e da spostamenti di strutture (Ospedale Evangelico a Voltri) che non hanno portato alcun beneficio di carattere assistenziale ed economico».

«Le promesse di dotare questa parte di Genova di un nuovo ospedale sono state completamente disattese e i fondi necessari sono stati dirottati verso la realizzazione del nuovo Ospedale Galliera – continua il dott. Chessa – Nel frattempo l’accessibilità alle cure dei pazienti è divenuta sempre più ardua: ancora più persone debbono ricorrere al pagamento per visite ed indagini attraverso l’intramoenia (cioè la libera professione che gli stessi medici ospedalieri esercitano sia nelle strutture pubbliche che nei propri ambulatori)».

«La politica del taglio delle strutture ospedaliere ha, infatti, creato dei “monopoli specialistici” che, in talune occasioni, sfruttano questa condizione per dilatare le liste d’attesa istituzionali, costringendo i cittadini a dover ottenere le stesse prestazioni all’interno della medesima struttura solo attraverso la libera professione intramoenia – sottolinea Chessa – Questa stessa politica ha inoltre portato ad un aumento considerevole delle  “fughe extra-regionali” dei pazienti che, sempre più spesso, si rivolgono a strutture presenti in Lombardia, Piemonte, Toscana ecc. Tale logica provoca quindi un duplice danno: un maggiore disagio per i pazienti e un aggravio dei costi economici sostenuti dalla Regione Liguria».

«Respingiamo l’idea che gli amministratori regionali possano mentire ai cittadini –  spiegano i comitati – Chiediamo l’adesione alla manifestazione dei partiti, dei sindacati, delle associazioni e di tutte le persone democratiche che intendono far sentire la loro voce contro le ingiustizie».

Hanno già aderito i consiglieri regionali Alessandro Benzi, Giacomo Conti (Federazione della Sinistra) e Matteo Rossi (Sinistra Ecologia e Libertà).

«Da più di due anni noi affermiamo che il progetto ed il piano economico del nuovo Galliera sono insostenibili e che l’ospedale di Carignano deve essere semplicemente ristrutturato – spiegano i consiglieri – La recente sentenza del Tar ha rappresentato l’ennesima conferma della giustezza delle nostre posizioni e di quelle del Comitato dei cittadini di Carignano. Un’operazione finanziariamente insostenibile, quella del nuovo Galliera, il cui costo a posto letto è aumentato di quasi il 50% in due anni, mentre nel contempo sono diminuiti i posti letto».

«In un periodo di crisi non si possono chiedere sacrifici a tutti e poi mettere in atto sprechi di questo genere – concludono i consiglieri – Riteniamo prioritario l’intervento sulla rete ospedaliera del Ponente dove attualmente ci sono la metà dei posti letto a parità di popolazione rispetto al Levante ed al centro».

E anche l’Italia dei Valori ha annuciato la sua adesione alla manifestazione di Sabato 28 aprile.

«Il nostro partito ha nel proprio dna la difesa della sanità pubblica ed a Genova come a Roma si oppone a tagli che ricadono sui cittadini e le fasce deboli della popolazione – scrive in una nota il presidente della commissione sanita’ Stefano Quaini – Il sottoscritto, il coordinatore regionale l’On.Giovanni Paladini, la vicepresidente della regione Marylin Fusco il segretario provinciale Francesco De Simone il capogruppo regionale Nicolò Scialfa, insieme agli amministratori comunali ed ai militanti del partito parteciperanno al corteo che partira’ da piazza Baracca. Condividiamo la piattaforma e le linee generali dell’iniziativa e riteniamo obiettivo comune il mantenimento sia di servizi efficienti sul territorio che a livello della rete ospedaliera, sino al momento in cui non verrà realizzato l’ospedale del Ponente».

«Vogliamo ricordare la dura lotta a sostegno del mantenimento della cardiologia semi- intensiva al Gallino di Pontedecimo e la nostra convinzione che si debba mantenere inalterato il valido servizio di day hospital oncologico – continua la nota – Siamo convinti che la Valpocevera debba avere una forte offerta sanitaria, che è evidente si sia indebolita nel corso degli ultimi anni».

«Per quanto riguarda il Villa Scassi abbiamo assunto un forte impegno a favore del nosocomio che per noi rappresenta concretamente l’ospedale su cui puntare e su sui investire alla luce dell’assenza di un altro centro così strategico sul ponente – sottolinea il comunicato – Non condividiamo il ridimensionamento della chirurgia vascolare e non accettiamo che solo a Sampierdarena si tagli mentre altrove tutto rimanga inalterato. Sosteniamo l’importanza strategica, per le funzioni di Dea di primo livello, anche della permanenza del servizio di chirurgia toracica. Inoltre dovrà essere fatta chiarezza anche sulle funzioni dell’ospedale di Sestri».

Infine l’Idv esprime viva preoccupazione «Per i pesanti tagli annunciati dal governo Monti al comparto sanitario (si parla in alcuni anni di 8 miliardi di euro in meno), che metterebbero definitivamente in ginocchio le regioni, costringendole a smantellare la sanità pubblica. Se l’obiettivo del governo tecnico è quello di proseguire la distruzione del diritto alla salute, già iniziata dal governo precedente, IDV sarà sempre al fianco dei cittadini a lottare per un diritto garantito dalla Costituzione. L’IDV non sosteneva Berlusconi e non sostiene Monti, ma sostiene i diritti della povera gente alla sopravvivenza durante la più grave crisi economica per il nostro paese».

 

Matteo Quadrone

 

 

 


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