Gli stalli ricollocati dal costruttore Viziano in cima a via Cairoli, con il permesso dei vigili. «Nulla osta privo di validità» per il Municipio; la replica di Viziano: «Me lo hanno chiesto loro». Intanto il Comune annuncia una nuova fornitura nel luogo originario
L’eterna diatriba tra costruttori e ambientalisti si arricchisce di un nuovo capitolo. Questa volta i protagonisti sono, da una parte, il circolo Fiab Amici della Bicicletta, dall’altra, Davide Viziano; in mezzo, Comune e Municipio Centro Est. Il luogo del contendere, suo malgrado, è piazza della Meridiana, piccola gemma del centro storico genovese, incastonata tra i gioielli di via Cairoli e via Garibaldi, già martoriata dalla sgradevole consuetudine di una sosta, merci e privata, pressoché selvaggia.
A scatenare la polemica sono stati i cicloamatori genovesi che accusano Viziano di aver, più o meno deliberatamente, spostato quattro nuovi posteggi per le bici, per fare spazio a un gazebo destinato al locale che si affaccia sulla piazza.
«Una falsità assurda – replica Viziano – come assurdo sarebbe costruire un gazebo in quella piazza. Il bar, tra l’altro, può già usufruire dei tavolini all’aperto, per i quali ha ottenuto tutte le autorizzazioni del caso». Secondo il costruttore, nonché presidente dell’associazione Amici di Palazzo della Meridiana, il motivo dell’intervento è di tutt’altra ragione: «Il vecchio posizionamento dei cicloposteggi rischiava di ostacolare l’accesso per i disabili all’ascensore riservato per raggiungere il palazzo, che consente di bypassare scalinata San Francesco. Dopo aver ricevuto un paio di segnalazioni e averle girate a vigili e Municipio, la situazione era diventata estremamente urgente per l’apertura della Mostra (“Nel Mezzo del Novecento – Genova e la collezione Della Ragione”, NdR). Così, in accordo con l’ispettore Cocco di Palazzo Tursi e previo avvertimento del presidente del Municipio Leoncini, ho provveduto a sistemare il problema con il mio personale».
Pochi metri di trasloco, dall’area antistante la galleria per l’ascensore di Castelletto allo slargo in cima a via Cairoli, che, tuttavia, cambiano radicalmente le cose, secondo gli Amici della Bicicletta. Non si tratta solamente di una questione di principio, come tiene a sottolineare l’architetto Giorgio Ceccarelli: «Gli stalli per le bici, tra l’altro pensati con un design tale che bene si sposi con l’arredo del nostro centro storico, hanno una triplice funzione in piazza della Meridiana. Prima di tutto sono una piattaforma funzionale di interscambio modale con l’ascensore che conduce a Castelletto. Poi, servono da efficaci dissuasori della sosta selvaggia. Ma, soprattutto, svolgono un prezioso servizio per la scuola Daneo e per la città: vedere parcheggiate alcune biciclette per bambini è un valido sprone alla mobilità sostenibile per tutti i genovesi». Un triplice servizio che viene meno con la nuova, forzata collocazione. «Arricchire Genova con i cicloposteggi è un atto di civiltà che ci avvicina a esempi di altre città europee di qualità. Com’è possibile che un privato possa deliberatamente mettere mano a un bene pubblico, per il proprio interesse, e per di più contro il volere dell’amministrazione?», si chiede Ceccarelli.
Già, perché come confermato anche dall’assessore a Mobilità e Traffico, Anna Maria Dagnino, sia tecnici del Comune che del Municipio avevano dato parere negativo allo spostamento.
«Ed è naturale che fosse così – tuona l’architetto del circolo Amici della Bicicletta – perché l’intralcio non esiste, è un pretesto».
