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Quarto: accordo di programma per il futuro dell’ex manicomio

Un decisivo cambio di indirizzo politico: l’intera ridistribuzione degli spazi sarà rivista per preservare la funzione pubblica del complesso; restano alcuni punti critici, in particolare la viabilità di accesso e la scarsa presenza di parcheggi pubblici


24 Maggio 2013Notizie

Manicomio di QuartoSvolta decisiva per il futuro dell’ex ospedale psichiatrico di Quarto. Regione Liguria, Comune di Genova, Asl 3 ed Arte Genova (Azienda Regionale Territoriale per l’Edilizia) si preparano a siglare un Accordo di programma per definire la ridistribuzione degli spazi e le destinazioni d’uso all’interno del complesso, al fine di mantenere i servizi esistenti e potenziarli mediante la realizzazione della piastra sanitaria per il levante cittadino con il trasferimento a Quarto delle funzioni attualmente svolte in via Bainsizza 42. Inoltre, una porzione di area pubblica, sarà destinata a servizi di quartiere, funzioni culturali ed aree verdi.
Per fare ciò si rende necessario un vorticoso giro di valzer che rimette in discussione tutti i beni immobiliari coinvolti nell’ultima “cartolarizzazione”, quella dell’autunno 2011, che aveva sancito la vendita ad Arte Genova della parte più antica del complesso: i padiglioni storici ospitanti i servizi sanitari per pazienti psichiatrici, disabili, anziani, con l’esclusione dei padiglioni 7, 8, 10 (l’unica piccola ala rimasta di proprietà dell’Asl 3).

Il cambio di indirizzo politico – suscitato dal vasto movimento di opinione, promosso da singoli cittadini e realtà associative (riunitesi nel Coordinamento per Quarto), a tutela del valore sociale dell’ex ospedale psichiatrico – trova conferma nell’accordo di programma che ribalta la situazione, prevedendo i seguenti scambi. Da Arte Genova ad Asl 3: blocchi 1, 2 , 3, 11, 12, 13, 14, 18, 19, 20, 22, 23 e 24; da Asl 3 ad Arte Genova: blocchi 7, 8, 10; palazzina c ex amministrazione, edificio in uso al Servizio Strade della Provincia di Genova e diverse aree limitrofe a quest’ultimo.
Dunque le funzioni pubbliche saranno preservate in gran parte dei padiglioni storici, in particolare la prima porzione, quella che limitatamente si affaccia sulla strada (via Giovanni Maggio), dove troveranno posto: la piastra sanitaria per il levante, funzioni culturali e servizi per il quartiere (di cui dovrebbe farsi carico l’amministrazione comunale). Il verde pubblico (qualcuno azzarda addirittura la definizione “parco pubblico”), invece, dovrebbe sorgere sul lato nord del complesso.
Ai futuri acquirenti privati sarà destinato circa 1/3 dei padiglioni storici, gli edifici sopracitati (palazzina c, Servizio Strade della Provincia) e numerosi mq di terreni edificabili. Le funzioni caratterizzanti saranno residenza e alberghi.

Il Municipio Levante, nella seduta consiliare del 16 maggio scorso, ha espresso parere favorevole (all’unanimità) alla bozza di Accordo di programma. In particolare, i consiglieri sottolineano di apprezzare «Il mantenimento nella struttura dei servizi esistenti e la futura apertura nella stessa di una piastra ambulatoriale».
Rivendicano il ruolo svolto dal Municipio – concretizzatesi con tre mozioni (19-07-2012; 01-10-2012; 26-02-2013) – e chiedono che il presidente del Municipio sia inserito nel collegio di vigilanza quale rappresentante dei cittadini del territorio coinvolto nell’Accordo.

«Sono indubbiamente soddisfatto perché finalmente stiamo andando nella direzione giusta – commenta il consigliere regionale Lorenzo Pellerano (Lista Biasotti), uno dei primi a sollevare il tema della scellerata gestione del patrimonio immobiliare di Quarto (insieme ad Era Superba), già nell’autunno 2011 – La parte che rimarrà pubblica è più ampia ed è prevista una migliore organizzazione degli spazi. Il progetto precedente, invece, non aveva alcuna logica, visto che l’area pubblica sarebbe rimasta incastonata nel bel mezzo delle aree private. Insomma, meglio tardi che mai – continua Pellerano – ma questi ragionamenti si dovevano fare già diverso tempo fa».

Restano comunque alcuni punti critici che destano perplessità, come sottolinea il Municipio. In particolare «Le modalità e i tempi del trasferimento dei servizi sanitari dall’attuale sede di via Baninsizza 42 nell’ex ospedale psichiatrico, operazione non menzionata nell’accordo, al fine di evitare periodi di scopertura nell’offerta dei servizi di assistenza sanitaria sul territorio». Inoltre, non sono state individuate con chiarezza le aree a parcheggio pubblico di accosto alla piastra sanitaria, necessarie affinché i cittadini possano godere di un’ampia fruibilità degli spazi, sia sanitari sia di servizio al quartiere.

Infine la criticità legata alla viabilità di accesso al complesso. L’area che si affaccia sulla strada (via Giovanni Maggio), insieme a 3 palazzine – casa delle infermiere, ex sedi del direttore e dell’economo – e allo storico corpo centrale, sono già proprietà di Valcomp II (società partecipata da Fintecna Immobiliare), in virtù della prima cartolarizzazione del 2008.
Di conseguenza, per garantire un agevole accesso agli spazi pubblici – piastra ambulatoriale e servizi di quartiere – Asl 3 e Comune dovranno per forza di cose sedersi ad un tavolo e negoziare con l’attuale proprietario, ovvero Valcomp II.
In altri termini, conclude il consigliere Pellerano «Quello che la Regione ha venduto alla società di Fintecna, dovrà essere riacquistato da un’altra istituzione pubblica». L’ennesimo giro di valzer di una vicenda che ha dell’incredibile.

 

Matteo Quadrone


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