Gli operatori del servizio tossicodipendenze del Ponente sono costretti a lavorare all'interno di una struttura fatiscente, in ambienti malsani per loro e per gli utenti
I lavoratori del servizio tossicodipendenze – Ser.T Ponente (medici, infermieri, psicologi, assistenti sociali) denunciano la grave situazione ambientale in cui si trovano ad operare e con una lettera datata 17 luglio chiedono alla dirigenza dell’Asl 3 di eseguire tempestivamente un sopralluogo.
«Il nostro servizio Ser.T Ponente ubicato in via Sampierdarena n. 2 ed è di proprietà dell’Autorità Portuale – scrivono – è una vecchia palazzina stile liberty che nel tempo è stata sede di vari servizi Asl». Parliamo di un edificio fatiscente «All’esterno da almeno 10 anni sono presenti impalcature mai rimosse che facevano sperare in una ristrutturazione mai avvenuta – continuano gli operatori del Sert – questo comporta l’impossibilità di poter aprire le persiane in alcuni locali poiché anche questa semplice operazione rischierebbe di far cadere le persone in strada».
Inoltre, sul piano della sicurezza i lavoratori fanno presente che «Le finestre del piano terra sono tutte provviste di inferriate e l’unica uscita di sicurezza si apre su un distributore di benzina – continua la missiva – All’interno della palazzina negli ultimi tre anni, grazie agli sforzi del nuovo responsabile, il dott. Giorgio Schiappacasse, sono state effettuate delle migliorie che hanno riguardato la pulizia dei locali, la tinteggiatura delle pareti e l’illuminazione. Ma purtroppo tali interventi non sono sufficienti a rendere vivibile gli ambienti sia per gli operatori, che si alternano per 12 ore giornaliere, sia per gli utenti del servizio».
Durante la stagione invernale «Gli infissi oltre ad essere pericolanti non si chiudono, lasciando passare aria ed acqua e di conseguenza alcuni locali si allagano ed il riscaldamento è insufficiente. Gli operatori, soprattutto all’ultimo piano sono costretti a lavorare con giacche e cappotti». D’estate invece «Non avendo i condizionatori si è costretti a lasciare le finestre aperte e questo comporta l’entrata di polvere di carbone provenienti dai depositi vicini all’edificio. Tali polveri depositano costantemente uno strato di carbone su scrivanie, fascicoli, documenti, computer, telefoni e peggio ancora sui nostri vestiti, sulla cute causando a molti di noi prurito sulla pelle. Nel corso della giornata siamo costretti a pulirci le mani più volte poiché nere di carbone. Molti operatori lamentano bruciori agli occhi (congiuntivite) e infiammazione alle vie respiratorie (rinite, faringite, bronchite). Inoltre non ultimo in ordine di gravità, sul tetto sono presenti strati di amianto visibili ad occhio nudo».
Per tutti questi motivi «Segnalati a più riprese negli incontri che la Asl 3 ha organizzato sulla sicurezza ma anche per iscritto, oggi ci troviamo a lavorare in una situazione malsana e pericolosa per noi e gli utenti – concludono i lavoratori del Sert Ponente – Chiediamo che tempestivamente venga eseguito un sopralluogo e che vengano mesi in atto interventi risolutivi e in caso di impossibilità non escludendo una diversa collocazione del servizio».
I rilievi evidenziati trovano pieno riscontro nelle informazioni in possesso del sindacato autonomo Fials «La situazione si protrae da anni nella condizione descritta con conseguenti peggioramenti strutturali dettati da usura e da omessi interventi manutentivi – spiega il segretario della Fials, Mario Iannuzzi – e ripetutamente, in passato, sono state inoltrate segnalazioni analoghe senza ottenere alcun riscontro».
Per questo il sindacato – considerando gli obblighi del datore di lavoro in materia di sicurezza degli ambienti di lavoro e degli ambienti aperti al pubblico, igiene degli ambienti, decoro degli ambienti di lavoro e degli ambienti aperti al pubblico – chiede all’azienda e al competente Servizio Prevenzione e Protezione di «Fornire copia della mappa di rischio inerente il locale in questione, ovvero di consentirne la visione come da normative vigenti; di fornire ogni utile riscontro in merito ad eventuali prescrizioni rilasciate dalle competenti autorità (UO PSAL sopralluoghi svolti come da nostra richiesta); di rendersi disponibile per un sopraluogo urgente nei locali unitamente ai nostri rappresentanti sindacali».
Matteo Quadrone