Quanto sono trasparenti le spese della civica amministrazione? Agorà Digitale lancia un sito web dove ogni cittadino può verificare come vengono usati i soldi pubblici
Lo scorso dicembre è stato approvato il cosiddetto Decreto Sviluppo, che fra i suoi numerosi articoli impone che a partire dal 1 gennaio 2013 gli enti pubblici dichiarino su Internet importo, destinatario e finalità di ogni spesa superiore a 1.000 € effettuata da quando il Decreto stesso è entrato in vigore, ossia luglio 2012.
Il testo dell’articolo 18 prevede infatti che «La concessione delle sovvenzioni, contributi, sussidi e ausili finanziari (…) a enti pubblici e privati, sono soggetti alla pubblicità sulla rete Internet (…) Le informazioni di cui sono riportate, con link ben visibile nella homepage del sito, nell’ambito dei dati della sezione «Trasparenza, valutazione e merito» (…) devono essere resi di facile consultazione, accessibili ai motori di ricerca e in formato tabellare aperto che ne consente l’esportazione, il trattamento e il riuso (…) A esse si conformano entro il 31 dicembre 2012 (…) tutte le pubbliche amministrazioni centrali, regionali e locali, i concessionari di servizi pubblici e le società a prevalente partecipazione o controllo pubblico. A decorrere dal 1° gennaio 2013 (…) la pubblicazione ai sensi del presente articolo costituisce condizione legale di efficacia del titolo legittimante delle concessioni e attribuzioni di importo complessivo superiore a mille euro nel corso dell’anno solare (…)».
Cosa significa? Dal 1 gennaio 2013 ogni ente pubblico, incluse le società partecipate o controllate, dovranno avere sulla homepage del proprio sito un link ben visibile, intitolato “Trasparenza, valutazione e merito” che rimandi all’elenco dettagliato delle spese superiori a 1.000 € effettuate dallo scorso luglio, con dati precisi relativi a importo, destinatario e finalità della spesa. La mancata pubblicazione di questi dati – rilevabile sia da appositi uffici di controllo, sia da colui che ha ricevuto o deve ricevere il pagamento, sia da ogni singolo cittadino (in quanto le spese degli enti pubblici riguardano indirettamente ciascuno di noi) – comporterà la non-legittimità del pagamento stesso.
Agorà Digitale – organizzazione no-profit che da anni si batte per lo sviluppo di Internet e delle nuove tecnologie in Italia – ha attivato da questa mattina (lunedì 21 gennaio 2013) una piattaforma web denominata L’era della Trasparenza: per una settimana ogni cittadino italiano potrà passare al setaccio e segnalare sul sito le voci di spesa di ogni ente della pubblica amministrazione nel proprio territorio. Le segnalazioni possono essere verificate anche su Twitter, dove è stato creato l’hashtag #salviamogliopendata.
Il sito prevede infatti la costruzione di una mappa, in cui chiunque può segnalare la mancata pubblicazione di una spesa da parte di uffici di Comune, Provincia, Regione, enti sanitari e scolastici, oppure conoscere quali spese sono effettuate dagli enti pubblici loro vicini, per verificare eventuali sprechi o inadempienze. Un primo passo per far comprendere ai cittadini l’importanza degli open data, ovvero la possibilità di accedere liberamente a ogni dato riguardante la pubblica amministrazione.
Al termine di questa settimana verrà realizzato e diffuso un report, che comprenderà casi virtuosi e inadempienze verificate dagli stessi cittadini: sarà dunque possibile sapere quali enti pubblici hanno reso consultabili i propri dati – ovvero li abbiano resi facilmente reperibili, consultabili e utilizzabili – e quali ancora non rispettano la legge in vigore.
Il progetto è stato sottoscritto da numerosi esponenti della politica, di diversi schieramenti: fra questi Antonio Ingroia (candidato premier con la sua lista Rivoluzione Civile), Umberto Ambrosoli (candidato Pd alla presidenza della Regione Lombardia), Michele Emiliano (Sindaco di Bari), Giovanni Favia (ex Movimento Cinque Stelle, attualmente candidato per Rivoluzione Civile), Oscar Giannino (candidato premier con la sua lista Fare per fermare il declino), Flavia Perina (candidata per Futuro e Libertà).
Marta Traverso
[foto di Daniele Orlandi]