Mentre al Micone di Sestri Ponente il pronto soccorso verrà trasformato in punto di primo intervento. Il sindacato autonomo Fials critica duramente le scelte di Regione ed Asl 3
A partire dal 25 ottobre, in attuazione al piano di riorganizzazione dell’area assistenziale ospedaliera e territoriale, il reparto di Cardiologia dell’ospedale Gallino di Pontedecimo sarà chiuso ed i posti letto (p.l.) verranno riconvertiti in p.l. di Medicina riabilitativa. A Sestri Ponente, invece, il pronto soccorso del nosocomio Padre Antero Micone verrà trasformato in Punto di Primo Intervento aperto 24 ore; inoltre i 19 posti letto di SPDC (servizio psichiatrico di diagnosi e cura) verranno trasformati in p.l. di riabilitazione psichiatrica. Così si legge in un comunicato diffuso dall’azienda sanitaria locale genovese. Non sono bastati i mesi di lotta dei comitati sorti in difesa dei due presidi sanitari di Val Polcevera e Ponente, affiancati dal sindacato autonomo Fials, le decisioni di Regione Liguria ed Asl 3 sono confermate.
«L’ultima versione del “piano” partorito tra via Bertani (sede dell’Asl 3) e la sede Regionale conferma e perfino aggrava la situazione – denuncia Mario Iannuzzi, – Al Gallino si vuole cancellare la Cardiologia riversando altrove migliaia di utenti». Un’ operazione che il sindacato ritiene incomprensibile, inutile e dannosa, il cui unico fine è «preparare prossime riduzioni dei servizi ospedalieri in Valpolcevera».
Per quanto riguarda Sestri Ponente «si vuole declassare il pronto soccorso a un non meglio definito “punto di primo intervento su 24 ore”, con un solo infermiere per turno in servizio – sottolinea Iannuzzi – Questo significa prendere in giro cittadini e i lavoratori offrendo il “contentino” di un servizio finto e perfino pericoloso. Insieme al Pronto soccorso sparisce il reparto di neurologia e sparisce la Psichiatria d’urgenza trasformata in una non meglio definita “riabilitazione psichiatrica”».
Il risultato, secondo Iannuzzi sarà quello di un’inevitabile intasamento dell’ospedale Villa Scassi di Sampierdarena dove «si riverseranno migliaia di cittadini, aggravando la crisi di una struttura che subisce la scellerata scelta di scaricare l’insieme di queste misure sul Villa Scassi e sui suoi lavoratori esasperando tensioni, contraddizioni e carichi di lavoro che già oggi l’Ospedale di Sampierdarena non è in grado di assorbire».
Tutte le proposte “alternative” sono state nei fatti respinte «La Regione e l’azienda dimostrano di non aver alcuna intenzione di ascoltare le Istituzioni e i Municipi locali che si oppongono a queste scelte e che chiedono altre soluzioni – conclude Iannuzzi – Noi continuiamo a pensare che occorre fermare i tagli. E per questo continueremo, con tutte le forze sociali e sindacali disponibili, le iniziative di protesta e di lotta per contrastare queste scellerate decisioni».
Foto di Daniele Orlandi
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