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A pochi giorni dalla discussione in Consiglio comunale sul futuro delle società partecipate, facciamo il punto sullo stato di salute di Amiu, un quadro generale delle attività svolte sul territorio e i dati sulla raccolta differenziata
Il giorno della verità si avvicina. Martedì prossimo il Consiglio comunale tornerà nuovamente a discutere sulla delibera impropriamente detta delle “privatizzazioni delle società partecipate”. Da mesi ormai si parla tanto, e quasi esclusivamente, di Amt, la cui situazione è senza dubbio la più critica. Ma il tanto contestato documento riguarda anche il futuro delle altre due principali municipalizzate del Comune di Genova: Amiu e Aster. È per questo che Era Superba ha deciso di approfondire lo stato di salute di queste altre due società nell’occhio del ciclone, da un punto di vista troppo spesso dimenticato, ovvero quello dell’attività quotidianamente realizzata.
Oggi ci occupiamo di Amiu che, come tiene a sottolineare l’assessore all’Ambiente Valeria Garotta, «è un’azienda assolutamente sana. È vero che andiamo un po’ lenti verso il raggiungimento di quel 65% di raccolta differenziata previsto per legge, e che tuttavia potrebbe essere derogato dalla prossima legge di stabilità. Ma a monte è stata fatta una scelta politica di qualità per provare a razionalizzare al massimo le risorse interne. La raccolta differenziata, insomma, è sostanzialmente realizzata tutta con personale Amiu, recuperando operatori dal ciclo dell’indifferenziato, senza appaltare il servizio a terzi e senza procedere a nuove assunzioni per non sforare il patto di stabilità».
Gli ultimi dati ufficiali risalenti al 2012 dicono che a Genova la raccolta differenziata si attesta intorno al 33,2%. In realtà, cifre ufficiose parlano già del superamento dello scoglio del 35% nel corso del 2013. Per averne conferma, tuttavia, si dovrà attendere la certificazione annuale della Regione.
«Per raggiungere gli obiettivi di legge – prosegue Garotta – è necessario che anche i genovesi ci diano una mano perché, se chi ha sotto casa i cassonetti per carta, plastica e vetro continua a gettare tutti i rifiuti nei contenitori verdi, diventa difficile fare sostanziali passi in avanti. Il cittadino deve collaborare attivamente, essere sensibilizzato e coinvolto direttamente. E non bisogna neppure dimenticare la sanzionabilità dei comportamenti scorretti, perché fare la raccolta differenziata non è un optional ma un obbligo».
Amiu, comunque, sta testando diverse strade sulla via del progresso che, in alcuni casi, danno risultati piuttosto soddisfacenti, come accade con la sperimentazione dei cassonetti elettronici intelligenti, mutuati da quanto già provato in diverse città dell’Emilia-Romagna e a Mestre. Nei primi tre mesi di sfruttamento dei contenitori per l’indifferenziata usufruibili solo con la chiave elettronica data in dotazione a ogni famiglia, i quartieri di Quarto Alto e Colle degli Ometti sono diventate le prime due zone del Levante genovese a soddisfare i parametri di legge, passando dal 37 al 70 per cento di raccolta differenziata.
Positivi anche i primi riscontri arrivati dal Biscione, dove la sperimentazione tecnologica ha riguardato i raccoglitori dell’umido e nel giro di un mese ha prodotto un aumento di venti punti percentuali della differenziata (dal 18% al 38%).
«Naturalmente – spiega l’assessore all’Ambiente del Comune di Genova – l’insediamento del nuovo sistema è stato preceduto da una sensibilizzazione capillare del territorio, casa per casa, svolta direttamente da Amiu. Il concetto vincente, infatti, è quello che il cittadino deve sentirsi controllato e motivato a non sgarrare». Per questo motivo, dopo una prima fase di presidio rispetto ai comportamenti scorretti, adesso si passerà anche alle sanzioni.
Intanto, entro la metà 2014 i cassonetti intelligenti potrebbero trovare spazio anche nel Ponente cittadino, coinvolgendo un bacino d’utenza sempre maggiore ma già ampiamente educato alla raccolta differenziata.
«Quello dei cassonetti intelligenti – spiega Garotta – è un sistema che si innesta perfettamente nel modello aziendale di Amiu e consente in poco tempo di raggiungere percentuali del tutto simili al porta a porta. Tra l’altro, se il porta a porta potrebbe comportare qualche disagio per i cittadini, legati ad esempio ai giorni e agli orari di raccolta, con il sistema delle calotte intelligenti sostanzialmente posso conferire i rifiuti quando voglio e ne ho necessità».
L’ossatura del piano cittadino per lo sviluppo della raccolta differenziata è basato sulla raccolta di prossimità. Tutto il territorio comunale è da tempo interessato a una complessiva riorganizzazione dei cassonetti, attraverso la sostituzione delle postazioni dell’indifferenziato con i bidoni per vetro, carta e cartone, plastica e banda stagnata e organico.
