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Vespasiani, a Genova si può fare “pipì” gratis in 117 bagni pubblici. Ecco la mappa, quartiere per quartiere

Servizio pubblico, presidio di civiltà, segno di una città che fu o covo di sporcizia, incuria e odori nauseanti? Abbiamo mappato tutti i “pisciatoi” pubblici, croce e delizia di una città abitati soprattutto da anziani. Mandateci le vostre foto


21 Novembre 2016Inchieste
© Simone D'Ambrosio

© Simone D’Ambrosio

Vespasiano, lurido e fetente angolo di mondo dedicato alla minzione maschile, io ti amo. Da sempre il cesso pubblico suscita in me un sentimento di rispetto e ammirazione, innanzitutto per la sua forte funzione sociale, sintetizza in sé l’egualitarismo e la democrazia: è un servizio pubblico gratuito per uomini di tutte le età, etnie, religioni ed estrazioni sociali. Nei momenti di incontenibile bisogno, scorgerne uno in lontananza è come trovare un cadeau inaspettato la mattina appena sveglio. Il vespasiano è il lato oscuro e deviato dei cartigli del bacio perugina, una bacheca gratuita a cielo aperto dove poter leggere l’aforisma del giorno, le diverse dichiarazioni di amore etero e non, l’invito a partecipare a pratiche sessuali all’avanguardia.

Il vespasiano è da sempre una vetrina sui lati chiaroscuri del mondo, un narratore di storie, una piccola scatola del tempo. Ed è anche per questi motivi che va tutelato, salvaguardato e mantenuto. Senza i bagni pubblici, si dovrebbe ricorrere sempre alla scusa del caffè per poter utilizzare il bagno del primo bar intercettato in caso di impellente bisogno fisiologico (nella speranza di non incappare in quelli che ne sono privi o che lo dichiarano guasto).

Purtroppo però, come ogni bene pubblico che non garantisce un introito economico ma esclusivamente una spesa per le sempre più avvizzite casse comunali, il bagno pubblico spesso si presenta in condizioni penose: intasato, allagato da liquami di origine organica e fonte di miasmi raccapriccianti che costringono l’utilizzatore a trattenere il respiro manco stesse partecipando a una gara di apnea profonda.

La recente rimozione dei vespasiani del lato ponente di piazza Caricamento è stata allo stesso tempo una vittoria e una sconfitta per la città. Una vittoria perché quei “cessi” a cielo aperto versavano in condizioni di incuria indecente da tempo immemorabile, causando non pochi problemi ai ristoratori della zona, soprattutto a causa dei miasmi che, complice la vicinanza (non troppo sensata) con i bidoni della nettezza urbana, erano insopportabili. Nei mesi estivi, in pieno boom turistico, gli effluvi erano capaci di allontanare dai dehors dei ristoranti di Sottoripa orde di turisti famelici proprio come farebbe una boccetta di raid concentrato con un nugolo di zanzare. Non proprio un buon biglietto da visita per la città. Genova more than this verrebbe da dire. Ma la loro rimozione è stata anche una sconfitta perché, pur versando in una situazione tale da non essere più recuperabili, Genova ha perso un piccolo presidio di civiltà e un prezioso servizio pubblico per genovesi e turisti.

La mappa dei Vespasiani di Genova

Ma dove sono tutti questi bagni pubblici e gratuiti cittadini? Iniziamo col dire che ce ne sono ben 117 sparsi per tutta la città. Di questi sono solo 15 e maldistribuiti quelli autopulenti e si presentano come una specie di monolite di cemento in cui si ha il timore di entrare per la paura di non uscirne più. Al momento, secondo i dati forniti da Amiu, 5 vespasiani sono fuori uso temporaneamente per manutenzione: 3 classici (mercato di via della Libertà, villa Imperiale, via Bottini angolo via Isonzo) e 2 autopulenti (viale Nazario Sauro, piazzale Emilio Guerra).

Dando un veloce sguardo d’insieme alla mappa risulta evidente come la concentrazione di questi servizi pubblici sia maggiore nelle aree più densamente popolate: il municipio Centro Est con 25 vespasiani di cui 6 autopulenti e la Media Val Bisagno con 22 ma solo due autopulenti. Ben messo anche il Municipio Levante con ben 19 strutture ma una sola autopulente. Si passa poi a Sampierdarena con 12 vespasiani di cui 2 autopulenti. Segue la Valpolcevera con 11 bagni di cui uno che si pulisce da solo e il Medio Levante con 8 di cui 3 autopulenti. Infine, i municipi Ponente, Bassa Val Bisagno e Medio Ponente rispettivamente con 9, 6 e 5 Vespasiani ma nessuno autopulente.

Marco Castagna, presidente di Amiu, sottolinea come la manutenzione di questi bagni pubblici sia spesso un problema per i dipendenti dell’Azienda Multiservizi di Igiene Urbana: «Purtroppo la pulizia dei vespasiani è difficoltosa, nel senso che dovrebbero esserci degli addetti alla manutenzione dei bagni pubblici attivi 24 ore su 24 per garantirne una condizione decorosa, il che è ovviamente impossibile, soprattutto per quanto riguarda i vespasiani liberi, che vengono utilizzati continuamente e per tutto l’arco della giornata».

L’amministrazione pubblica ha, infatti, deciso di continuare a puntare su questo servizio. Recentemente è stata fatta una mappatura di tutti i vespasiani operativi sul territorio di Genova (senza la quale non sarebbe probabilmente neppure stato possibile abbozzare questa mappa) con l’obiettivo di recuperare quelli in condizioni decenti e chiudere o sostituire quelli che sono arrivati al capolinea. Sembra strano (o forse no) ma fino a poco tempo fa, il Comune non conosceva il numero esatto dei vespasiani in funzione.

Come potrete immaginare, non ci è stato possibile verificare lo stato di ciascun vespasiano in città. Per questo chiediamo la vostra collaborazione. Mandateci le foto dei bagni pubblici che avete sotto casa o che incontrate ogni giorno sul vostro cammino (via mail a redazione@erasuperba.it, sulla nostra pagina Facebook o via Twitter @EraSuperba). Così potremo completare al meglio le informazioni della mappa e aiutare il Comune a effettuare un’operazione di manutenzione e rilancio dei vespasiani funzionanti che sarebbe già nelle corde dell’assessore all’Ambiente, Italo Porcile.

Come? Una buona idea, in caso di ristrutturazione di quelli già presenti, potrebbe essere quella di dotare i bagni pubblici di condotte di scarico più grandi e meglio protette in modo da scongiurare i dannosi intasamenti. Nel contempo, noi auguriamo ai vespasiani una lunga e prospera esistenza.

 

Andrea Carozzi


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2 commenti su “Vespasiani, a Genova si può fare “pipì” gratis in 117 bagni pubblici. Ecco la mappa, quartiere per quartiere”

  1. anna 21 Novembre 2016 at 13:51

    Carina come idea, peccato fosse venuta prima al gruppo “Genova, contro il degrado”.

    Rispondere ↓
    1. Redazione Era Superba Post author21 Novembre 2016 at 13:57

      Buongiorno Anna,
      la mappa del gruppo “Genova, contro il degrado” è già stata realizzata con le foto di tutti i Vespasiani? Altrimenti, si potrebbero unire le forze…

      la Redazione

      Rispondere ↓

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