La seconda parte del viaggio alla scoperta dei forti di Genova, la storia e le curiosità che riguardano le antiche costruzioni militari che circondano la città
Alcuni tra i numerosi forti di Genova, con la crescita della città, si sono venuti a trovare in prossimità del centro abitato fino ad esservi completamente conglobati. E’ il caso del forte di S. Giuliano (1819-1836) che, anticamente a picco sul mare, occupa un‘area in pieno tessuto urbano ed è la sede del Comando Provinciale dei Carabinieri. Nato sulla preesistente “Batteria Sopranis” (1745), vi si accede dal lato nord, in via Gobetti, con tanto di ponte levatoio, tuttora funzionante. Originariamente costituito da due caserme e da due gallerie, “di scarpa” e “di controscarpa”, che la leggenda vuole si prolungassero, segretamente, fino a Brignole, ha subito radicali rimaneggiamenti in occasione della costruzione di Corso Italia e per accogliere batterie antiaeree (poi demolite) che ne hanno alterato profondamente il prospetto sud.
Poco distante in linea d’aria è il forte di S. Martino. Sorto sulla collina di Papigliano, (1820-1832), ad opera del governo sabaudo, è ricordato per una storica fucilazione, durante il regime fascista. Adibito ad abitazione per i senzatetto, nel dopoguerra, adesso è di proprietà privata e versa in uno stato di completo degrado. Edificato sul Bastione delle Forche, il forte di S. Tecla è posto alle spalle dell’Ospedale di S. Martino. Il nome ricorda l’antica chiesa del XI secolo dedicata alla santa, annessa al forte e poi distrutta, nell’ottocento, per lavori di ampliamento. La struttura militare è datata 1747 ma, di fatto, è stata terminata solo nel 1833. Triste luogo di prigionia nell’ultima guerra, poi abitazione civica, dal 2001 è stata affidata all’Associvile che ne cura il mantenimento.
Il forte Richelieu (1747), ubicato sul contrafforte orientale del Ratti, deve il suo nome al maresciallo francese Louis du Plessis, Duca di Richelieu. A pianta rettangolare, con una cinta a “coda di rondine”, ospita sul fronte di ingresso due imponenti bastioni su cui erano, anticamente, collocate le artiglierie. Completato nel 1827, con la realizzazione della caserma, è stato rinforzato con l’aggiunta di due batterie, chiamate “nord” e “sud,” rivolte verso il monte Fasce ed armate con cannoni da 14 GRC/Ret (Ghisa Rigata Cerchiata/a Retrocarica.). Oggi, è sede di un ripetitore RAI.
Sito sull’omonimo monte, forte Ratti, aggetta sui quartieri di Sturla, Albaro, S. Martino. Si raggiunge salendo da via Terpi, fino a S.Eusebio, preparandosi, poi, ad una lunga passeggiata o dai Camandoli con un cammino più breve ma più impervio. Risalente ai primi del ‘700 ma modificato dai francesi e dai genieri del Regno Sardo, il forte si sviluppa quasi tutto in lunghezza (250 m) ed è sostanzialmente una gigantesca caserma. L’edificio primitivo includeva una preesistente torre, demolita, nell’ultima guerra, perché impediva la visuale alle batterie antiaeree. Si devono alla generosità della famiglia Durazzo le due ali, quella di ponente adibita a celle di prigionia e quella di levante, destinata ai magazzini. Una leggenda racconta che vi sia nascosta una camera segreta contenente armi e scheletri ma nessuno sa dove.
Spostandoci verso ovest, incontriamo il forte Quezzi, dominante il Bisagno, poco sopra il Biscione, ridotto a ricovero per greggi e, ancora più a ponente, forte Casale Erselli, forte di Monte Croce e forte di Monte Guano, compagini rocciose mimetizzate nel profilo della collina che, abbandonate dal demanio, si limitano a pochi ruderi.
A ridosso di Sampierdarena, arrancando per salita Millelire, troviamo forte Belvedere, teatro di uno scontro tra guelfi e ghibellini (1507) e sede, nel periodo napoleonico, di un’imponente torre, tutto ormai completamente snaturato dalla realizzazione del campo di calcio Morgavi. Nei dintorni, forte Crocetta prende il nome da un piccolo convento agostiniano. Ultimata, nel 1830, dal genio militare Sardo, l’impianto presentava un terrapieno superiore ed uno inferiore dove erano posizionati i pezzi di artiglieria e un ponte levatoio tuttora visibile. Circondata da una folta vegetazione che la rende particolarmente suggestiva, la sua cura è affidata solo alla buona volontà degli abitanti della zona.
Eretto sulle macerie di un’antica bastia cinquecentesca, Forte Tenaglia (1816-1830) deve il nome al profilo ad “L” del fabbricato e si trova su un crinale prospicente la Valpolcevera, vicino al cimitero della Castagna. Nei suoi segreti meandri sarebbero nascosti “il tesoro di Napoleone” o quello che, si narra, sarebbe venuto a cercare un vecchio soldato tedesco, inutilmente, per il divieto d’accesso opposto dal Ministero della Difesa. Il reale tesoro è la Casa Famiglia realizzata, oggi, nella struttura, dall’associazione ONLUS “la Piuma”.