Il dibattito nasce grazie alle riflessioni proposte da un blogger genovese, esperto di informatica. Noi abbiamo chiesto un parere al presidente di Assoutenti, Furio Truzzi
Il Campus della Città Digitale, vale a dire la redazione multimediale centrale del Comune di Genova, che ha come Assessore di riferimento Andrea Ranieri, è costato a Palazzo Tursi per l’anno 2011 oltre 126 mila euro, di cui circa 91 mila euro per gli stipendi dei 4 funzionari che lavorano nella struttura e 32 mila per il pagamento di 3 collaboratori esterni con contratto a progetto.
Sono i dati resi pubblici lo scorso ottobre sulla pagina Facebook del Sindaco Marta Vincenzi su esplicita richiesta di un cittadino, Enrico Alletto, tecnico informatico che sul proprio blog “Linea di confine”, condivide spunti e riflessioni sul Web 2.0.
“Ma cosa ha fatto il Campus Città Digitale con questi soldi?”, si domanda la stessa Vincenzi nella pagina web.
“Ha sviluppato internamente (senza alcuna consulenza esterna come si evince dal conto economico) più di 25 siti web”. E ancora “Per i siti Comune di Genova e Vivere Genova cura anche la redazione giornalistica pubblicando quasi venti articoli originali in media giornaliera” e “Dal punto di vista video pubblica mediamente più di un video al giorno che viene caricato sul canale tematico The Genoa municipality channel su Youtube”. Ma non solo “Il Campus ha inoltre aperto e mantiene aggiornate più di 50 pagine tematiche su Facebook a partire dalla pagina Città di Genova la più seguita con quasi 10.000 amici. Nell’insieme la presenza del Comune su Facebook quanto mai variegata genera più di 2.000.000 di visite al mese delle notizie, foto, link pubblicati”.
Il progetto però ha anche un valore aggiunto che, secondo il Sindaco, non può essere quantificato “Mi riferisco all’aver innovato l’approccio del Comune alla comunicazione in assoluto non solo limitatamente ad Internet, all’aver inserito dentro la macchina comunale professionalità fino ad oggi non presenti, l’aver scelto la via della produzione interna invece di utilizzare sempre e solo fornitori esterni favorendo la crescita di una cultura dell’innovazione e dell’uso delle tecnologie ITC che potrà dare i suoi frutti migliori se questo progetto potrà continuare a crescere e a migliorarsi nel futuro finendo per incidere anche sull’organizzazione stessa del Comune”.
Sul sito web del Comune si può leggere la presentazione del progetto Genova Città Digitale che viene definito “Una sorta di piano regolatore dell’innovazione della città, inserito nel programma della Sindaco Marta Vincenzi, come strumento di crescita del territorio metropolitano”.
“Punto di riferimento del progetto è, per forza di cose, la rete nell’intento di creare un luogo virtuale multimediale in cui far convergere documenti visivi sulla storia, l’arte, la promozione turistica della città di alta qualità – scrive lo staff comunale – È solo il primo passo nella direzione di una radicale ristrutturazione degli spazi web destinati alla cultura e al turismo con attenzione speciale verso le applicazioni web 2.0 orientate alla partecipazione, alla condivisione, alla creazione di user generated content e ai social network”.
Quindi si tratta di un progetto che intende promuovere, con l’aiuto della rete, il patrimonio storico – artistico genovese soprattutto in termini di rilancio turistico della città. E il cui obiettivo finale sarebbe quello di favorire la partecipazione dei cittadini chiamati a dialogare e a confrontarsi con la pubblica amministrazione.
Ma alcune domande sorgono spontanee, come spiega il blogger Enrico Alletto nel suo post “L’intento è da 10 e lode. Quello che mi lascia un po’ interdetto è l’aver creato una vera e propria redazione web comunale che produce notizie ed eventi quando altre realtà presenti a Genova già lo fanno da molti anni, entrando inevitabilmente in concorrenza con queste ultime, quasi a volersi sostituire ad esse vista la scelta degli argomenti trattati”.
