Spazio associativo o struttura sportiva? Il bando di gara dovrà sciogliere il nodo; il Consorzio Pianacci, da quasi 20 anni in prima linea per il riscatto del quartiere, si augura che prevalga la prima ipotesi
«Quanto è accaduto in questi giorni al Cep è il simbolo di quanto facciano fatica a dialogare istituzioni e comunità – scrive il direttivo del Consorzio Pianacci – Una delle funzioni di chi amministra deve essere quella di facilitare le strutture sociali della città e non di complicarne il lavoro appassionato e volontario. Sia chiaro: questa è un’osservazione purtroppo trasversale a tutte le forze politiche e partitiche che potrebbero amministrare la cosa pubblica a Genova».
Stiamo parlando dell’ultima polemica sorta intorno alla gestione dell’area Pianacci nel quartiere Cep, sulle alture di Prà, un luogo a forte carattere sociale che sabato 6 gennaio ha riaperto i battenti dopo l’ennesima proroga della concessione di affidamento, per altro arrivata il 31 dicembre scorso, all’ultimo minuto utile.
«Crediamo sia stato doveroso riaprire e ridare la frequentazione della Pianacci ai bambini, ai giovani, alle famiglie e agli anziani che, per la prima volta dal 1996, hanno visto l’area chiusa per 4 giorni consecutivi – sottolinea il direttivo del consorzio – Uno spazio che è il centro di una vasta area del Cep che quotidianamente accoglie tutti, come ad esempio decine di minori che giocano nel campetto, il quale dovrebbe essere affittato secondo i criteri del Comune».
La disputa ruota intorno alla prossima definizione del bando di gara per la gestione delle strutture. In ballo ci sono due visioni nettamente contrapposte: da un lato chi crede sia necessario continuare a considerare il Pianacci uno spazio associativo, permettendo così agli attuali gestori (il Consorzio Pianacci), oppure al soggetto che si aggiudicherà il bando, di proseguire le attività a favore del quartiere; dall’altro chi ritiene, invece, che debba prevalere il carattere sportivo, aprendosi a nuovi soggetti in grado di fronteggiare gli elevati costi che tale ipotesi comporta, con l’inevitabile riduzione della vocazione sociale che caratterizza l’area.
«È vero che in quest’area c’è una pista di pattinaggio e un campetto a 5 – continua il direttivo del Consorzio Pianacci – ma bisogna ricordare che lo stesso campetto viene usato gratuitamente dai giovani e dai Servizi Sociali del Comune ed è stato affittato solo 6 volte nel 2011». In pratica su 257 mila euro del bilancio 2011 del Pianacci «Solo 15 mila euro provengono dalle attività sportive di quegli impianti», precisa il direttivo del Consorzio.
«Se il bando di gara per la gestione fosse emesso considerando l’area Pianacci una struttura prevalentemente sportiva, questo potrebbe costituire un elemento di rischio per la continuazione delle attività sociali sviluppate nel quartiere dalla nostra associazione – conclude il direttivo del Pianacci – Il Vicesindaco, Stefano Bernini, ha ribadito la volontà di incontrare gli assessori competenti e il Municipio Ponente, oltre all’associazione stessa, per affrontare e risolvere la questione».
Finalmente le parti si siederanno intorno ad un tavolo per fare chiarezza, si spera in maniera definitiva, sui ruoli di ognuno, affinché non venga disperso il patrimonio di attività che hanno reso possibile trasformare il Pianacci nel luogo simbolo del riscatto di un intero quartiere.
Matteo Quadrone
[Foto di Daniele Orlandi]