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Il Tar della Liguria ha respinto il ricorso di Ascom-Confcommercio e Confesercenti che chiedevano la sospensiva dell'ordinanza anti-movida del Comune. Invariati gli orari per la somministrazione di alcolici. Confesercenti: «Tursi risolva la penalizzazione delle attività regolari e l'insufficiente incidenza su chi viola sistematicamente le regole»
Il Tar della Liguria ha respinto la richiesta di sospensiva contenuta nel ricorso avanzato lo scorso maggio da Ascom-Confcommercio e Confesercenti contro l’ordinanza “anti-movida” del Comune di Genova. In attesa che il Tribunale si pronunci nel merito, dunque, restano in vigore le restrizioni agli orari di apertura dei pubblici esercizi del centro storico e di Sampierdarena, costretti ad abbassare le saracinesche all’una di notte nei giorni infrasettiminali e alle due il venerdì e sabato e nei prefestivi.
Le associazioni di categoria, autrici anche di un esposto all’Antitrust, contestano un provvedimento a loro giudizio lesivo della libera concorrenza perché vincolante per tutte le attività economiche indipendentemente dal fatto che queste rispettino o meno le normative in materia di somministrazione delle bevande alcoliche.
Diverso il parere del Tribunale amministrativo, secondo il quale “il provvedimento del Comune di Genova è stato fatto precedere da un’accurata istruttoria e realizza un equo contemperamento degli interessi in conflitto. Nel bilanciamento degli interessi proprio della fase cautelare, risulta sicuramente prevalente quello della tutela della quiete pubblica e del decoro urbano”.
«Abbiamo vissuto come una sconfitta per la città il fatto che non si sia trovata una mediazione ragionevole con l’amministrazione, quando bastava un’ora in più di apertura per non penalizzare gravemente le attività regolari» replica Andrea Dameri, direttore di Confesercenti Genova. «La bocciatura della richiesta di sospensiva, che non abbiamo ancora potuto leggere, va analizzata e non significa il rigetto del ricorso, rimanendo comunque sul tavolo la penalizzazione delle attività regolari e l’insufficiente incidenza su chi viola sistematicamente le regole. Questo è un problema della città e che, come tale, spetta al Comune risolvere, non al Tar».
«Devo ancora leggere nel dettaglio il provvedimento del Tar ma è la conferma che il Comune di Genova ha fatto un lavoro serio e approfondito per contemperare i bisogni dei cittadini con quelli dei locali notturni» è il commento, a caldo, dell’assessore alla Legalità, Elena Fiorini. «Le motivazioni del ricorso si sono dimostrate poco consistenti e pretestuose, ora si tratta di andare avanti con un dialogo con le associazioni di categoria che come amministrazione confermiamo, così come con i cittadini e con i giovani e tutti coloro che amano la nostra città e la vogliono vivere divertendosi nel rispetto delle regole».
Per l’assessore Fiorini (e per il sindaco Marco Doria) la sentenza del Tar rappresenta una vera e propria vittoria anche all’interno della giunta. E’ noto, infatti, che l’attuale ordinanza sia molto più sostenuta dalla parte “arancione” dell’amministrazione genovese piuttosto che da altri esponenti come l’assessore allo Sviluppo economico, Emanuele Piazza, che aveva più volte annunciato la propria volontà di rivedere il documento andando incontro alle richieste degli esercenti. Difficile ora che l’assessore filo-renziano possa avere la meglio.
E a vedere di buon occhio l’espressione del Tar sono anche gli abitanti del centro storico che fanno parte dell’associazione Asset. «Il Tar ha effettuato un giusto bilanciamento degli interessi tenuto conto che l’ordinanza comunale si limita a ridurre di un’ora soltanto l’orario di somministrazione di alcolici nelle giornate prefestive (alle 2, anziché alle 3 di notte). I pubblici esercenti potranno dunque rimodulare l’orario, effettuando un orario maggiormente prolungato durante il giorno (infatti, attualmente, molti pubblici esercizi sono chiusi durante il giorno ed aprono la sera) e, se vogliono contribuire allo sviluppo turistico, dovranno offrire servizi più qualificati, rispetto alla semplice mescita notturna di prodotti alcolici». A dirlo è l’avvocato Andrea Pinto, portavoce di Asset. L’associazione si era già spesa in passato a sostegno del provvedimento, sottolineando come mirasse a tutelare la quiete pubblica e il decoro urbano, «valori prevalenti rispetto all’esercizio incondizionato dell’attività di impresa». L’associazione evidenzia inoltre che «la limitazione di orario e l’aumento dei controlli da parte delle forze dell’ordine hanno dato un segnale forte di sostegno agli abitanti e di fermezza nei confronti di chi vìola le norme di convivenza incivile». Per i cittadini del centro storico, inoltre, «la chiusura dei minimarket alle 21 ha arginato, almeno in parte, il fenomeno della diffusione di alcol (di pessima qualità) a basso prezzo e pone un argine al facile alcolismo tra i giovani. Per converso, la riduzione di orario non è tale da ostacolare lo svolgimento dell’attività di impresa».