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L'allarme arriva dai cittadini e dalle realtà associative della zona che propongono, inoltre, di recuperare le aiuole di fronte alla stazione della metropolitana di Dinegro destinandole a giardino protetto per bambini
Manutenzione e pulizia per San Teodoro – quartiere cerniera tra centro città, Ponente e Val Polcevera – spesso considerato il “fratello minore” di Sampierdarena nonostante sia il luogo d’approdo per migliaia di croceristi di passaggio in città. Sono le richieste degli abitanti stanchi di una non curanza che la fa da padrona.
Nel mirino delle critiche ci sono le aiuole ubicate dinanzi alla fermata della metropolitana di Dinegro, sporche e abbandonate, ma soprattutto – per il suo valore storico, artistico e paesaggistico – le precarie condizioni della creuza di salita San Francesco da Paola, antico percorso che conduce all’omonimo Santuario (noto anche come Santuario dei Marinai) da dove si gode di un panorama invidiabile, oggi parzialmente ostruito da una vegetazione crescente.
Partiamo dalle aiuole di Dinegro. Aree verdi – progettate dall’architetto e neo senatore a vita, Renzo Piano – attualmente colme di erbacce e rifiuti che cittadini, associazioni e comitati di quartiere propongono di recuperare grazie al contributo del volontariato attivo e successivamente destinare a giardino protetto per bambini da intitolare a Don Andrea Gallo, figura molto amata a San Teodoro vista anche la vicinanza con la Comunità di San Benedetto al porto.
«Occorre ripristinare il decoro e dedicare uno spazio ai più piccoli in un territorio avaro in questo senso – racconta Aurora Mangano, residente impegnata con le realtà associative di zona – Qui, infatti, gli unici luoghi verdi puliti e controllati sono il giardino dell’Erba Voglio in via Ferrara e il giardino dell’Uva Fragola al Circolo Bottino in piazza Pestarino, guarda caso aree gestite volontariamente dai cittadini e così strappate all’incuria».
Discorso più complesso è, invece, quello riguardante salita San Francesco da Paola, creuza dissestata ormai divenuta percorso ad ostacoli, mentre dal piazzale panoramico del Santuario dei Marinai – quest’ultimo famoso per la presenza di opere d’arte e numerosi ex voto – oggi è quasi impossibile ammirare il porto a causa di una crescita disordinata della vegetazione.
La creuza «È una salita antichissima, originariamente molto più lunga e più stretta, in seguito tagliata dalla ferrovia e allargata nell’800», racconta Mangano. Realizzata con una parte centrale in mattoncini intramezzati da tavelloni di pietre e lateralmente fiancheggiata da “rissëu” (ciottoli). «Un tempo era percorsa solo dai carretti. Ed è ancora valido il limite massimo di peso, pari ad 1 tonnellata, a cui è consentito il transito. Adesso, però, la creuza viene utilizzata da mezzi a motore di tutte le dimensioni. E non potrebbe essere altrimenti, data la presenza di palazzi a fianco dei quali nuovi parcheggi, costruiti nel corso degli anni, hanno rimpiazzato giardini e altri spazi condominiali».
La criticità maggiore è la mancanza di manutenzione di salita San Francesco da Paola che, inevitabilmente, genera una serie di problemi. In particolare legati al veloce scorrimento dell’acqua piovana – soprattutto a causa della parziale assenza di tombini – che trascina con sé sabbia, terra ed altri materiali verso valle.
«Negli anni scorsi si sono verificati diversi allagamenti in Piazza San Teodoro – ricorda Mangano – Purtroppo i ciottoli sono precari e soggetti a facili smottamenti. Le piogge peggiorano le cose e così rischiamo di perdere l’unicità di questa creuza, oltre a complicare la vita degli abitanti costretti a percorrerla a piedi. Il limite di 1 tonnellata, ovviamente, non viene più rispettato. Quindi, per risolvere i problemi, è necessario un intervento di modifica della pavimentazione, magari trovando il modo di assestare adeguatamente i ciottoli».
Inoltre, a complicare la situazione sono alcune scelte errate del passato «Come l’aver piantato dei bagolari, alberi robusti con radici poderose che escono dal terreno (complicando la tenuta della creuza) e chiome foltissime che continuano a perdere, riempiendo di foglie la salita – sottolinea Mangano – Queste piante vengono potate soltanto una volta ogni 4-5 anni, decisamente troppo poco. Insomma, noi all’amministrazione pubblica chiediamo maggiore manutenzione e degli interventi puntuali di pulizia della creuza».
«Oggi non ci sono più i mecenati che negli anni gloriosi della Superba mettevano a disposizione le loro risorse per abbellire Genova – conclude Mangano – però esistono i fondi europei, ad esempio, che spesso scopriamo inutilizzati per la mancanza di relativi progetti. Eppure la creuza di salita San Francesco da Paola e il Santuario dei Marinai sono gioielli della città che si trovano a pochi passi dagli sbarchi delle crociere. E migliaia di turisti potrebbero fruire della bellezza di questi luoghi se solo ci fosse la volontà di valorizzarli».
Matteo Quadrone
[Foto dell’autore]