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Esistono situazioni di estrema criticità ma ricondurre tutto ad un problema di ordine pubblico alimenta un'immagine estremizzata del quartiere che non corrisponde al vero
I cittadini e gli operatori commerciali di Sampierdarena – tornata al centro dell’attenzione nel mese di agosto a causa dell’ennesimo tragico omicidio – non ci stanno a veder dipinta la delegazione in cui vivono e lavorano come una “terra di nessuno” e si organizzano in forme associative per provare a cambiarne l’immagine. Sampierdarena, infatti, viene dipinta dai mass-media come un vero e proprio ghetto in mano alla criminalità, aumentando la percezione di insicurezza degli abitanti, da un lato giustificata dai grandi cambiamenti sociali che hanno segnato il quartiere, dall’altro smentita dai dati ufficiali dei reati «Non particolarmente allarmanti», come ha recentemente confermato al “Corriere Mercantile” il Questore di Genova, Mario Mazza.
E così, dopo le “Officine Sampierdarenesi”, l’ultima nata in ordine di tempo è l’associazione “Rilanciamo Genova”, presieduta da Roberto Cifarelli, ex capogruppo del Pdl nel Municipio Centro Ovest.
«Mai come ora era necessario impegnarsi ripartendo dal territorio – racconta Cifarelli – “Rilanciamo Genova” vuole essere una realtà apartitica collettore di istanze, contenitore di idee, fucina di proposte. Ha lo scopo di partecipare ad un rilancio economico, sociale e culturale di Genova, proprio partendo da Sampierdarena».
Ma anche i commercianti vogliono far sentire la loro voce e chiedono a Comune e istituzioni locali un intervento ad ampio raggio sul fronte sociale, commerciale, ambientale ed urbanistico. «Occorre rilanciare l’economia della zona – spiegano – Se infatti sono state agevolate le aperture di centri commerciali come la Fiumara, nel contempo non si è pensato ai piccoli negozianti e alle loro esigenze, ovvero maggiori parcheggi, l’organizzazione di eventi e manifestazioni capaci di portare a Sampierdarena cittadini di altre parti della città».
Anche perché ricondurre tutto ad un problema di ordine pubblico «Rischia di allontanare l’attenzione dalle cause che sono a monte di un degrado e disagio, sempre più diffusi – spiega Roberta Mongiardini, assessore nel Municipio Centro Ovest al “Gazzettino Sampierdarenese”, storica testata locale – Così si alimenta un’immagine estremizzata della delegazione che non corrisponde al vero e della quale molti sampierdarenesi sono stanchi. Esistono situazioni di estrema criticità e gravità che nessuno nasconde ma nel complesso il tessuto sociale è buono e sano».
Poi l’assessore ricorda come il declino sia iniziato ben prima dell’arrivo delle comunità straniere, spesso additate quali principali responsabili della difficile situazione odierna «Troppe servitù concentrate in una zona che, per storia e collocazione geografica, è parte del centro città; erosione di spazi per operazioni edilizie assai discutibili; traffico fuori controllo; un’eccessiva presenza di locali e sale da gioco. L’elevata concentrazione di immigrati ha fatto saltare il coperchio della pentola – conclude Mongiardini – ma non si tratta solo di un problema di sicurezza».
Matteo Quadrone
Commento su “Cittadini e associazioni: Sampierdarena non è un ghetto”