La Liguria è una delle regioni più colpite dai tagli: - 18,4% rispetto al 2000. Al contempo aumenta il ricorso alle strutture private e la nostra regione è in testa alla classifica: + 59,5%
Ci sono numeri che fanno paura. In questo caso perché si riferiscono direttamente a problemi tangibili, che riguardano ognuno di noi e tutti, in un modo o nell’altro, abbiamo avuto occasione di verificarlo di persona.
Parliamo dei dati emersi da un’inchiesta del Quotidiano Sanità (www.quotidianosanita.it), elaborati sulla base degli Annuari statistici del Servizio sanitario nazionale del Ministero della Salute, relativi alla disponibilità di posti letto negli ospedali italiani.
Quello che emerge dall’indagine è un netto calo dei posti letto, soprattutto nel pubblico. In totale dal 2000 al 2009 sono stati tagliati quasi 45 mila posti letto, pari al 15,1% del totale, con un rapporto posti letto-abitanti passato dal 5,1 ogni mille abitanti di 12 anni fa, al 4,2 attuale.
Il calo più rilevante riguarda la Regione Sardegna (-22,6%) che dai 5,7 posti letto per 1.000 abitanti del 2000 è scesa fino al 4,4 del 2009.
Ma un drastico colpo di forbice, sopra la media nazionale, si è verificato anche in Friuli Venezia Giulia (-21,6%), in Puglia (-20,2%), Lazio (-18,8%), Liguria (-18,4%) e Veneto (-18,3%).
A livello medio nazionale il ridimensionamento dei posti letto ha interessato soprattutto le strutture pubbliche. Tra il 2000 e il 2009 sono state eliminate 42.105 unità, pari al 17,2%. In pratica più del triplo rispetto a quanto verificatosi nel privato accreditato dove il calo medio è stato del 5,3%.
In Liguria siamo passati dagli 8.742 posti letto del 2000 ai 7.134 del 2009. Il rapporto percentuale su mille abitanti è sceso dal 5,4 del 2000 al 4,4 del 2009.
Ma i numeri più eclatanti sono quelli relativi alle strutture private accreditate. Ebbene in Liguria i posti letto nel privato, in particolare case di cura e residenze protette, sono cresciuti del 59,5%, passando dai 128 del 2000 ai 316 del 2009. Tradotto siamo la regione italiana che registra l’aumento più consistente.
Ma in generale tutte le realtà locali hanno incrementato il ricorso al privato accreditato. <<Numeri che hanno fatto spostare di ben due punti la bilancia del rapporto tra posti letto pubblici (dall’82,8% del 2000 al 80,8% del 2009) e posti letto nel privato accreditato (dal 17,2% del 2000 al 19,2% del 2009)>>, sottolinea il Quotidiano Sanità.
<<La politica del ridimensionamento dei posti letto doveva essere accompagnata da una parallela crescita dei servizi territoriali che però stenta tuttora a realizzarsi in molte Regioni italiane – continua QS – Senza contare l’ulteriore ridimensionamento dell’offerta sanitaria conseguente ai Piani di rientro dal disavanzo che riguardano ormai quasi la metà delle Regioni italiane>>.
<<Il risultato di questa immensa operazione di ristrutturazione sanitaria, al momento appare quello di una rete ospedaliera vicina al collasso in molte zone del Paese>>, sentenzia QS.
Ad essere interessate sono soprattutto alcune grandi realtà metropolitane come Roma, Napoli, Torino, Milano, Genova.
Proprio la nostra città è un esempio concreto. Le cronache cittadine più volte hanno segnalato la gravissima situazione vissuta quotidianamente nei Pronto Soccorso di tutte gli ospedali genovesi. A causa della riduzione dei letti in corsia è sempre più evidente il sovraffollamento dei Pronto Soccorso ospedalieri ed il moltiplicarsi di situazioni limite dovute alla carenza di strumenti minimi, quali ad esempio le barelle.
<<Sempre più spesso gli organi di informazione raccontano storie di pazienti che devono essere assistiti e curati in PS in condizioni di promiscuità, precarietà, oltre la soglia di “umanità” – spiega il sindacato dei medici, Anaao Assomed – Il senso di vergogna che molti operatori avvertono nel dover lavorare in queste condizioni ha spinto i medici di molti ospedali a manifestazioni ed azioni di forte protesta a difesa del Servizio Sanitario Pubblico>>.
Matteo Quadrone