Ieri l'assessore Montaldo ha annunciato l'intenzione di preservare le strutture che ospitano i malati psichiatrici, i disabili gravi ed il centro Alzheimer. Oggi in consiglio comunale si discuterà del futuro dell'ex ospedale psichiatrico
Una clamorosa marcia indietro della Regione Liguria apre nuove prospettive per una porzione dell’area dell’ex manicomio di Quarto, quella che ancora oggi ospita i malati psichiatrici, i disabili gravi ed il centro Alzheimer. Ieri mattina, infatti, l’assessore regionale alla Sanità, Claudio Montaldo ha annunciato alle commissioni consiliari del Comune di Genova l’intenzione di preservare queste strutture, stoppandone la vendita. La delibera è già pronta e andrà in giunta nella prossima riunione, forse già entro la fine di questa settimana.
A onor del vero la vendita è già avvenuta quando, sul finire dell’anno scorso, tramite una seconda cartolarizzazione, tutta la parte antica dell’ex ospedale psichiatrico – dove attualmente si trovano diversi servizi sanitari e amministrativi, tra i quali alcune comunità psichiatriche, una comunità per minori disabili, strutture residenziali per anziani, per pazienti psichiatrici e disabili, servizi di medicina legale, diversi uffici amministrativi – è finita in mano ad Arte (Azienda Regionale Territoriale per l’Edilizia) a cui è stato affidato il compito di trovare nuovi acquirenti.
«La decisione di vendere gli immobili era stata determinata dalle necessità finanziarie – ha spiegato ieri Montaldo – ma negli ultimi dieci giorni è cambiato il nostro orientamento. Abbiamo deciso di accogliere le istanze e i contributi del territorio e siamo pronti a modificare le determinazioni in merito».
«L’assessore ha garantito che le aree dedicate alla residenzialità, sia dei pazienti psichiatrici che dei disabili gravi, non verranno toccate – ha affermato Cristina Lodi, presidente della commissione Welfare del Comune – ora attendiamo la delibera che andrà a modificare la vendita delle aree. La Regione e il Comune hanno interpretato i bisogni dei cittadini. Collaborando siamo riusciti a raggiungere un importante risultato politico, facendo un passo avanti in un momento così delicato».
Esprime soddisfazione per il deciso passo avanti anche Lorenzo Pellerano, il consigliere regionale della Lista Biasotti che ha svolto un prezioso lavoro di documentazione per fare chiarezza su una vicenda assai intricata «Il risultato è indubbiamente positivo ma voglio ricordare l’impegno di cittadini, comitati e Municipio Levante, tutti contrari alla dismissione di Quarto. Non bisogna dimenticare che in Regione la maggioranza ha votato per la vendita dell’intera area dell’ex ospedale psichiatrico. Nel dicembre 2011, il direttore dell’Asl 3, Corrado Bedogni, è intervenuto per impedire la vendita di una piccola porzione del complesso, i padiglioni 7, 8 e 10, gli unici rimasti di proprietà dell’azienda sanitaria locale».
In effetti, affermare “Non venderemo”, come ha fatto l’assessore Montaldo, è un espressione fuorviante per chi non ha seguito passo dopo passo tutta la questione «Le aree sono già state vendute ad Arte – sottolinea Pellerano – Adesso si torna indietro e Arte non venderà più ai privati. Questo è il momento di fare scelte politiche lungimiranti e non dettate dalla fretta di fare cassa».
«Oggi l’assessore Montaldo riconosce che occorre mantenere quelle strutture che hanno goduto di investimenti significativi, come i 2 milioni di euro per la ristrutturazione della residenza psichiatrica “Casa Michelini” – continua il consigliere della Lista Biasotti – Sono felice che il mio impegno in qualità di consigliere, con il supporto di inchieste giornalistiche come la vostra, abbia fatto sì che potessero emergere con evidenza tutte le contraddizioni».
Sicuramente l’intervento del Comune è risultato fondamentale per cambiare direzione «Politicamente ha avuto un ruolo primario la volontà dell’amministrazione comunale che si è espressa a favore della tutela del complesso di Quarto – continua Pellerano – In caso contrario si sarebbe potuti arrivati ad uno scontro con la Regione, con immaginabili conseguenze politiche. Le diverse istituzioni hanno dimostrato che, ragionando insieme, è possibile arrivare a soluzioni condivise».
Ma la vicenda non finisce qui, come ricorda Pellerano «Innanzitutto voglio vedere la delibera e leggerla attentamente. Inoltre resta da capire come garantire l’accesso alle aree che rimarranno pubbliche, visto che saranno circondate da altre porzioni di proprietà privata».
E Lorenzo Pellerano si attende un passo indietro della Regione anche in merito alla questione dell’ex manicomio di Pratozanino a Cogoleto, perché «Pure in questo caso è ancora possibile correggere la rotta», conclude.
Matteo Quadrone
Foto di Daniele Orlandi
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