Il Puc arriva in Consiglio comunale dopo un lunghissimo iter e, salvo ribaltoni dell'ultima ora, dovrebbe incontrare il favore anche delle opposizioni. Due i nodi principali ancora da sciogliere: nuovo ospedale Galliera e nuova destinazione d'uso per gli spazi Esaote a Sestri
Il Puc ha concluso il suo iter in Commissione. La delibera che darà il via libera al nuovo Piano urbanistico comunale sarà con tutta probabilità messa all’ordine del giorno della prossima seduta di Consiglio, prevista martedì 24 febbraio. Il voto finale, però, non dovrebbe arrivare prima di mercoledì 4 marzo: sono, infatti, già state calendarizzate due sedute di Consiglio interamente dedicate alla discussione e alla votazione del Puc e dei documenti allegati per martedì 3 e mercoledì 4 marzo, a partire dalle ore 9. Così i consiglieri avranno tutto il tempo per presentare e illustrare emendamenti puntuali e ordini del giorno (via libera da venerdì 20 febbraio alle 18 di giovedì 26) a quello che è considerato a pieno titolo l’atto madre dell’amministrazione della città. «Non si tratta di pratiche da tutti i giorni – spiega il vicesindaco e assessore all’Urbanistica, Stefano Bernini – ma quello che i consiglieri voteranno detterà legge almeno fino al 2025. Ogni modifica va valutata con il massimo dell’attenzione, soprattutto se gli emendamenti dovessero riguardare la parte generale perché a cascata potrebbero ricadere su tutta la normativa di dettaglio. Uno dei lavori più preziosi che gli uffici hanno fatto ultimamente è stato quello di “far girare” il Puc per rilevare eventuali incongruenze (si stima che siano state prese in considerazione circa 2000 osservazioni al piano preliminare, ndr) che abbiamo successivamente eliminato con l’ultima decisione di giunta. Ovviamente, lo stesso lavoro andrà fatto con tutti gli emendamenti».
Due i nodi più intricati che non sono ancora stati sciolti e che rischiano di alzare i toni della discussione: il nuovo Galliera e la destinazione d’uso delle aree sestresi di Esaote.
Del primo punto si è discusso ancora ieri mattina in Commissione: da un lato, la posizione della giunta che vorrebbe evitare nuove polemiche politiche con la Regione, mantenere nel Puc il cambio di destinazione d’uso di alcune aree, che consentirebbero la realizzazione di nuovi edifici residenziali per il sostentamento economico del progetto, e vincolare una decisione finale a un nuovo passaggio in Consiglio comunale dell’accordo di programma sul progetto definitivo; dall’altro, le sinistre vorrebbero lasciare nel Puc l’attuale destinazione a servizi (sanitari e ospedalieri) per l’intera area ed eventualmente approvare una variante solo dopo aver valutato l’accordo di programma. «Che cosa c’entra la costruzione di nuove residenze a Carignano secondo la filosofia ambientalista che muove tutto il nuovo Puc?» si chiede il consigliere di Sel, Leonardo Chessa. Tocca al vicesindaco tentare una mediazione: «Credo che su questo tema valga la pena sviluppare una posizione condivisa da tutti i gruppi consiliari. C’è la possibilità di elaborare una serie di vincoli più pesanti – spiega Bernini – in modo tale da aumentare le garanzie richieste per l’attivazione delle nuove destinazioni d’uso previste nel Puc». La sensazione è che nelle prossime riunioni di maggioranza un accordo possa essere trovato, anche perché tutti sono concordi nell’individuare la Regione come il principale imputato di questa impasse dovuta sostanzialmente alla mancanza di una programmazione sanitaria e, di conseguenza, all’impossibilità di arrivare a un quadro di fattibilità economica per il nuovo ospedale.
Più delicato il nodo Esaote. In ballo c’è il cambio di destinazione d’uso di alcune aree produttive di Sestri che il nuovo Puc prevede commerciali: si tratta di uno “scambio” realizzato tra Comune e azienda per il trasferimento di quest’ultima agli Erzelli. Dell’accordo, però, faceva parte il pieno mantenimento dei posti di lavoro: in seguito alla cessione dei comparti di produzione e di logistica di Esaote a Elemaster (che ha confermato la propria disponibilità a rimanere a Genova) non è stato garantito alcun futuro ai 54 dipendenti di Oms Ratto, ditta dell’indotto di Esaote in liquidazione da fine 2014. Le vertenze sindacali, che coinvolgono a pieno titolo tutti i lavoratori di Esaote per cui tuttavia la situazione sarebbe in via di definizione, sono in pieno corso di svolgimento, come testimoniato dalle numerose manifestazioni e dall’ormai presenza fissa in Consiglio comunale, ma è difficile intravedere una soluzione soddisfacente per tutte le parti in causa. L’amministrazione, che si fa portavoce delle istanze dei lavoratori, non vorrebbe però tirare troppo la cinghia con le aziende perché il rischio è che si venga a creare una situazione da «deserto industriale, in cui tutti escono sconfitti», che il sindaco Marco Doria vuole evitare a tutti i costi. Tra l’altro, al di là dell’aspetto urbanistico, il Comune ha ben pochi margini di manovra che si limitano a un ruolo da stimolatore per un incontro tra lavoratori e aziende.
A prescindere da queste due battaglie, nella discussione in Sala Rossa del Puc non si dovrebbe assistere a pratiche di ostruzionismo spinto a cui, invece, ultimamente siamo stati abituati sulle delibere più delicate. Sarebbe, infatti, un peccato replicare le tensioni che hanno accompagnato la delibera sulla gronda su un atto che da quasi tutte le forze politiche viene comunque considerato meritevole di apprezzamento, non fosse altro per la disponibilità dell’amministrazione a riaprire il piano alle osservazioni di cittadini e associazioni per 6 mesi ulteriori rispetto a quelli previsti dalla giunta Vincenzi. Un lavoro certosino quello del settore Urbanistica del Comune di Genova, che culminerà nella pubblicazione di tutte le mappe e dei dati utili georeferenziati.
Ciò non significa che gli emendamenti saranno pochi perché, come detto, in ballo c’è il futuro della città, delle sue aree abbandonate, di quelle produttive e di quelle da riqualificare. «Tutto è ancora fattibile – avverte il vicesindaco Bernini – ma i consiglieri dovranno prendersi le proprie responsabilità sui documenti che andranno a votare e che potrebbero avere importanti conseguenze economiche per le casse pubbliche. Dobbiamo fare molta attenzione a non utilizzare lo strumento urbanistico per punire o premiare determinati percorsi in atto: il Puc serve per indirizzare gli sviluppi possibili della città».
Simone D’Ambrosio