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I dati relativi al 2010 di tutte le imprese che a Genova hanno aperto e quelle che invece hanno cessato l'attività. Odone: "Le nuove imprese sono ben strutturate"
Per avere un quadro generale della situazione attuale nel settore delle piccole e medie imprese genovesi, abbiamo posto alcuni quesiti al presidente della Camera di Commercio di Genova, Paolo Odone, che ci ha fornito i dati statistici del 2010 relativi alle imprese che hanno aperto e quelle che invece hanno cessato l’attività.
In provincia di Genova i dati relativi alle imprese iscritte alla Camera di Commercio mostrano, per la prima volta dopo tre anni, un saldo positivo: + 270 imprese a fine anno. Un’inversione di tendenza, dunque, anche se non siamo ancora ritornati alla situazione pre-crisi.
L’inversione è iniziata con il secondo e terzo trimestre 2010, che hanno mostrato i saldi positivi più alti degli ultimi 5 anni, compensando così un inizio anno negativo. La situazione per settori economici vede in lieve discesa commercio (- 160 imprese, vale a dire lo 0,6%del comparto) e attività manifatturiere (-87 imprese=1,1%); in lieve ascesa costruzioni (+196 imprese=1,4%), alloggio e ristorazione (+113=1,6%), immobiliare (+57=1,1%), attività professionali (+55=1,6%), servizi alle imprese (+42=1,5%), comunicazione (+30=1,6%), servizi alla persona (+26= 0,5%).
Presidente, sarebbe interessante conoscere i dati relativi alla durata, in termini temporali, delle imprese di recente apertura. E quante invece, dopo poco tempo, chiudono i battenti. Qual’è la tipologia di impresa che in misura maggiore, attualmente, è richiesta dal mercato? E qual’è la durata media di un’impresa che oggi decide di avviare l’attività?
Le nuove imprese, se non ben strutturate e sostenute da una buona idea d’impresa, sono destinate a chiudere nel giro di 2 anni, vale a dire il tempo medio in cui un imprenditore esaurisce le risorse investite nel progetto. Per dare più forza alle nuove imprese, la Camera di Commercio ha lanciato nel 1994, attraverso la propria agenzia formativa CLP (Centro Ligure per la Produttività) il Servizio Nuove Imprese, sportello per cui si rivolgono ogni anno un migliaio di aspiranti o neo-imprenditori. Dal dicembre scorso è attivo anche il Circuito Crea Impresa, finanziato dalla Provincia, che comprende vari tipi di servizi: il cosiddetto tutoraggio, evoluzione del servizio nuove imprese, gestito sempre dal nostro CLP, e poi consulenze, seminari, elaborazione di business plan, gestiti dalle associazioni di categoria.
I dati più recenti degli utenti del tutoraggio, da dicembre ad oggi, ci dicono che le persone intenzionate ad aprire una nuova impresa sono state circa 200, per la maggior parte nel settore del commercio e dei servizi. La qualità dell’utenza è considerevolmente aumentata, e circa il 60% arriva al circuito con idee chiare e buone conoscenze di base (con un test gli chiediamo se sa cosa è la partita iva, se ha delle risorse economiche da investire, se ha professionalità per quell’idea d’impresa ecc.) mentre un buon 30% ha una laurea. Il 50% degli interessati arriva da una buona posizione lavorativa, e questo è un segno inequivocabile della crisi. Un altro segno è la riduzione degli extracomunitari che vogliono fare impresa, che oggi sono il 20%, mentre negli anni scorsi erano il 40%.
Inoltre un altro aspetto importante, mi sembra la questione relativa al “trasferimento d’impresa”. Il problema è la mancanza di informazione e di coordinazione, fra coloro i quali vogliono cessare l’attività e chi, magari un giovane artigiano, potrebbe rilevarla e continuarla nel tempo?
In Italia ci sono circa 5 milioni di imprenditori iscritti alla Camera di Commercio, di questi, il 43% supera i 60 anni di età. L’ 87% di questi è maschio. Nei prossimi 10 anni, quindi, dovremo trovare il modo per aiutare questi imprenditori a non chiudere la propria impresa, per evitare l’impoverimento del nostro tessuto economico. La strada che abbiamo scelto è quella di incentivare la cultura del trasferimento d’impresa e del passaggio generazionale. Per fare in modo che sul territorio genovese, mantenendo l’attenzione anche sulle aree periferiche, venga incentivata questa cultura, la Camera di Commercio ha sostenuto l’apertura di 12 sportelli informativi, da Sestri Levante a Voltri, presso le associazioni di categoria, che da un anno circa forniscono le necessarie informazioni sia a chi vuol cedere un’attività sia a chi la vuole rilevare. Questi sportelli permettono all’imprenditore di avere una buona conoscenza delle diverse possibilità del trasferimento d’impresa, dei vari passaggi legali e burocratici e delle modalità di passaggio. Qui il futuro imprenditore ha la possibilità di conoscere tutti i vantaggi che comporta la decisione di rilevare un’impresa già esistente. Inoltre, sempre il CLP sta progettando un percorso per accompagnare i nuovi imprenditori a rilevare un’impresa, soprattutto artigiana.
Per quanto concerne le opportunità di creazione d’impresa, offerte dalla Camera di commercio e dagli enti locali, secondo lei, sono sufficientemente conosciute dai cittadini? E quanto vengono sfruttate concretamente?
La nostra esperienza ci dice che il migliore dei veicoli per far conoscere alle imprese i servizi che le riguardano sono le associazioni di categoria, così come prevede il principio di sussidiarietà. E il fatto che il Circuito Crea Impresa sia arrivato quasi al livello di saturazione ne è la prova. Nei casi in cui è necessario creare una cultura ex novo e un humus positivo che favorisca iniziative innovative, come nel caso del trasferimento d’impresa e della responsabilità sociale d’impresa, abbiamo realizzato con buoni risultati delle campagne di informazione o delle iniziative promozionali, come il premio che abbiamo lanciato l’anno scorso per valorizzare le piccole imprese genovesi che perseguono il proprio profitto senza perdere di vista il carattere sociale e ambientale dell’attività produttiva.
Matteo Quadrone
5 commenti su “Paolo Odone, intervista al presidente della Camera di Commercio”