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Lo spazio di Palazzo Ducale ospita dodici opere di giovani artisti: il tema dell'esposizione è legato alla mostra "Living in Lift"
“Verticalità” è il titolo della prossima mostra-concorso in programma presso Sala Dogana, lo spazio di Palazzo Ducale dedicato all’esposizione di opere di giovani artisti: l’inaugurazione di giovedì 8 novembre presenterà al pubblico i 12 lavori vincitori del concorso, che chiedeva l’ideazione di opere ispirate alla peculiare mobilità metropolitana genovese, caratterizzata da una quantità di collegamenti verticali quali ascensori e funicolari, mezzi imprescindibili di adattamento a una specifica morfologia del territorio cittadino.
Le opere – foto, video e installazioni – rimarranno in allestimento fino al 25 novembre, contestualmente alla mostra “Living in Lift” cui “Verticalità” è legata: ospitata sempre presso Palazzo Ducale, “Living in Lift” è promossa da Schindler, la nota azienda di ascensori, ed espone opere di artisti italiani e stranieri sul tema dell’ascensore, di cui forniscono la loro personale lettura trasformandolo da anonimo non-luogo a luogo denso di significati.
Ed è proprio nell’ambito di questa mostra itinerante (già a Torino e Milano) che la tappa genovese ha visto il programma arricchirsi del concorso “Verticalità”. La giuria che ha selezionato gli artisti vincitori è formata, oltre che dai curatori delle due mostre – Walter Vallini, architetto e art designer, e Roberto Mastroianni, filosofo e critico d’arte – da figure di rilievo tra cui il direttore dei Musei di Nervi (Maria Flora Giubilei), il conservatore della Wolfsoniana (Matteo Fochessati), il curatore e il conservatore del Museo d’Arte Contemporanea di Villa Croce (Ilaria Bonacossa e Francesca Serrati).
Gli artisti in mostra sono: Chiara Morando, Alessandra Elettra Badoino; Samy Mantegazza, Christian Devincenzi; gruppo GIU.NGO-LAB.; Luigia Giovannangelo; Paolo Bini; Laura Mergoni; Emmanuele Panzarini; Andrea Bodon; Laura Maria Baldo; Gabriele Cavoto; Danilo Torre; Salvatore Tulipano; oltre a loro, sarà in mostra, fuori concorso, anche Paolo Peroni, vincitore del premio “Schindler per l’Arte” 2012.
Abbiamo parlato del progetto con uno dei due curatori, Walter Vallini, che sarà presente all’inaugurazione dell’8 novembre.
Come è nata l’idea della mostra “Living in Lift”?
«Nel 2011 la Schindler Italia si è rivolta a BeVisible+, società che opera nell’ambito della ideazione ed organizzazione di eventi di design e di arte contemporanea, per partecipare ad uno degli eventi organizzati per il Fuorisalone di Milano. Io, come direttore artistico, ed Antonello D’Egidio, responsabile della comunicazione, abbiamo ideato il progetto “Schindler per l’Arte”: “Living in Lift” è l’evento più importante di questo progetto, e siamo stati sempre noi a proporre il tema specifico della mostra. Abbiamo curato i contenuti nonché tutti gli aspetti formali dell’evento: la selezione delle opere ed il progetto di allestimento. In questa edizione ho condiviso il ruolo di curatore con Roberto Mastroianni, giovane critico torinese, in una logica di apertura a contributi qualificati e qualificanti con cui arricchire ed ampliare i contenuti di Living in Lift per farla diventare sempre più un grande contenitore aperto alla partecipazione di artisti, critici, curatori ecc.».
Come siete giunti alla decisione di un concorso collegato?
«Insieme con le più importanti istituzioni dell’arte contemporanea ligure, Fondazione Regionale per la Cultura e lo Spettacolo, Sala Dogana, e Crac (Centro Regionale per l’Arte Contemporanea, n.d.r.) è nata l’idea di promuovere un concorso per artisti under 35».
Oltre ad ospitare le due mostre, di una di esse Genova è anche soggetto. La morfologia del territorio si presta perfettamente al tema, ma a parte questo, c’è qualcosa in particolare che vi ha portato a scegliere la nostra città come soggetto del concorso?
«Genova, per la sua particolare morfologia, è una città nel cui contesto gli ascensori sono stati inseriti sin dall’inizio del secolo scorso. Quindi l’ascensore è un oggetto che fa parte del patrimonio storico di questa città».
Il concorso chiedeva opere ispirate alle “criticità e opportunità legate alla mobilità metropolitana”, ma si può dire che in questa città le criticità superino di gran lunga le opportunità, ridotte al lumicino da fattori pratici (carenza servizio pubblico, arterie insufficienti, quartieri congestionati da folli speculazioni edilizie nei decenni passati, zero piste ciclabili…). Quanto è emerso nelle opere l’aspetto problematico della mobilità genovese? E quali differenze sono riscontrabili nella percezione di queste tematiche da parte degli artisti residenti a Genova rispetto a quelli che vengono da fuori?
«L’aspetto della problematicità della mobilità genovese è stato toccato solamente da un artista, guarda caso genovese, gli altri hanno sviluppato dei temi più concettuali e meno sociali».
La tematica della mobilità, declinata in tutti i suoi aspetti, è di assoluta attualità: mobilità sostenibile (sia dal punto di vista economico sia ambientale), mobilità efficiente (nelle città e nelle metropoli sempre più affollate), mobilità accessibile per tutti (abbattimento delle barriere architettoniche)…. Sicuramente l’arte può stimolare una riflessione a riguardo, ma crede che possa anche contribuire concretamente a dare una spinta verso la soluzione di questi problemi?
«La riflessione artistica deve denunciare le problematiche e produrre degli “stimoli estetici”; a risolverle praticamente devono pensarci altre componenti della nostra società».
I primi tre classificati parteciperanno alle prossime esposizioni di “Living in Lift” nelle tappe successive; chi sono e cosa nelle loro proposte vi ha portato a preferirli?
«La prossima edizione di “Living in Lift” si svolgerà a Castel dell’Ovo a Napoli nella seconda metà di febbraio del 2013. Inoltre il lavoro artistico del gruppo primo classificato sarà promosso con una mostra personale nella galleria torinese Fusion Art Gallery. I primi tre classificati sono: Chiara Morando – Alessandra Elettra Badoino, Mantegazza – Devincenzi e il gruppo GIU.NGO-LAB e sono stati scelti per l’originalità del tema svolto ma soprattutto per la qualità e maturità esecutiva».
Claudia Baghino
[foto di Diego Arbore]