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Finora nessun atto formale è seguito alle parole dell'assessore Montaldo che ha annunciato di voler bloccare lo smantellamento del polo di Quarto. Il trasferimento del Centro disturbi alimentari smentisce i proclami della Regione
Torna l’allarme sull’ex manicomio di Quarto e sul destino dei pazienti psichiatrici, disabili, malati ospitati dal Centro Alzheimer e dal Centro disturbi alimentari. Nonostante la retromarcia della Regione per bocca dell’assessore alla Salute, Claudio Montaldo, ancora non esiste nessun atto formale che cancelli definitivamente gli immobili dell’ex ospedale psichiatrico dalla delibera con l’elenco dei beni trasferiti ad Arte (Azienda regionale territoriale per l’edilizia) per essere messi in vendita al miglior offerente.
«Ad oggi non abbiamo ancora visto segnali concreti di cambiamento rispetto alla decisione di smantellare questo polo, anzi vediamo segnali opposti – affermano all’unisono l’Associazione famiglie dei pazienti psichiatrici ed il Coordinamento per Quarto – in queste ore è stato comunicato al Centro disturbi alimentari che dovrà trasferirsi in via Bracelli. È partita la gara d’appalto per la ristrutturazione dei locali dove dovranno traslocare. Inoltre, al di là dei proclami, il Centro Alzheimer seguiva 30 persone, ora ne sono rimaste 16. Questo per dire che il presidio continua perchè vogliamo mantenere alta l’attenzione su un problema che noi non consideriamo affatto risolto».
E infatti, a partire da Venerdì 21 settembre, sono in programma tre giorni di festa per dire che «La cittadinanza, il coordinamento, le famiglie, sono lì e non abbasseranno la guardia perchè abbiamo l’impressione che le scelte annunciate, in realtà non siano ancora state fatte».
Tornando alla questione del Centro disturbi alimentari, attualmente ospitato nel padiglione 18 nell’area dell’ex manicomio, la Asl 3 conferma l’avvio della gara d’appalto per i lavori nella nuova sede di via Bracelli.
«Il padiglione 18 doveva rientrare tra quelle strutture, insieme ad altri presidi socio-sanitari dell’ex manicomio di Quarto, per le quali la Regione ha annunciato di voler bloccare la vendita – spiega l’associazione famigliari contro i disturbi alimentari – Questo trasferimento da Quarto a via Bracelli, invece, ci fa pensare il contrario, ovvero che la regione voglia vendere la sede di Quarto, perchè altrimenti che senso avrebbe spostare il Centro disturbi alimentari?».
Una scelta contestata dai famigliari dei pazienti che sottolineano «Così si fa un passo indietro dal punto di vista terapeutico. La sede di Quarto è ottima per chi soffre di queste patologie perchè è immersa nel verde e ricca di servizi, mentre la struttura di via Bracelli si trova al piano terra di un condominio, senza spazi esterni, certamente non l’ideale per i malati».
Matteo Quadrone
Foto di Daniele Orlandi