Un volume che racconta la storia del monte Antola, vera e propia passione dell'autore, crocevia di storie di uomini e natura
Un nuovo libro racconta le affascinanti vicende del monte: storie di uomini e natura
E’ arrivato in tutte le librerie e nelle edicole delle valli un nuovo volume che per la prima volta racconta la storia del Monte Antola.
E se gli aspetti escursionistici, ambientali e paesaggistici sono stati già esaurientemente descritti in altri libri, la narrazione delle secolari vicende dell’amata montagna è un’assoluta novità, che nasce grazie alla passione per questi luoghi dell’autore Alessio Schiavi, e alla Edizioni Croma di Fabrizio Capecchi, noto editore/autore di libri fotografici meritevoli del Premio Anthia nel 2007.
Il formato, la copertina rigida e la veste grafica molto curata lo distinguono dalle altre pubblicazioni del genere ma l’interno davvero stupisce per la ricchezza dell’apparato iconografico costituito da 350 immagini e per la grande quantità di informazioni, storie inedite, vicende appassionanti che coinvolgono il lettore, guidandolo attraverso un’epopea appenninica vissuta sulle cangianti costiere del monte… “Storie di uomini e natura”, come scrive Roberto Costa, presidente dell’Ente Parco ed autore dell’introduzione, perché in Antola non si possono scindere l’aspetto ambientale da quello umano, creando il connubio che ha dato vita al “mito” di questo luogo.
Grazie a molte interviste e alla consultazione di centinaia di articoli e pubblicazioni, le vicende del monte e dei suoi frequentatori sono delineate nel libro con un particolare riguardo per le diverse costruzioni che dal 1894 sono sorte poco sotto la vetta: il noto Rifugio Musante, Villa Elena, la Palazzina Borgonovo poi trasformata nel 1926 nell’Albergo Bensa gestito dai Fossa e dal Club Alpino Italiano, il Ristorante della Vetta dei Gattavara, la Cappella del Sacro Cuore consacrata nel 1899 e la famosa croce, eretta nel 1907 per volere di Ferdinando Maria Perrone alla presenza di diecimila persone. Edifici e simboli che sfidano le vicende della guerra, poi segnati da abbandoni, crolli ed infinite polemiche dopo la discesa a valle dell’ultima dei Musante: l’Albina. Dal 1983 nuove famiglie a dare continuità a questa storia: i Cecconetto per tre anni, i Vigilia per nove… poi ancora l’oblio… fino al Giubileo del 2000 quando viene ricostruita la cappella grazie all’infaticabile opera di don Cazzulo, seguita dall’apertura del nuovo Rifugio Parco Antola, gestito dai Garbarino di Rapallo e poi dal CAI con i volontari della Sezione Ligure. Ora la storia continua attraverso Giorgio Baschera… ma questo è già futuro.
Il libro di Alessio Schiavi, dopo una prima parte storica e più narrativa impregnata dell’amore per questo luogo dei tanti testimoni, ricca di sguardi, di balli, di celebrazioni, di raduni, offre al lettore una rassegna di venti storie del monte dal 1834 al 2010: racconti, resoconti, escursioni, imprese sportive ed esperienze di vita sempre illustrate con immagini d’eccezione, che provenendo da decine di archivi e qui pazientemente selezionate, diventano quasi un album di ricordi comuni, impreziosito da vasti panorami, fioriture e scorci di ogni stagione.
“Siamo andati in Antola” è perciò un libro che non deve mancare a chi ama e frequenta il monte, a chi vi sale dalle valli Scriva, Trebbia e Borbera, per conoscere la storia di questo crocevia di vicende umane: lette sulle pagine o intuite dagli occhi dei protagonisti, finalmente qui raccolti e raccontati.
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