Dopo "Il Punto" di via Canepari, a Certosa, nasce un'altra iniziativa che mira a redistribuire le eccedenze alimentari alle persone in difficoltà economiche
I prodotti alimentari che avanzano sugli scaffali di tutti gli esercizi commerciali – dalla semplice bottega al supermercato – scarti una volta destinati a finire nei rifiuti, oggi finalmente sono considerati una risorsa preziosa per fornire un aiuto ai sempre più numerosi genovesi che hanno estreme difficoltà, non solo ad arrivare a fine del mese, ma anche a soddisfare le esigenze più elementari, come quella di mettere assieme un pasto e una cena.
In Val Polcevera, grazie all’incontro fra le realtà, istituzionali ed associative, attive nella vallata e la Comunità di San Benedetto al Porto, guidata da Don Andrea Gallo, parte una nuova scommessa che si muove proprio in questa direzione.
È nato infatti il progetto C.R.E.A. – Centro Recupero Eccedenze Alimentari, realizzato con la collaborazione del Municipio Valpolcevera, dell’ A.T.S. 41 (ambito territoriale sociale n. 41 del Comune di Genova) e della Comunità San Benedetto. Un’iniziativa che va ad affiancarsi ad un altro importante punto di riferimento presente in zona, ovvero “Il Punto” di via Canepari.
«Tutto è iniziato nel 2006 quando, all’interno dell’allora piano regolatore sociale, nasce la collaborazione con Coop, in particolare l’Ipercoop di Bolzaneto e la Coop di Teglia – racconta Simonetta Gadaleta coordinatrice A.T.S. 41 –I prodotti alimentari prossimi alla scadenza e quelli con piccoli difetti che di conseguenza li rendono invendibili, alimenti ancora buoni e utilizzabili, diventano così una risorsa da ridistribuire alle persone in difficoltà economiche».
Il sistema, con la regia dell’A.T.S. 41, ha un funzionamento molto semplice: le Coop forniscono i prodotti, i volontari dei Centri d’ascolto San Vincenzo e dell’associazione Don Lino ai Broxi vanno a prendere le donazioni e le portano presso la parrocchia del Borghetto a Certosa, in via Canepari, dove è stato allestito una sorta di negozio di alimentari, chiamato “Il Punto”.
I beneficiari del servizio vengono selezionati dall’A.T.S. 41 che attribuisce loro un punteggio – seguendo alcuni criteri quali la composizione del nucleo famigliare oppure la presenza o meno di bambini – in base al quale possono convertire i punti in beni di prima necessità.
«Le persone vengono accompagnate dai volontari anche per quanto riguarda l’acquisto dei prodotti – spiega Gadaleta – il servizio ha una valenza educativa perché proviamo a spiegare loro come scegliere in maniera consapevole i prodotti di cui hanno bisogno. Per fare un esempio inizialmente la farina non veniva quasi mai acquistata. Ma grazie ai consigli dei volontari, che hanno spiegato come dalla farina si possa fare del buon pane direttamente in casa, consentendo un notevole risparmio, le persone hanno cominciato ad utilizzarla».
Ogni tre mesi usufruiscono del servizio 80 persone che, di volta in volta, cambiano lasciando spazio a facce sempre nuove, italiani e stranieri, senza distinzioni. «Da quando siamo partiti le richieste sono più che raddoppiate – sottolinea Gadaleta – un soggetto può rinnovare il servizio una volta soltanto».
I Centri d’ascolto San Vincenzo e l’associazione Lino ai Broxi hanno presentato alla Regione dei progetti ammessi a finanziamento nel 2010 e nel 2011 in base al Piano Sociale Integrato Regionale (PSIR). Con questi fondi è stato possibile aumentare il numero di prodotti disponibili. Purtroppo infatti le donazioni non sono sufficienti per sanare il fabbisogno e così si è deciso di implementare l’offerta acquistando ulteriori beni di prima necessità da altre strutture commerciali.
La Comunità di San Benedetto nel frattempo ha aperto un nuovo spazio a Rivarolo, in via Celesia, dove recupera e vende a prezzi contenuti vari oggetti, mobili, arredi, accessori da cucina, ecc.
La sua presenza in Val Polcevera è stata l’occasione propizia per favorire l’incontro della Comunità con i volontari attivi in zona e l’A.T.S. 41.
Nasce così il progetto C.R.E.A. che trae ispirazione – come per altro lo stesso progetto “Il Punto” – dall’esperienza dei Last Minute Market, un sistema di valorizzazione e recupero delle eccedenze alimentari, promosso nell’area bolognese, ideato dal professore dell’Università di Bologna, Andrea Segrè.
«La Comunità di San Benedetto ci ha chiesto se volevamo impegnarci in qualcosa di simile e noi siamo stati ben felici di raccogliere l’invito», sottolinea Gadaleta.
Il Municipio Valpolcevera sostiene il progetto e ha assegnato alcuni locali di via Pedrini, nel quartiere Diamante, che fungeranno da magazzino per le eccedenze alimentari. Qui verranno stoccate le merci poi distribuite seguendo lo stesso metodo che ha dimostrato di funzionare egregiamente presso “Il Punto”.
«I prodotti secchi (scatolette, pasta, ecc.) confluiranno in via Canepari – spiega Gadaleta – i prodotti freschi (carne, pesce, ecc.) , quelli più difficili da recuperare, verranno distribuiti direttamente in via Pedrini».
Ora partirà una sperimentazione di circa 6 mesi perché occorre coinvolgere attivamente i C.I.V., i negozi, i supermercati e tutte le strutture commerciali della vallata.
E bisogna sottolineare come il piacere di donare consenta anche un tornaconto economico: «La legge n. 155 del 25 giugno 2003 (disciplina della distribuzione dei prodotti alimentari a fine di solidarietà sociale) detta “del buon samaritano” prevede, per le attività commerciali che effettuano donazioni, la possibilità di usufruire di alcuni sgravi fiscali», spiega Gadaleta.
L’obiettivo rimane la redistribuzione di prodotti alimentari ma l’A.T.S. 41, ovviamente, non si tira indietro nel caso dovessero arrivare donazioni diverse, quali ad esempio prodotti per l’igiene personale, vestiario, ecc. «Non ci poniamo limiti e le occasioni per distribuire qualsiasi tipo di bene, considerando l’esponenziale aumento delle richieste di aiuto, non mancano», precisa Gadaleta.
Allo stato attuale però il progetto non gode di nessun fondo e le associazioni di volontariato proveranno, nel prossimo futuro, ad usufruire di eventuali bandi promossi dagli enti locali.
Un altro obiettivo – impossibile da raggiungere in assenza di finanziamenti – è infatti quello di inserire nel progetto alcune persone seguite dall’A.T.S. 41 e dalla Comunità di San Benedetto, fornendogli l’opportunità di riattivarsi impegnandosi in prima persona in un servizio dall’alta valenza sociale.
Matteo Quadrone