Direttrice del Suq, attrice e regista. Il tema dell’edizione di quest’anno è “Identità e differenze”, al via mercoledì 13 giugno sino a domenica 24
Mercoledì 13 giugno si alzeranno le tende e si aprirà il sipario del Suq 2012, anzi, a dir la verità le tende al Suq si costruiranno, in perfetto stile kazako! Una Yurta, una tipica abitazione mobile delle popolazioni nomadi dell’Asia centrale, sarà infatti la particolare sede delle iniziative “eco” che sono state organizzate quest’anno per la prima volta; una delle tante novità della XIV edizione del Bazar dei popoli e delle culture 2012. Ne abbiamo parlato con la direttrice e produttrice della manifestazione, l’attrice e regista Carla Peirolero.
Il tema dell’edizione di quest’anno è “Identità e differenze”. Quanto è importante per la città di Genova incontrare e capire le identità che la abitano e sottolinearne le differenze?
«Genova è una città che storicamente si è fatta realtà d’accoglienza per umanità da ogni parte del mondo. La città deve avere sempre memoria di questo, della sua storia passata e del suo presente per rinnovare il rispetto nei confronti delle genti che la abitano e per costruire solide trame per il futuro. Gli immigrati, l’incontro con le loro storie possono essere una opportunità di crescita, di scambio, così come lo è l’incontro in campo artistico, di cui il Suq vuole essere una realizzazione. “Identità e differenze” è un tema che verrà declinato al Suq in spettacoli, dibattiti, workshop: momenti di conoscenza e di condivisione perché l’integrazione si vive concretamente nello spazio dello stare insieme».
Qualche anticipazione sulle novità del Suq 2012?
«Quest’anno le tematiche ambientali saranno uno dei punti forti dell’offerta culturale del Suq: l’originale spazio di una tenda kazaka Yurta sarà infatti l’epicentro di una serie di appuntamenti “green” realizzati in collaborazione con la Fondazione Muvita che si occupa di divulgazione scientifica e culturale in tema di ambiente, energia e sviluppo sostenibile. Sabato 16 e sabato 23, a partire da mezzanotte, la tenda ospiterà le Veglie in Yurta, serate di conversazione e viaggio; inoltre ogni sera ci sarà l’appuntamento Il Passaggio di Enea, una serie di incontri con la poesia ligure all’inizio del XXI secolo. In anteprima nazionale poi, ci sarà la presentazione con la madrina Syusy Blady di Plant-for-the-Planet Italia, la filiale italiana del movimento internazionale dei bambini-piantatori di alberi nato sotto l’egida ONU. Quest’anno infine abbiamo il piacere di ospitare l’artigianato e le iniziative di due nuovi paesi: Egitto e Cina. Ormai il Suq sta entrando nella piena adolescenza, ha quasi quattordici anni e come tutti gli adolescenti, avrà voglia di cambiare, sperimentare, ribellarsi…»
Cambiamenti in vista per il giovane Suq?
«Il Suq in effetti “scalpita” perché vorrebbe diventare indipendente dal punto di vista “abitativo”: avere cioè una propria sede permanente dove dar vita ad attività interculturali tutto l’anno, uno spazio che possa accogliere tutta la Compagnia del Suq e la rete di realtà e associazioni che con essa collaborano. Abbiamo già realizzato tre progetti per il recupero di altrettante zone cittadine : la Loggia di Banchi, il mercato del Carmine e lo spazio del Music Store al Porto Antico ma per ora non abbiamo ricevuto risposte. Sono certa tuttavia che questo sarebbe un ottimo segnale per la manifestazione in sé e per tutta la città e contribuirebbe a rendere ancora più grande il Suq; 12 giorni sembrano non bastare più e il Suq vorrebbe diventare grande anche a livello temporale».
Il Suq è il “bazar dei popoli e delle culture”. Non c’è forse il rischio di una spettacolarizzazione eccessiva delle componenti cittadine di origine straniera, limitata ad un singolo evento annuale, e una loro dimenticanza nel resto dell’anno?
