Dopo il fallimento del primo passaggio in Sala Rossa, a breve la delibera per il rinnovo della fideiussione potrebbe essere sottoposta nuovamente al Consiglio Comunale, forte di un accordo con l’azienda per ridiscutere le condizioni della concessione. Le politiche sullo sport sotto attacco
Il 30 settembre scadono i termini per pagare la rata semestrale del mutuo, ma i soldi non ci sono; la General Production srl, la società che ha costruito e ha in concessione il palazzetto multifunzione della Fiumara, ospite in Commisione congiunta Bilancio e Promozione della Città, alza la voce e ricorda gli impegni della amministrazione, mettendo in chiaro i rischi di un ulteriore rifiuto: fine anzitempo della concessione, e costi di ammortamento a carico delle casse comunali. Dopo ore di discussione si trova la quadra, forse: Comune e azienda si metteranno intorno al tavolo per aggiornare le clausole del contratto, garantendo una maggior fruibilità da parte del ente pubblico del Palafiumara, in cambio del via libera alla proroga.
I toni della seduta sono stati vivaci ma gli esiti rimangono incerti: sotto attacco la gestione di tutto l’affaire da parte della giunta, e forti critiche per la politica “sportiva” dell’amministrazione. Una città come Genova che soffre per la inadeguatezza delle strutture dedicate, ma che al contempo non è capace di essere attrattiva per i grandi eventi (sportivi ma anche di spettacolo), nonostante la pratica sportiva dei cittadini sia in aumento, stando alle ultime statistiche.
È lo stesso Ernesto De Filippis, amministratore di Generals Productions srl, a ricordarlo: «Il Coni non investe in Genova per i grandi eventi sportivi, e per gli eventi di spettacolo, come i concerti, spesso subiamo la concorrenza di altre location, come il Carlo Felice». Inoltre, quando il project fu pensato, si sperava che qualche squadra genovese «arrivasse nei campionati che contano, per quanto riguarda pallacanestro o pallavolo – sottolinea De Filippis – ma ciò non è avvenuto per cui non ospitiamo eventi fissi». Sono i rischi del business, gli viene fatto notare durante la seduta: «Se il Comune non rinnoverà la fidejussione, saremmo costretti a non saldare il mutuo, e interrompere la convenzione – ricorda l’amministratore – facendo ricadere le pendenze sull’amministrazione». Il tono di questa risposta non piace a molti consiglieri: le proteste per quello che sembra più una minaccia che una trattativa alzano un muro di proteste, per le quali tocca a Stefano Bernini mettere una pezza: «Questo tipo di progetti sono il frutto di politiche di qualche “mondo fa” – sottolinea il vicesindaco – oggi tutto è cambiato ma continuiamo a far fronte a queste eredità. Di tutte, però, questa oggi almeno è a costo zero». Particolarmente dure le critiche di Simone Farello, capogruppo del Partito Democratico, che accusa la giunta di approssimatezza nell’affrontare la questione, come molte altre «Non esiste una linea politica sullo sport – sottolinea – e la cosa allontana investimenti e risorse. Iren sponsorizza una squadra di pallanuoto torinese, quando in provincia abbiamo il meglio a livello europeo di questo disciplina». Stefano Anzalone, recentemente investito delle delega allo sport, più volte chiamato in causa, dribla il confronto, assentandosi più volte dall’aula.
Durante la seduta della Commissione, su sollecitazione dei consiglieri Boccaccio (M5s), Grillo (Pdl) e Baroni (Gruppo Misto), viene fatta un po’ di chiarezza sui i “numeri”, smentendo in parte quanto uscito sugli organi di stampa cittadini: è vero che dal 2017 non ci sarà più 105 come sponsor, ma il canone annuale che General Productions incassa da Virgin è pari a 900 mila euro, in diminuzione rispetto all’oltre milione e 200 mila che veniva versato fino all’anno scorso; l’azienda concessionaria è alle prese con il rientro di due mutui, uno acceso all’inizio del progetto, di oltre 7 milioni di euro, e uno di circa 2 milioni per le ristrutturazioni del 2013. Solo sul primo però agisce la fidejussione del Comune di Genova: in caso di mancato pagamento, ad oggi sarebbero poco più che due milioni i debiti che la cassa pubblica perderebbe dalla cifra messa a garanzia, peraltro potendosi rivalere sulla GP nelle sedi opportune. Il danno economico per Tursi, se arrivasse lo stop definitivo alla fidejussione, quindi non sarebbe quello paventato da De Filippi sui giornali: sicuramente ci sarebbe un esborso e una altra gatta da pelare, ma nei fatti, in questa occasione è il Comune che sta dando una mano ad un privato, come lo stesso amministratore ricorda in conclusione del suo ultimo intervento: «Avevamo già calcolato di incassare il “sì” del Consiglio, ma se non arrivasse siamo in una brutta situazione, e il 30 settembre non riusciremo a pagare il Credito Sportivo. Per questo siamo disposti a metterci intorno ad un tavolo al fine di modificare alcune condizioni del contratto».
Nei prossimi giorni, quindi, la delibera ritornerà in aula, tecnicamente uguale, ma con allegata la promessa di cambiare parte degli accordi a favore dell’ente pubblico; staremo a vedere, la cosa certa è che ancora una volta ci si deve confrontare con dei “mostri” gestionali del passato, senza avere i margini per predisporre scelte più virtuose per il futuro.
Nicola Giordanella