Sabato 29 settembre dalle ore 14:30 appuntamento in via Rolando per non far calare l'attenzione sul problema vivibilità. Nel frattempo al Campasso, ancora per pochi giorni, in mostra la Sampierdarena di un tempo
A Sampierdarena non sfiorisce la voglia di partecipazione dei cittadini intenzionati a cambiare lo stato delle cose. La realtà associativa apolitica e trasversale “Officine Sampierdarenesi“, nata nel giugno scorso, invita gli abitanti del quartiere a riprendere la mobilitazione e Sabato 29 settembre a partire dalle ore 14:30 annuncia la sua presenza in via Rolando.
Le richieste rivolte alle istituzioni locali sono sempre le stesse: maggiore prevenzione sul territorio da parte delle forze dell’ordine, in particolare nei punti più critici della delegazione; azioni in favore del rilancio del commercio e dei negozi di vicinato. E poi uno stop permanente alla concessione di ulteriori autorizzazioni per nuove aperture di sale gioco.
Gianfranco Angusti, presidente delle Officine Sampierdarenesi, annuncia una raccolta di firme per chiedere un posto di Polizia tra piazza Vittorio Veneto e piazza Masnata «Un camper che sia sempre strategicamente in uno di questi luoghi». E rilancia la lotta alle sale giochi «perché Sampierdarena non è La Vegas».
Nel frattempo al Campasso, una mostra fotografica inaugurata domenica scorso sta riscuotendo un grande successo. Dal titolo “Come eravamo – Quartiere Campasso“, l’esposizione propone una splendida raccolta di immagini dal 1900 al 1980.
Ottant’anni di storia ricostruiti grazie alla collaborazione di tutti gli abitanti del quartiere che hanno cercato in cassetti, armadi e bauli i ricordi di un tempo e li hanno messi volentieri a disposizione «Sono 94 immagini inserite in cornici a giorno che vanno dai primi del ’900 sino agli anni ’80 circa – spiega il Comitato Campasso – Documentano i profondi mutamenti della zona, e richiamano alla mente, soprattutto di chi non è più giovanissimo, gli insediamenti talvolta prestigiosi di un tempo come la famosa Gina del Campasso, nel cui ristorante si riunivano anticamente i dirigenti del Genoa dopo gli allenamenti della squadra nella famosa piazza d’armi e che contava tra i suoi clienti più affezionati l’allora sindaco di San Pier d’Arena Mario Bettinotti e personaggi come Federico Giolitti e Gabriele D’Annunzio».
Tra i reperti, anche i testi di due canzoni: “Zena e Sampedaenn-a” del 1926 firmata da Cappello e Margutti, autori della famosa “Ma se ghe penso“, e “La canzone della Gina” firmata da Attilio Margutti e Giovanni Maria Sala.
La mostra, promossa dal Municipio Centro Ovest, ospitata presso i locali di via Pellegrini 11/r. sarà aperta fino al 29 settembre, con orari 9:30-12:30 e 15-18:30.
«Ci auspichiamo che in futuro questa esposizione possa trovare una collocazione permanente a disposizione di quanti, giovani soprattutto, abbiano desiderio di documentarsi sul passato di un Quartiere che, ci auguriamo prosegua sulla strada di una positiva riqualificazione», conclude il Comitato Campasso.
Matteo Quadrone