Un importante ed ambizioso progetto di riqualificazione, un cammino intrapreso nei primi anni '90 e che terminerà nel 2019. Dal trasferimento della Facoltà di Scienze Politiche al campus universitario passando per il futuro di Valletta San Nicola
Acquistato dall’Università di Genova nel 1991 grazie ad un accordo con l’azienda proprietaria ASP Brignole che prevedeva l’acquisto del diritto di superficie a 50 anni, l’Albergo dei Poveri è interessato dal 2003 da un progetto di riqualificazione complessivo per la costruzione di un campus e il trasferimento della Facoltà di Scienze Politiche. Il trasferimento è quasi ultimato, ma per la fine degli interventi complessivi si dovrà attendere il 2019.
L’edificio di Piazza Emanuele Brignole, a Castelletto, è stato costruito nel 1652 per volere proprio di Emanuele Brignole, che fu investito dalla Repubblica di Genova del compito seguire la costruzione di un nuovo ricovero per i poveri della città. Ma solo quattro anni dopo questa data i lavori furono interrotti dall’epidemia di peste che colpì la città molto duramente: la sospensione ormai definitiva fu interrotta da una donazione dello stesso Brignole (pare 100.000 lire dell’epoca), che permise di riprendere i lavori. Tra molte vicissitudini, l’Albergo fu ultimato solo duecento anni dopo, nel 1835, a causa di vari ampliamenti svolti nel corso degli anni.
In un primo momento l’edificio venne utilizzato anche come rifugio per i rappresentanti della Repubblica genovese e conteneva importanti beni pubblici (dal Tesoro di San Lorenzo alle ceneri di San Giovanni Battista); alla fine del XX secolo è stato convertito unicamente all’assistenza agli anziani bisognosi, fino a quando in tempi recenti, dismessa la sua funzione, ha ospitato la Facoltà di Scienza Politiche.
Il 20 novembre 1991, dopo le trattative condotte fra le parti nel corso di una quindicina d’anni, l’Istituto Brignole, proprietario dell’Albergo, formalizza con l’Università di Genova un’intesa programmatica per il trasferimento a quest’ultima del diritto di superficie per 50 anni dell’edificio. Successivamente 4.500 studenti hanno fatto il loro ingresso nella nuova struttura, grazie all’intervento dell’architetto Enrico Bona, che ha riadattato gli spazi per utilizzo didattico. I 490 pazienti ancora ricoverati dell’Albergo sono stati traslocati in residenze per anziani in vari quartieri della città.
Si tratta di un progetto ambizioso per la creazione, entro il 2019, di un campus universitario che ospiti 7 mila studenti e si estenda su 48 mila metri quadrati. Accanto a questo progetto, anche il trasferimento della Facoltà di Scienze Politiche, che ha iniziato anni fa ad abbandonare le aule di Via Balbi 5 (che occupava assieme alla Facoltà di Giurisprudenza): dal 2012-2013 è iniziato il trasferimento in massa della maggior parte dei dipartimenti e oggi è pressoché ultimato. Inoltre, sempre nel 2012 anche l’inaugurazione del Centro Studi Bibliotecari “Enrico Vidal” e dell’aula magna, rispettivamente al secondo e primo piano.
Per realizzare questo progetto è stato necesserio un investimento di ben 80 milioni di euro stanziati dall’ateneo: l’obiettivo è dare vita non solo a un polo con facoltà e campus, ma a una vera e propria “città” universitaria con bar, negozi, cartolerie, librerie, tutto pensato in funzione delle esigenze degli studenti. Qui si cerca di valorizzare il polo umanistico e il progetto fa da contraltare a quello del trasferimento della Facoltà di Ingegneria sulla collina degli Erzelli.
I lavori che sono già stati portati a termine. In primis il recupero delle aule per la didattica (3300 mq) al piano terra; altre aule e l’aula magna di Scienze Politiche e Giurisprudenza sono state già risistemate e rese operative anche al primo piano (per un totale di 4115 mq); proseguendo, al secondo piano è attiva la biblioteca, il CSB Enrico Vidal (2535 mq). La biblioteca merita un commento a parte: inaugurata a giugno 2012, è situata nell’ala est dell’edificio e ospita oltre 240 posti sui suoi circa 2500 metri quadrati di spazio, e contiene 45 mila volumi. Al terzo piano, invece, sono stati recuperati gli spazi che ospitano dipartimenti e centro linguistico di ateneo (rispettivamente 1200 e 350 mq); al quarto e al quinto, ancora dipartimenti per 2740 mq totali.