«Gli spettacoli e i laboratori realizzati dall’Associazione Suq in realtà si sviluppano lungo tutto il corso dell’anno: da marzo sono in corso i laboratori di teatro interculturale all’Università di Genova e in alcuni istituti superiori cittadini. Si sono realizzate 15 conferenze-spettacolo con artisti immigrati e genovesi che hanno girato gli istituti scolastici della Liguria per dire no al razzismo; la collaborazione con il Teatro Stabile è sempre attiva per la messa in scena degli spettacoli interculturali. Questo per sottolineare che il Suq è una rete in costante movimento e sempre attiva, tutto l’anno, e non potrebbe essere altrimenti perché il Festival, in caso contrario, non si farebbe. A livello istituzionale, siamo in costante contatto con i consolati della città che ci permettono di far esibire al Suq gruppi dei loro paesi d’origine. Insomma, anche quest’anno il 24 giugno si chiude il festival 2012 e il 25 inizieremo a lavorare per il 2013».
Il Suq e l’Internazionale: i fatti che hanno interessato il Mediterraneo nel 2011 e lo interessano tutt’ora faranno parte dell’offerta culturale del Suq 2012?
«Quest’anno riserveremo un’attenzione speciale alla Tunisia, il primo paese da cui scaturì la scintilla che coinvolse poi i Paesi della sponda Sud del Mediterraneo. Sabato 23 avremo ospite Mohammed Sgaier Awlad Ahmad, poeta della rivoluzione tunisina, che parlerà dei suoi versi ispirati al sacrificio dei giovani fino alla stesura della nuova Costituzione».
Il Suq e la Politica: cosa si aspetta dalla nuova giunta comunale genovese?
«Ci aspettiamo, come ho già detto prima, una dimora per il Suq: questo era anche un punto chiave della giunta Vincenzi, una promessa che tuttavia non si è realizzata. Il mio desiderio è di creare un format artistico forte, un contenitore per tutte le realtà che nella città si occupano professionalmente e associativamente di intercultura. Genova ha un’alta percentuale di studenti stranieri iscritti all’università, una vocazione mercantile secolare e si meriterebbe questo luogo d’incontro e scambio per le identità della città. Gli spazi promozionali che attrarrebbe aiuterebbero a sostenerlo economicamente: se un’idea è forte catalizza investimenti e questo è stata la forza del Suq per più di un decennio. Se avessimo dovuto far affidamento solo sugli investimenti pubblici non ce l’avremmo mai fatta a garantire la continuità del Suq per più di 10 anni».
A questo proposito, il Suq e l’Economia: in un suo recente articolo pubblicato da Repubblica pone l’accento sui problemi economici e di finanziamento dell’offerta culturale italiana…
«Quest’anno il budget complessivo della manifestazione non arriva a 200.000 euro, di cui noi copriamo il 60%. In generale la cifra dell’investimento comunale è andata via via riducendosi: nel 1999 l’apporto pubblico era di 80.000 euro (il nostro apporto era il 20% del totale), nel 2011 era di 34.000 euro. Praticamente le parti si sono capovolte, quando il Suq nel corso degli anni ha esponenzialmente aumentato le presenze, catalizzando sempre più persone. Credo sia necessaria una profonda riflessione sull’offerta culturale cittadina: senza cultura non c’è sviluppo e per creare sviluppo sarebbe necessario coinvolgere tutte le forze vitali di questa città».
Ci piace terminare ricordando una frase dell’antropologo Marco Aime: “E se la parola suq viene usata da qualcuno in modo spregiativo , per indicare confusione, disordine, rispondiamogli che è vero: confondersi con gli altri è il solo modo per fare umanità.”
Antonino Ferrara
3 commenti su “Suq Genova 2012, intervista all’organizzatrice Carla Peirolero”