Dopo le denunce del passato, la situazione di Villa Gentile sembra oggi ancora più compromessa: cittadini, amministrazione e gestore privato si scontrano sulla fruibilità degli spazi, tra presunti abusi, installazioni non a norma e una gestione del patrimonio pubblico sempre meno chiara e sostenibile
Sturla è stata privata del suo giardino e, dal punto di vista delle ricadute pubbliche, la gestione attraverso concessione dell’impianto sportivo di Villa Gentile si sta rivelando praticamente fallimentare. Così si potrebbe riassumere il complicato rebus di uno degli impianti sportivi più importanti di Genova, dove, a fronte dei 40 mila euro di finanziamento versati ogni anno dal Comune, la cittadinanza ha visto ridursi sensibilmente la possibilità di usufruire di un parco pubblico, l’unico agibile del quartiere. Un’area di tutti, inglobata, di fatto, nelle disponibilità di un’associazione di privati. Una gestione che, inoltre, sembra non essere in grado di alleviare il bilancio comunale: lo scorso maggio, infatti, la giunta ha approvato un aumento di debito (attraverso mutuo) per 900 mila euro per finanziare ulteriormente alcuni impianti sportivi della città, tra cui il campo di atletica di Sturla, a cui sono stati destinati ulteriori 109 mila euro.
Era Superba aveva già documentato gli intoppi di questo progetto: un impianto sportivo, quello di Villa Gentile, la cui gestione comunale era in perdita, che veniva dato in concessione all’associazione temporanea di scopo “Quadrifoglio”, secondo un contratto per cui, a fronte dei ricavi relativi alle attività sportive ivi condotte, rimpinguati da un finanziamento pubblico annuale, erano previsti alcuni oneri di manutenzione e adeguamento strutturale. Nello “scambio” veniva compreso il parco pubblico limitrofo, del quale lo stesso Comune non era stato in grado di garantire il decoro per i consueti limiti di budget. Un’idea semplice per tener vivo un impianto sportivo unico per la città e permettere ai cittadini di Sturla di godersi un po’ di verde. Nei fatti, però, le cose sono andate in maniera molto differente.
Rispetto al nostro sopralluogo di due anni fa, la situazione pare addirittura peggiorata. Dal punto di vista della fruizione pubblica, l’accesso al giardino è vincolato agli orari e alle attività dell’impianto: l’ingresso di via del Mille non è stato messo in sicurezza e, quindi, risulta ancora inagibile, mentre quello di via Era viene “gestito” secondo gli orari dell’impianto (dalle 8 alle 16 nei giorni feriali). Durante i giorni festivi e durante manifestazioni sportive il parco però è inaccessibile, come denunciano i cittadini. Ma anche seguendo i suddetti orari, chi volesse approfittare di questo angolo verde dovrebbe convivere, volente o nolente, con le attività della pista e non solo. Dopo lo smantellamento della barriera che un tempo separava le corsie dai giardini (lavoro eseguito su iniziativa di “Quadrifoglio” ma non totalmente previsto dal progetto), recentemente è stata predisposta una rampa che permette agli atleti di accedere agevolmente all’area pubblica, inglobando di fatto il giardino nel circuito di atletica. In una piccola piazzetta al centro del parco, inoltre, sono stati installati blocchi di cemento utilizzati dagli sportivi per fare esercizi e stretching, mentre sono scomparsi alcuni elementi di arredo urbano collocati in precedenza dal Comune, come i cestini in metallo per la spazzatura. Ma non è finita. Nei mesi scorsi sono state posizionate delle attrezzature ginniche al centro del parco, all’interno di una improvvisata recinzione, “riservate” agli atleti. Queste macchine appaiono vetuste, arrugginite e precarie: pericolose, quindi, oltre che inutili.
Agli occhi dei cittadini di Sturla, quindi, si tratterebbe di una vera e propria occupazione di suolo pubblico, in virtù di una concessione che sulla carta prevedeva tutt’altro. In ultimo, il 12 settembre 2015 è stata inaugurata una targa dedicata a Pietro Mennea, “piantata” in mezzo al prato del parco e presentata in pompa magna all’interno di un evento sportivo dedicato al leggendario velocista: un manufatto inizialmente non previsto nel progetto. Presente, invece, come opera perno per la riqualificazione dell’impianto, una nuova copertura della tribuna, che però ad oggi non è stata ancora predisposta.
L’utilizzo del parco pubblico come dependance dell’impianto sportivo non è l’unica criticità dell’affaire “Villa Gentile”. Il 30 settembre 2015 il Comitato per la difesa di Sturla ha presentato all’amministrazione, attraverso un legale, un’articolata diffida, avente come oggetto anche la gestione di altre aree inserite nel contratto; la prima è quella del parcheggio di via Era, da sempre di pertinenza dell’impianto sportivo: già nel 2014 era stato verificato che l’area era affittata annualmente a privati, cosa che la sottraeva di fatto ad un utilizzo pubblico legato alle manifestazioni sportive; una situazione che perdura anche oggi. Altro oggetto della diffida è la palestra limitrofa alla pista: un edificio compreso nella contratto di concessione e che doveva essere ristrutturato al fine di essere utilizzato anche dalle scuole della zona, in orario scolastico, e da altre associazioni sportive di quartiere, come un vero e proprio impianto pubblico. Una perizia dell’Asl 3, risalente al marzo 2015, decretava l’immobile ancora inagibile non avendo i requisiti igenico-sanitari e di sicurezza necessari per un utilizzo scolastico. La diffida invitava il Comune di Genova a predisporre perentori controlli sul rispetto degli obblighi contrattuali sottoscritti dal concessionario.
A gennaio la risposta del Comune. Secondo le perizie effettuate dalla Polizia Municipale, non sono state riscontrate irregolarità per quanto riguarda l’apertura e la gestione degli spazi del giardino pubblico, mentre per la palestra, terminati i lavori predisposti da “Quadrifoglio”, secondo un nuovo sopralluogo dell’Asl, le normative in materia risultano ora rispettate. Anche per quanto riguarda la gestione del parcheggio non sono state riscontrate irregolarità.
Una risposta che però non sembra essere aderente alla realtà dei fatti: il Comitato per la difesa di Sturla, oggi denuncia continue limitazioni agli orari del giardino e la tendenza a utilizzare l’area come se fosse parte integrante dell’impianto sportivo. La palestra, inoltre, non è ancora nelle disponibilità delle scuole e di altre associazioni sportive, essendo di fatto esclusivamente utilizzabile dal concessionario.
Stando alle carte e alle testimonianze dirette ci sono, dunque, due diverse realtà contrapposte: la prima, condivisa da amministrazione e concessionaria, secondo cui tutto procede nel rispetto del contratto e del progetto alla base di questa operazione. La seconda realtà, vissuta e documentata quotidianamente dai cittadini di Sturla, vede, invece, un patrimonio pubblico divenuto oggetto di “lucro privato”, a discapito del quartiere, ma non solo.
L’unica cosa certa è che, ancora una volta, Villa Gentile può essere considerata una zona grigia, in cui non si riesce a capire dove finisca l’interesse pubblico e dove incominci quello privato. Una situazione che, oggi come ieri, richiede molti chiarimenti e dovrebbe far riflettere sulle scelte fatte per la gestione degli impianti sportivi della città: una corsa ad ostacoli che sembra non finire mai.
Nicola Giordanella