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Ticket sanitario: l’esenzione non vale per chi ha perso un lavoro precario

Tra i 6 ed i 65 anni di età sono esenti dalla partecipazione alla spesa sanitaria solo le persone che hanno perso una precedente attività di lavoro dipendente


8 Febbraio 2012Notizie

Una misura che colpisce i nuovi poveri, i meno abbienti, ma anche chi ha perso un lavoro precario. Parliamo del famoso ticket sanitario, dal quale non sono più esenti – a partire dal 1 novembre 2011 fino al 31 marzo 2012 – una larga fetta di cittadini liguri in difficoltà economica.

Lo denunciano singoli cittadini indignati affiancati da figure quali Don Andrea Gallo e da associazioni come Adircons (federazione delle associazioni dei consumatori) e l’Associazione Ambulatorio Internazionale Città Aperta, solo per citarne alcune.

Secondo la norma infatti, tra i 6 ed i 65 anni di età, sono esenti dalla partecipazione alla spesa sanitaria solo le persone che hanno perso una precedente attività di lavoro dipendente, iscritte negli elenchi dei Centri per l’impiego ed appartenenti ad un nucleo famigliare con un reddito complessivo lordo inferiore a 8.263 euro.

Sono quindi chiamati a contribuire al costo delle prestazioni specialistiche e farmaceutiche  tutte le persone disoccupate che in precedenza non svolgevano un lavoro dipendente, bensì lavori precari quali prestazioni occasionali, contratti a progetto, collaborazioni di vario genere. Ma anche i lavoratori autonomi, ad esempio le numerose Partite Iva di chi ha tentato, senza successo, di avviare un’impresa.

E non solo – secondo i cittadini che hanno denunciato la situazione – si registrano casi di minori ospiti di comunità o affidati ai servizi per svariate ragioni di disagio sociale che, non potendo usufruire dell’esenzione dal pagamento del ticket, sono stati costretti a rivolgersi presso strutture private, le quali hanno dimostrato maggiore disponibilità nel fornire le prestazioni sanitarie richieste.

Il caso è stato portato alla luce in Consiglio comunale dal consigliere Antonio Bruno (Rc) che ha presentato un interrogazione a risposta immediata. <<Spero si tratti di un errore frutto di qualche copia incolla frettoloso – spiega Bruno – Qui assistiamo ad uno scollamento della realtà che ha dell’incredibile. Come si fa a dimenticarsi di tutti i lavoratori precari che, una volta perso il lavoro, oggi sono costretti a pagare il ticket sanitario? Per non parlare delle persone sotto occupate con redditi insufficienti alla sopravvivenza, dei senza dimora e di chi non è riuscito ad integrarsi nel mercato del lavoro>>.

<<Senza un sostegno queste persone sono impossibilitate ad accedere ai servizi sanitari – sottolinea Bruno – chiedo a questa amministrazione di sostenere la mobilitazione avviata da alcuni cittadini ed associazioni e di farsi interprete di queste istanze presso la Regione Liguria. Il 31 marzo per fortuna scadrà questa norma e vogliamo che sia riscritta con la necessaria attenzione>>.

L’assessore ai Servizi Sociali, Roberta Papi, si è detta d’accordo. <<Porterò presso la Regione Liguria questa riflessione, che condivido. Da una prima indagine sembra che la Liguria sia l’unica regione italiana che interpreta in tale maniera l’applicazione del ticket sanitario. In qualità di presidente ligure di Federsanità cercherò di porre l’argomento al centro del dibattito mentre come assessore chiederò chiarimenti alla Regione>>.

 

 

Matteo Quadrone


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