Un tira e molla discutibile aveva riacceso le speranze dei cittadini della Val Polcevera; la pratica verrà ridiscussa dalla Commissione regionale Sanità ma il destino dell'ospedale di Pontedecimo sembra segnato
La chiusura della cardiologia del Gallino era prevista per il 25 ottobre. Poi è arrivato il passo indietro dell’Asl 3, su sollecitazione della Giunta regionale, che ha sospeso il provvedimento perchè la pratica dovrà essere nuovamente discussa dalla Commissione regionale Sanità.
Un tira e molla discutibile che ha riacceso le speranze dei cittadini della Val Polcevera, ma solo per un giorno.
Giovedì 25 ottobre, infatti, la Commissione Sanità ha approvato la chiusura del reparto di cardiologia dell’ospedale di Pontedecimo, a costo di una significativa frattura della maggioranza. Il risultato finale è stato di 13 voti favorevoli e 9 contrari. Il Pd si è schierato compatto per il sì, l’ala sinistra, Fds e Sel, ha votato no insieme al Pdl, mentre l’Idv si è astenuta.
Nel corso della seduta sono stati ascoltati il direttore generale e il direttore sanitario dell’Asl 3, i responsabili delle cardiologie aziendali e del Pronto Soccorso dell’ospedale Villa Scassi. Ebbene dall’audizione è emersa con chiarezza l’infondatezza della voci sulla presunta pericolosità della cardiologia del Gallino per la popolazione, accusa già lanciata un anno fa, all’epoca della prima grande mobilitazione dei cittadini in difesa del nosocomio.
«Troviamo incredibile che venga chiuso un reparto che è stato trasferito a Pontedecimo, appena tre anni fa, dall’ospedale Celesia di Rivarolo – sottolineano i consiglieri Matteo Rossi (Sel) e Alessandro Benzi (Fds) – La cardiologia è stata inserita, seguendo tutti i criteri di razionalità della rete ospedaliera stabiliti dall’Asl 3, nella nuova ala del Gallino, costata alla cittadinanza la bellezza di 10 milioni di euro».
Inoltre, smantellare il reparto d’eccellenza del presidio sanitario di Pontedecimo, non consentirà di ottenere un significativo risparmio, visto che gli stipendi dei lavoratori graverebbero comunque sulle spalle dell’Asl 3, ovunque si decidesse di trasferirli.
«Che fine faranno, invece, i circa 600 pazienti ricoverati ogni anno presso la cardiologia del Gallino?», è la domanda finale dei consiglieri di Sel e Fds.
Matteo Quadrone
[foto di Daniele Orlandi]