Il comitato StopOPG dichiara preoccupazione e chiede una legge che abolisca definitivamente l'istituto giuridico dell' OPG
Il Senato mercoledì 25 gennaio ha approvato un emendamento – all’interno del decreto-legge sul sovraffollamento delle carceri ddl 3074 – che stabilisce per marzo 2013 il superamento degli Ospedali psichiatrici giudiziari e che ora passerà al vaglio della Camera.
“È un fatto positivo, ma bisogna evitare che ora al posto degli OPG nascano “mini OPG“, magari uno in ogni regione – dichiara il comitato StopOpg, la galassia di associazioni che da anni si batte per la chiusura di queste strutture – Abbiamo già espresso la preoccupazione che le strutture residenziali previste in sostituzione dei vecchi OPG finiscano per riprodurre situazioni simili agli ospedali psichiatrici. E che le persone restino internate, in strutture certo meno fatiscenti ma pur sempre in luoghi di internamento“.
“Mentre l’alternativa all’OPG, come per i manicomi, è offrire ad ogni persona un percorso di cura, di assistenza e di inclusione sociale nel territorio, e non solo il ricovero in strutture, che finisce per escludere e recludere – continua il comitato StopOpg – Per questo il voto del Senato ci spinge a insistere con il Governo, la Conferenza delle Regioni e nelle singole Regioni: con la campagna “un volto, un nome“, per restituire cittadinanza ad ogni persona. E quindi anche a proporre l’urgenza di una legge che abolisca definitivamente l’istituto giuridico dell’OPG“.
Adesso il confronto si sposta sui tavoli delle regioni che dovranno gestire il passaggio sui loro territori ma soprattutto garantire le strutture in grado di accogliere più di 1400 persone.
“Entro il mese di febbraio ci sarà l’incontro tra StopOpg e Vasco Errani per cominciare il lavoro – spiega Stefano Cecconi, responsabile Politiche della salute della Cgil Nazionale su www.quotidianosanita.it – I territori devono prendere in carico queste persone per offrire le risposte in base ai bisogni precisi e in base alle singole situazioni. L’emendamento di ieri dà due mesi di tempo alle regioni, entro il 31 marzo 2012, di definire requisiti strutturali, tecnologici e organizzativi, con riguardo ai profili di sicurezza, relativi alle strutture destinate ad accogliere le persone. Quello che è certo è che vogliamo evitare che nelle regioni si creino dei mini Opg. Questa non può essere la soluzione”.
“La battaglia non è chiusa e anzi questo è solo un primo passo comunque importante – sottolinea Donatella Poretti, senatrice radicale eletta nelle file del Pd, membro della commissione d’inchiesta del Ssn, presieduta da Ignazio Marino – perchè finalmente abbiamo una data e dei fondi certi da destinare alla riqualificazione e riorganizzazione delle strutture e del personale. Da questo momento è necessario cercare la collaborazione di tutti quelli che hanno a cuore la situazione. Chi deve uscire è giusto che esca, per gli altri le regioni entro un anno, che non è tanto, devono organizzare le strutture sul territorio”.
Matteo Quadrone