Un contributo variabile a seconda delle fasce di reddito per aiutare i giovani a rendersi autonomi e lasciare la famiglia d'origine
Un contributo per aiutare i giovani a pagare l’affitto, è questa una lodevole iniziativa della Regione Toscana che ci piace menzionare come raro esempio di politica virtuosa. In una paese, l’Italia, che a differenza di molti suoi omologhi europei, è totalmente assente per quanto riguarda il welfare per i giovani.
Lo scorso 10 ottobre la giunta toscana ha approvato una delibera che dà il via al pacchetto di interventi per 45 milioni di euro complessivi da erogare nel triennio 2011-2013. Ai primi di novembre verrà aperto il bando per l’assegnazione della prima tranche di 15 milioni di euro.
L’intervento è diretto ai giovani in età compresa tra i 25 e i 34 anni residenti in Toscana da almeno 5 anni presso il nucleo famigliare di origine.
E’ previsto un contributo variabile da 1800 a 4200 euro all’anno (da un minimo di 150 a un massimo di 350 euro al mese) a seconda delle fasce di reddito e tenendo conto della presenza e del numero di figli. I fondi verranno distribuiti a chi contrae un regolare contratto d’affitto, non transitorio, nel territorio toscano, singolarmente o in qualunque forma di convivenza e con priorità per le coppie con figli. La durata massima del finaziamento è di tre anni. Per ogni contratto di locazione è ammesso un unico contributo.
Si calcola siano circa 10 mila i ragazzi toscani potenzialmente interessati dall’iniziativa.
Enrico Rossi, Predidente della Regione Toscana commenta così: “Lo facciamo per una ragione di giustizia e per una ragione di sviluppo. Una ragione di giustizia perchè non ci possiamo permettere di non essere d’aiuto ai giovani aprendo loro prospettive di autonomia. Di sviluppo perchè se riusciamo a rompere la distanza dei giovani dalla vita reale la Toscana può trovare in loro il dinamismo di cui ha bisogno”.
“Plaudiamo all’iniziativa della Regione Toscana perchè va nella giusta direzione – dichiara Stefano Salvetti, Sicet Liguria – Oggi infatti il problema non è tanto quello di incentivare l’acquisto della prima casa bensì è necessario rendere più appetibile il contratto di locazione“.
Siamo infatti nell’era del lavoro cosiddetto “flessibile” se non del tutto precario, con gli stipendi che subiscono una tendenza al ribasso e di conseguenza bisogna favorire gli affitti.
“Noi crediamo sia corretto incentivare la locazione e in particolare i contratti concordati che prevedono l’accordo fra le parti sociali”, conclude Salvetti.
Una ricerca del Sicet (Sindacato inquilini casa e territorio) evidenzia come fra i giovani tra i 18 e i 35 anni, solo 1 su 4 sia riuscito ad uscire dalla casa dei genitori e vivere autonomamente. A frenare questa spinta naturale all’autonomia in primis c’è proprio il caro alloggio. Sul posto letto si va da un minimo di 200 a 400 euro al mese. Per la camera da un minimo di 250 sino a 500 euro al mese. Mentre per l’abitazione il minimo è 450 sino ad un massimo di oltre 1300 euro al mese.
Dalle indicazioni dei redditi percepiti si capisce perchè i ragazzi italiani non possano permettersi una vita autonoma. Se per gli studenti che svolgono dei lavoretti il reddito mensile si aggira sui 300-400 euro al mese, il dato medio indicato da chi lavora è tra i 700 e i 1200 euro al mese. E’ evidente una forte divaricazione tra redditi e spesa per la casa. E infatti sono 7,2 milioni i giovani che vivono ancora con almeno uno dei genitori.
Matteo Quadrone