E questo è quanto. Ma quali sono i lavori che devono essere portati a termine? Procedendo ancora per piano, tra gli spazi da recuperare ci sono i depositi (3675 mq), servizi vari (portineria, dipartimenti, disaster recovery, 740 mq) e negozi, senza contare il tunnel di 2200 mq che andrà a costituire un percorso museale storico-botanico, con accesso sulla parte anteriore, ovvero la Valletta San Nicola e le serre storiche gestite dal Comune. Al primo piano, sono ancora da terminare il bar-caffetteria, la mensa, un museo e laboratorio didattico, altri dipartimenti, la parte relativa alla chiesa di S. Immacolata e l’antichiesa che sorgono al centro del complesso dell’Albergo dei Poveri, nella parte posteriore. Qui troveranno spazio anche gli uffici amministrativi di ASP Brignole, cui si accederà da un ingresso posto nella facciata antistante del complesso, adiacente a quella riservata all’Università. Proseguiamo: secondo piano, aule studio e dipartimenti ancora da completare (3100 mq); al terzo, quarto e quinto, oltre alle aule per la didattica, residenze per studenti e foresteria: 90 posti letto, con cucine, lavanderia, ristorante, aule multimediali, spazi creativi e archivio. Al sesto, anche una palestra.
In totale, la superficie già recuperata è pari a quasi 11 mila mq. Quella che ancora dovrà essere soggetta a recupero invece è pari a oltre 23.300 mq.
Il progetto si inserisce all’interno di un altro progetto importante per la zona, quello del recupero di Valletta San Nicola (qui l’approfondimento di Era Superba), che coinvolge sempre ASP Brignole, Comune, Regione, cittadini e appunto Università. Ciascuno dei soggetti, come già scritto più volte su Era Superba, ha intenzione di acquisire parte dei 27 mila mq a disposizione per dar vita a progetti diversi: la cura delle felci storiche per il Comune; la creazione di orti urbani e spazi aggregativi per i cittadini; infine, il campus universitario, altro grande progetto dell’ateneo genovese assieme a quello degli Erzelli.
Proprio per parlare del futuro della Valletta oggi, giovedì 16 ore 14.30, è convocata una commissione consigliare in cui si cercherà l’accordo tra i soggetti coinvolti, in attesa dell’imminente (pare) firma definitiva dell’accordo di programma e della successiva spartizione dei territori.
«Museo è una parola grossa – aveva precisato ad Era Superba Enzo Sorvino, commissario straordinario di ASP Brignole – che comporta costi difficili da sostenere, sia per noi che per Tursi. Tuttavia, abbiamo intenzione di dare vita a un’area didattica ed educativa, che attiri visitatori sia da Genova che da fuori e che contribuisca a far conoscere i tesori lasciati in eredità dai Brignole e le bellezze della Valletta San Nicola».
Si tratta di una proposta dall’associazione di cittadini Le Serre ben accolta dall’Istituto Brignole, dal Comune e dall’Università. L’idea è quella di creare un percorso che parta dal Porto Antico e termini nella Valletta, passando per Via Balbi. Il museo sarà, appunto, di stampo storico-botanico e collegherà l’interno dell’Albergo (la galleria che un tempo portava ai reparti) alla Valletta: un tunnel congiungerà gli interni con giardini e serre di felci storiche all’esterno.
Oggi all’interno del corridoio al primo piano dell’Albergo dei Poveri si possono consultare tavole appese alle pareti prodotte dagli studenti della Facoltà di Architettura (Corso di Laurea Magistrale in Restauro e Recupero Edilizio, V anno, a.a. 2011-2012, e Scuola di Specializzazione in Beni Architettonici), che hanno avanzato tutte queste proposte progettuali di recupero della struttura, in via di attuazione. Si tratta nello specifico di una proposta che è stata oggetto di un Accordo Quadro di collaborazione tra il Dipartimento Grandi Opere Progettazione e Sicurezza e la Scuola di Specializzazione in Beni Architettonici e del Paesaggio. Un primo accordo attuativo tra Ateneo e scuola per la presentazione di un vero e proprio masterplan con indicazioni su assetto distributivo del complesso, definizione degli usi futuri rispetto alle necessità di ateneo e città. Gli studenti e i docenti hanno collaborato con la Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici della Liguria e la Direzione Regionale per i Beni Culturali, e hanno svolto insieme studi e accertamenti sulla fattibilità degli interventi. Un lavoro che, come dicono gli stessi studenti coinvolti, contribuisce a “far conoscere fuori dalla aule universitarie e ben oltre la sola Genova, il valore e le potenzialità di questo straordinario complesso monumentale di scala urbana”.
Elettra Antognetti