Lo sperpero di denaro pubblico è l'inevitabile risultato di anni segnati da scelte contraddittorie: oggi una nuova spesa graverà sui già disastrati bilanci aziendali dell'Asl 3 sottraendo risorse preziose all'assistenza socio-sanitaria diretta
L’epilogo della scellerata svendita dell’ex Ospedale Psichiatrico di Quarto non poteva essere diverso. Dopo anni segnati da scelte contraddittorie lo sperpero di denaro pubblico è sotto gli occhi di tutti: dal 1 gennaio 2013 l’Azienda ASL 3 Genovese (ex pubblica proprietaria) pagherà un affitto per poter continuare a mantenere i servizi sanitari e sociali nell’area di Quarto che «Tuttora impiega 400 lavoratori, coinvolge migliaia di utenti e “occupa” tantissime strutture pubbliche concretamente costituite da case e palazzi – afferma il segretario della sezione genovese del sindacato autonomo Fials, Mario Iannuzzi – Siamo tutti in attesa della delibera (stranamente mancante…), che ci illumini sul costo dell’affitto…».
La vicenda merita un breve riassunto delle puntate precedenti «Dopo la vendita di un pezzo dell’ex PSS realizzata dalla precedente maggioranza di destra, l’attuale Giunta regionale di “sinistra” eredita comunque “mezza Quarto” – spiega un comunicato della Fials – Disdetta la nota operazione ITT e per sanare i bilanci e affrontare i tagli nazionali al welfare e alla sanità decide di “vendere tutto”. La partita di giro consegna la proprietà ad ARTE – ex IACP Ente strumentale della Regione – che copre con 70/80 milioni l’intera operazione contabile mettendo all’incanto una parte consistente del Patrimonio sanitario pubblico (Quarto e altre aree). L’incasso aggira i Bilanci dell’ASL 3 genovese e realizza una “partita di giro” che finisce a vantaggio esclusivo della Regione».
«Le scadenze elettorali cittadine (Comune di Genova) impegnano fans e comitati della Lista Doria che impugnano (in ritardo ma meglio tardi che mai ) la vendita di Quarto e con l’appoggio del neo Sindaco riaprono una sorta di confronto con la Regione – continua il sindacato autonomo – La questione si intreccia con il “piano dei tagli”, la vicenda Galliera, le proteste a Sestri, Sampierdarena e Pontedecimo, il”boccone” IST–S.Martino».
«I “mal di pancia” (ancora acuti …) nella maggioranza regionale partoriscono l’attuale impasse che prima blocca e poi riduce a carta straccia il mega piano dei trasferimenti (comprensivo della cinica deportazione dell’utenza più fragile), da Quarto vero altri lidi», sottolinea la Fials, che lancia una stoccata a Palazzo Tursi «La “sensibilità” dell’Amministrazione Comunale e del suo Sindaco si ferma sulla soglia di Quarto. Il primo cittadino è anche il “primo smemorato”: non dimentica solo le dichiarazioni elettorali su AMT ma si scorda di avere firmato carte e documenti per difendere la sanità pubblica e gli ospedali di Sestri e Pontedecimo. Vigilare su Quarto è perciò d’obbligo. Anche i più ingenui non faticano ad immaginare all’opera forze concrete interessate all’area».
Nel mezzo resta la Direzione Generale della ASL 3 che «Pur fornita con “editto di Giunta” dei “pieni poteri” è costretta ai “conti politici” anche quando non coincidono con i “conti economici” – spiega la Fials – Atti alla mano la Direzione aziendale scrive e dichiara che per “spostare tutta Quarto” occorre spendere, in strutture alternative e appalti, almeno 8 milioni di euro. Ma nessuno in Regione e in Comune batte ciglio e i primi lavori partono (bando di deportazione per disabili, lavori allo Scassi e in Valbisagno, sfratto al centro sociale ecc.). Come si sa una piccola fetta dell’intero complesso – quella intorno alle RSA – non è mai stata ceduta perché, si dice, sia condizionata da mutui e/o contenziosi».
Infine nell’ottobre 2012 «Arriva una delibera Regionale (concertata con il Comune di Genova?) che elenca puntigliosamente tutti i servizi che devono restare nell’area di Quarto – continua il comunicato – La Direzione Aziendale se ne fa una ragione e a stretto giro di posta delibera la revoca delle sue precedenti delibere (dismissione dell’area di Quarto), dichiarando che per allocare a Quarto tutti i servizi elencati dalla Regione occorrono circa 9500 metri quadrati ma l’area “disponibile per l’azienda” è di soli 4200 metri quadrati costituiti dai pochi padiglioni non ceduti».
Da allora – inizio dicembre 2012 – tutto tace. «Risultato: dal 1 gennaio 2013 la ASL 3 pagherà un affitto ad ARTE per restare nell’area di Quarto – conclude il segretario Fials, Mario Iannuzzi – Questo affitto peserà sui già disastrati Bilanci aziendali sottraendo risorse preziose all’assistenza diretta. È tanto lecita quanto obbligatoria una domanda: chi pagherà per questo scempio di risorse pubbliche?».
Matteo Quadrone
[Foto di Daniele Orlandi]