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Dopo la scossa di mercoledì, una nuova scossa di terremoto (magnitudo 5.4) è stata percepita nitidamente in tutta la città di Genova
Tremano gli appartamenti dei piani alti, scivolano gli oggetti dalle librerie e dagli scaffali, la terra ruggisce sotto i piedi di Genova. Una scossa forte per quelle che sono le abitudini e i ricordi dei genovesi, verificatasi intorno alle 15,50 e percepita in tutta la città. Anche mercoledì mattina la città si è svegliata con il terremoto, due episodi ravvicinati che ovviamente non interessano esclusivamente il genovesato, ma senza dubbio si tratta di un episodio raro dalle nostre parti.
La terra ha tremato in tutto il nord Italia e tremano gli abitanti che ancora hanno negli occhi le terribili immagini dell’Aquila o di Fukushima. Le prime stime dell’ Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia parlano di un terremoto di magnitudo 5.4, con epicentro nella zona confine fra la provincia di Parma e Appennino tosco emiliano. L’ipocentro sarebbe di 60,8 chilometri.
In direttore dell’Agenzia regionale della Protezione civile dell’Emilia Romagna, Demetrio Egidi ha dichiarato all’agenzia Adnkronos: “Stiamo facendo le verifiche per capire se si tratta della stessa faglia interessata dalla scossa di mercoledì scorso con epicentro nel reggiano. Quella delle 15.53 del pomeriggio è stata una scossa molto profonda ed è stata avvertita distintamente in un raggio fino a 100 chilometri“.
Le prime scosse, nel veronese, già martedì sera alle 20.41 e alle 20.49, seguite da quella molto intensa (4.2 della scala Richter) alle 00.54, con epicentro tra i comuni Bosco Chiesanuova, Cerro Veronese, Fumane, Grezzana, Marano di Valpolicella, Negrar, San Pietro in Cariano e Sant’Anna d’Alfaedo, di magnitudo 4,2 della scala Richter, e da repliche di lieve entità all’1,05 e alle 8,26 di ieri mattina.
Poi era toccato all’Emilia, in corrispondenza dei comuni di Boretto, Poviglio, Brescello e Castelnovo di Sotto, Campegine e Gattatico, alle ore 9,06. Qui l’entità del sisma aveva raggiunto i 4,9 gradi della scala Richter provocando panico nella gente che si era riversata in strada senza, per fortuna, ulteriori conseguenze e dando adito all’ordine di evacuazione delle scuole, in via precauzionale.
Il terremoto, avvenuto ad una profondità di circa 25-30 km, interessa quella zona in cui la placca Adriatica incomincia, a sud, ad innalzarsi all’altezza del Po per poi incunearsi sotto l’Appennino, e, a nord, spinge verso l’Europa per scorrere sotto le Alpi. Da ciò la conseguenza che il fenomeno è stato percepito dalla Val d’Aosta al Trentino, fino alla Toscana.
Che l’Italia debba convivere con la minaccia di sismi incombenti, lo depongono le cronache di sempre e che anche la Liguria debba essere considerata una zona a rischio, lo testimonia il recente terremoto registrato in Val di Vara, tre mesi fa: ma in che misura circostanze esterne potrebbero influenzare il precipitare degli eventi?
Nessuno è in grado di rispondere a questa domanda ma il continuo oltraggio dell’uomo alla natura “così in cielo così in terra”, che non è la nota preghiera cristiana, certo non contribuisce alla sua stabilità. Che anche il “fuori” abbia la sua importanza era una ferma convinzione di un bizzarro personaggio Raffaele Bendandi (1893-1979) il quale, pare, avesse la sorprendete capacità di predire tali eventi e che, pur morto, ha lasciato scritto che, il 5 ed il 6 aprile 2012, una nuova serie impressionante di sismi colpiranno l’intero pianeta, non esclusa l’Italia. Ci aspettano ben 103 di sue previsioni per gli anni a venire, previsioni fatte sulla convinzione che il movimento del sole e dei pianeti possano spostare le masse semiliquide che si trovano negli strati più profondi della terra.
E, allora, spinti dalla curiosità non certo dal desiderio di proporre la profezia Maya bis, andiamo a vedere cosa succede al nostro astro. E’ di questi giorni, la segnalazione dal Solar Dynamics Observatory (Sdo) e dal Solar Heliospheric Observatory (Soho) della Nasa e della Agenzia Spaziale Europea (Esa), di un’eruzione che ha portato ad una violenta tempesta solare come non si vedeva dal 2005 e, secondo una recente relazione (dossier di 145 pagine) eseguita per gli stessi enti dalla USA National Academy of Science (Accademia Nazionale di Scienze USA), ne è prevista un’altra, nel corso dell’anno 2012.
Adriana Morando