Dello stesso parere anche il vicepresidente del Municipio, Fabio Grubesich: «La motivazione di Viziano è priva di fondamento, senza considerare che un’operazione del genere non può essere effettuata solo con il consenso della Polizia Municipale. D’altronde, anche i cartelli di divieto di sosta, che attualmente sono stati posizionati nell’area, non hanno alcun significato né dal punto di vista oggettivo né da quello normativo».
Per quale motivo, allora, il presidente del Municipio Leoncini avrebbe dato l’ok allo spostamento? «Le cose – spiega Grubesich – sono andate diversamente. Al presidente è solo giunta un’informativa vocale da parte di Viziano, una cosa tipo “allora siamo d’accordo per lo spostamento”. Evidentemente, Leoncini pensava che gli uffici comunali avessero dato il via libera».
Viziano, naturalmente, non è d’accordo: «Dopo alcuni sopralluoghi effettuati congiuntamente, è stato lo stesso Leoncini a pregarmi di intervenire perché nell’imminenza della mostra, l’amministrazione non era in grado di garantire soldi e forze per spostare i cicloposteggi». E per testimoniare i buoni propositi che lo hanno spinto ad agire, il costruttore ci mostra copia di un documento, inviato alla direzione Mobilità del Comune di Genova, al Gabinetto del sindaco, al nucleo di Polizia Municipale di stanza a Palazzo Tursi e agli uffici tecnici del Municipio, in cui vengono ripercorse tutte le tappe della questione.
«Mi sembra che ci sia proprio la voglia di scatenare una tempesta in un bicchier d’acqua», ribatte Viziano, «l’accessibilità per le biciclette non è stata assolutamente modificata e gli stalli sono stati spostati solo pochi metri più in giù. Sono stufo di questa caccia alle streghe che si scatena in città ogni volta che ognuno cerca di fare qualcosa. L’amministrazione dovrebbe piuttosto preoccuparsi di far mantenere completamente pedonale un’area ormai intasata da parcheggi abusivi».
Pasticcio amministrativo, furberia del costruttore o semplice incomprensione che sia, a questo punto è necessario trovare una soluzione. La richiesta degli “Amici della Bicicletta” è molto semplice: i cicloposteggi devono tornare alla loro sede ordinaria, naturalmente a spese di chi li ha traslocati. «Al di là del fatto che stiamo ancora aspettando di vedere la comunicazione ufficiale da parte dei vigili per dare il via al trasloco – aggiunge Ceccarelli – per quanto ci riguarda, gli stalli in cima a via Cairoli possono anche rimanere al loro posto. L’importante è che ne vengano sistemati altri in piazza della Meridiana».
E questo sembra essere proprio l’orientamento dell’assessore Dagnino, che promette l’installazione di quattro nuovi sostegni per ripristinare la situazione originale, fatte salve le necessarie verifiche sulla questione dell’accesso ai disabili sollevata da Viziano.
L’operazione rientrerà in un più dettagliato piano di realizzazione di cicloposteggi diffusi su tutto il territorio comunale: si parla di circa 400 stalli, per un totale di 800 posti che nei prossimi mesi troveranno spazio in tutti i municipi della città. «La speranza – conclude Ceccarelli – è di poter festeggiare degnamente i nuovi cicloposteggi con qualche evento ad hoc durante la Settimana della mobilità sostenibile, dal 16 al 22 settembre prossimi».
Nonostante le intenzioni di Tursi, la questione sembra ancora lontana da una sua conclusione. Restano, soprattutto, alcune domande a cui i diretti interessati non hanno fornito risposte soddisfacenti. Innanzitutto, perché un privato si sia mosso come sussidiario del Comune per procedere allo spostamento di un bene pubblico, senza nessuna autorizzazione degli uffici competenti, eccetto un nulla osta dei Vigili Urbani. E poi, per quale motivo Municipio e Comune non hanno impedito il trasloco se, come sembra, ne erano stati quantomeno informati da Viziano?
Simone D’Ambrosio
[foto dell’autore]