In attesa della sentenza definitiva per le violenze alla Diaz, è in corso un altro processo di cui non parla nessuno legato ai fatti del 2001
Lunedì scorso (12 giugno, ndr) è iniziato l’ultimo atto del processo per le violenze alla scuola Diaz durante il G8: in attesa della sentenza definitiva, che sarà pronunciata quasi certamente venerdì, sul web si è mobilitata una campagna per tenere alta l’attenzione su un altro processo che riguarda i fatti di Genova e di cui c’è molto meno risalto mediatico.
Mentre a Roma si svolgeva la prima udienza del processo sulla Diaz, in piazza Cavour (dunque sempre nella Capitale) veniva presentato l’appello 10×100 in difesa dei dieci manifestanti imputati per il reato di devastazione e saccheggio e sui quali la sentenza dovrebbe essere pronunciata il prossimo 13 luglio.
Sul sito 10×100.it è possibile firmare l’appello per chiedere l’annullamento delle accuse. Così si legge sul sito, a motivazione della campagna: “Mentre lo Stato assolve se stesso da quella che Amnesty International ha definito “la più grande sospensione dei diritti democratici in un paese occidentale dopo la seconda guerra mondiale”, il prossimo 13 luglio dieci persone rischiano di diventare i capri espiatori e vedersi confermare, in Cassazione, una condanna a cento anni di carcere complessivi, in nome di un reato, “devastazione e saccheggio”, che rappresenta uno dei tanti detriti giuridici, figli del codice penale fascista, il cosiddetto Codice Rocco“.
L’appello è già stato sottoscritto da nomi noti della cultura e dello spettacolo come Erri De Luca, Ascanio Celestini, il collettivo Wu Ming, Teatro Valle Occupato e Don Andrea Gallo.
Marta Traverso