Anche Furio Truzzi, presidente di Assoutenti, a cui Era superba ha chiesto un parere, mostra tutto il suo scetticismo “Il Comune ha voluto inserirsi in un campo, quello dell’informazione, in particolare in ambito culturale, già fortemente presidiato da altre realtà private genovesi. Noi come cittadini digitali non ne sentivamo l’esigenza”. E precisa “Forse sarebbe più utile, anche in un’ottica pluralista, che il Comune assumesse un ruolo di regia e coordinamento nei confronti di coloro che già promuovono informazione on line”.
Ma anche a livello strettamente economico, Assoutenti esprime alcune perplessità “Queste risorse potrebbero essere destinate ad ampliare la fornitura di servizi on line – continua Truzzi – Oggi infatti ci troviamo di fronte ad un sistema arcaico, penso ad esempio al sito web del Comune, decisamente poco accessibile”.
Mentre per quanto riguarda la massiccia presenza di siti e pagine on line gestite dallo staff comunale, Enrico Alletto si chiede “Le pagine della Città Digitale hanno molti iscritti, generano visite, ma i contenuti sono spesso ridondanti ed anche per questo motivo non sono riuscito a trovare il vero valore aggiunto ai cittadini genovesi. Servono davvero 25 siti web e 50 pagine facebook mantenute dal Comune? I video prodotti trattano spesso di argomenti alti, in linea con l’anima promozionale del progetto, ma non danno mai voce ai cittadini che usufruiscono dei servizi ne approfondiscono quanto effettivamente fatto dall’amministrazione”.
“In un’epoca di grandi ristrettezze economiche penso che un’amministrazione pubblica dovrebbe spendere con maggiore oculatezza il denaro pubblico – sottolinea Furio Truzzi – Proporremo al più presto un incontro con l’amministrazione perché il problema esiste. Secondo noi occorre cambiare approccio nell’affrontare il tema della comunicazione on line da parte del Comune. Se davvero Palazzo Tursi vuole orientare i suoi spazi web ad una comunicazione partecipata e condivisa dai cittadini”.
Matteo Quadrone
Il giorno successivo alla pubblicazione, il blogger Enrico Alletto (che però preferisce essere definito cittadino in rete n.d.r), autore del post citato nell’articolo, scrive sul suo blog:
Richiesta formale ad Era Superba: chiederei cortesemente alla redazione di aggiungere il link all’articolo originale come prassi della rete in questi casi ed in linea con la licenza Creative Commons con qui il materiale del mio blog è coperto. Se questo non fosse possibile chiedo la rimozione in tempi brevi del mio nome e di tutto il materiale attinto dal mio blog. La visibilità che cerco è finalizzata a stimolare il dibattito, per alimentare una polemica o peggio essere strumentalizzato ne faccio volentieri a meno. Grazie
Proposta a Furio Truzzi, presidente di Assoutenti: ho fatto molte ricerche in rete su di voi, ho letto delle vostre giuste battaglie portate avanti e vinte a favore degli utenti, nulla da eccepire. Ma perfavore, non chiudetevi a poco più di un mese dalle elezioni amministrative, in una stanza di palazzo Tursi. Non si parla di comunicazione web partecipata e condivisa dai cittadini chiusi in una stanza. Organizzate invece un incontro pubblico, invitate i candidati sindaco e chiedete loro cosa ne pensano dell’argomento, cosa hanno in mente di fare per migliorare la situazione esistente e spiegate voi stessi quelle che sono le vostre proposte. Perchè il web 2.0 non è essere su Facebook ma è prima di tutto un modo di agire aperto, condiviso e trasparente.
Il link è online. La polemica in questione, che sia stato Lei ad alimentarla oppure no, esiste. E da ieri, dopo l’articolo pubblicato su Era Superba, esiste anche un dibattito. La ringrazio, sinceramente, per il suo intervento.
Il direttore, Gabriele Serpe
3 commenti su “Comunicazione on line: polemica contro il Comune di Genova”