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Alcatel Lucent: chiude la sede di Genova, a rischio 60 posti di lavoro

Un'altra importante realtà industriale rischia di scomparire dalla nostra città, il Consiglio regionale si impegna per la sua difesa


16 Novembre 2011Notizie

Il  gruppo Alcatel Lucent, multinazionale franco-americana attiva nel settore della Information and Communication Technology, annuncia la chiusura della sede di Genova, uno dei centri d’eccellenza della ricerca nel campo della telecomunicazione.

Il centro ricerche e sviluppo di Genova, originariamente appartenente alla Marconi, è stato acquisito da Alcatel Lucent e inaugurato nel 2005. Attualmente dà lavoro a 60 persone ed è impegnato in particolare nello sviluppo di soluzioni per reti a banda larga in ambito metropolitano destinate al mercato internazionale.

Un’altra importante realtà industriale rischia di scomparire dalla nostra città.  Ma non solo, altre riduzioni di attività sono previste in tutta Italia.

“Siamo in presenza di una progressiva riduzione degli investimenti e degli insediamenti del gruppo in Italia. Ciò è inaccettabile e ingiusto”. Così spiega in una nota Fabrizio Potetti, coordinatore nazionale Fiom-Cgil di Alcatel-Lucent, che poi aggiunge:

“Le lavoratrici e i lavoratori stanno pagando le scelte sbagliate del management che, invece di investire in nuovi prodotti e nuove opportunità, si concentra sui tagli e sulle delocalizzazioni. L’effetto di queste scelte sta producendo progressive riduzioni delle fette di mercato precedentemente occupate, oltre a esportazioni di tecnologie verso paesi che poi utilizzeranno tali conoscenze per farci concorrenza. Più si procede con questa impostazione e più l’Azienda si impoverisce, scaricando poi i suoi problemi sulle lavoratrici e sui lavoratori. E’ quindi necessario riaprire la discussione, già avviata al ministero dello Sviluppo Economico, per affrontare le questioni connesse alle logiche industriali e agli investimenti di Alcatel-Lucent in Italia, oltre che all’insufficiente capacità del nostro Paese di attrarre investimenti in settori strategici e ad alta tecnologia. La Fiom non starà a guardare mentre un altro pezzo della nostra storia industriale e del nostro patrimonio di conoscenze tecnologiche viene smantellato insieme a decine di posti di lavoro”.

“Dopo la cessione del sito Alcatel di Bari, l’annuncio di chiudere il sito di Genova e’ un avviso molto allarmate e che getta molte ombre sul futuro della permanenza del Gruppo Alcatel-Lucent in Italia – dichiara Giuseppe Ricci, coordinatore nazionale Fim Cisl per Alcatel Lucent – A suffragare questa preoccupazione sono i dati negativi su vendite ed export comunicati nel corso dell’incontro del 14 novembre che segnano per Alcatel-Lucent Italia perdite del 15% sulle vendite rispetto al settembre dello scorso anno”.

Alla luce di questa situazione la Fim Cisl chiede alla nuova squadra di Governo in via di formazione, un intervento urgente:

“E’ necessario un rilancio del settore tlc in Italia attraverso misure strutturali e di sostegno. In particolare chiediamo per i lavoratori Alcatel-Lucent l’immediata convocazione al ministero dello Sviluppo economico per affrontare la vertenza e ridare prospettiva e futuro agli oltre 2.000 lavoratori del gruppo”.

E ieri anche il Consiglio della Regione Liguria ha approvato all’unanimità un ordine del giorno (primo firmatario Gino Garibaldi, Pdl) contro la possibilità che il gruppo Alcatel Lucent chiuda lo stabilimento di Genova entro il 2012. Il documento impegna la Giunta perché “Siano poste in essere tutte le azioni possibili per tutelare e difendere l’industria tecnologica ligure, anche con la convocazione di un tavolo, interpellando e coinvolgendo tutte le parti interessate, per giungere a definire un programma ed una strategia chiara e condivisa per scongiurare la chiusura del centro di ricerche genovese da parte di Alcatel-Lucent”.

Il documento impegna inoltre la Giunta ad attivarsi presso il Ministero dello Sviluppo economico affinché venga fatta chiarezza sulle prospettive del gruppo.

 

 

Matteo Quadrone


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