«In una prima fase – racconta l’assessore Garotta – si procede soprattutto con il differenziato secco (plastica e banda stagnata, carta e cartone vetro) che ha un discreto valore commerciale per il suo riutilizzo. La raccolta dell’organico, invece, viene inserita solo in un secondo momento, in maniera molto più graduale, perché al momento rappresenta solo un costo per Amiu e per l’amministrazione comunale». Da quando è stato chiuso l’impianto della Val Varenna, sul territorio comunale non esiste più alcune struttura in grado di trattare i rifiuti organici. Per questo motivo, tutto il contenuto dei cassonetti marroni viene attualmente conferito in provincia di Alessandria, a un costo non indifferente di circa 100 euro a tonnellata.
Sono 150 mila i genovesi intercettati anche da questa tipologia di raccolta differenziata e si concentrano principalmente a Ponente, proprio perché all’inizio di questa sperimentazione potevano usufruire del impianto di compostaggio della Val Varenna, che comunque trattava solo 9 mila tonnellate all’anno.
Da parecchio tempo si parla della possibilità di dotare il nostro territorio di due nuove strutture, una per l’umido domestico, l’altra per l’organico residuale proveniente dalla raccolta dell’indifferenziato. Ma i progetti sono sostanzialmente fermi in attesa che la Regione licenzi in nuovo Piano dei rifiuti per tutta la Liguria.
Il sistema genovese per quanto riguardo la raccolta differenziata del settore commerciale si basa sostanzialmente sul “porta a porta”. Imballaggi e umido vengono ritirati in prossimità dei punti vendita di ortofrutta, mercati, alberghi e ristoranti, e nel centro storico. Un servizio a domicilio innanzitutto necessario per la produzione ingente di rifiuti rispetto ai privati e per l’impossibilità di collocare cinque o sei cassonetti nei pressi di ogni attività commerciale, ma nondimeno importante per la maggiore qualità e valore economico del materiale riciclabile rispetto ai rifiuti domestici.
Dal punto di vista dei rifiuti commerciali, molta attenzione viene posta nei confronti della raccolta del cartone. Da lunedì prossimo, ad esempio, sulla scorta di quanto già sperimentato a partire dallo scorso giugno per 226 esercizi commerciali di Sestri Ponente, 119 negozi di via Rolando (Sampierdarena) e strade limitrofe saranno coinvolti nella raccolta giornaliera “porta a porta” del cartone. «Per diminuire il volume dei rifiuti e ottimizzare la raccolta – spiegano da Amiu – il cartone dovrà essere consegnato schiacciato e senza residui di imballaggi di plastica, cellophane o polistirolo». Il materiale raccolto sarà poi conferito interamente all’apposito impianto di riciclaggio di via Sardorella, che consente anche di separare la carta tradizionale dal cartone, e da qui inizierà una nuova vita con il ritorno alle cartiere.
Questo servizio si affianca a quanto già previsto da un’ordinanza sindacale per gli esercizi commerciali del centro cittadino, che dalle 19 alle 20 possono quotidianamente lasciare i cartoni affianco ai bidoni della raccolta indifferenziata.
Uno dei servizi che storicamente attira maggiormente l’attenzione dei cittadini è quello che riguarda lo smaltimento dei rifiuti ingombranti, ovvero elettrodomestici, mobili e altri oggetti voluminosi. In questo caso sono tre le alternative per i genovesi: il conferimento diretto alle isole ecologiche, con la possibilità di usufruire di uno sconto sulla bolletta della Tares; lo sfruttamento di Ecocar e Ecovan; o la prenotazione del servizio a domicilio, con un prezzo medio di 8,20 euro a pezzo, ad eccezione dei Municpi Valpolcevera e Centro Ovest in cui il ritiro avviene gratuitamente nel portone di casa.
Per chi sgarra e si affida alle spiacevoli pratiche di utilizzare la classiche discariche abusive o conferire tutto a fianco ai cassonetti dell’indifferenziata, sono previste multe dai 50 ai 600 euro a pezzo.
Tra le pratiche virtuose messe in campo ultimamente da Amiu, curiosa è quella che riguarda la pulizia di alcune spiagge del litorale genovese. Nelle ultime settimane, infatti, a causa delle impetuose mareggiate che hanno portato a riva rifiuti provenienti un po’ da tutta la Liguria e non solo, è stata realizzata la bonifica di Boccadasse, Vernazzola e Sturla.
Menzione finale per un progetto che sta molto a cuore ad Amiu e che punta alla rivalorizzazione di mobili e oggetti usati. Si tratta della Fabbrica del riciclo che si occupa di recuperare i rifiuti ingombranti smaltiti dai genovesi ma che possono avere una nuova vita. Il ricavato delle ri-vendite viene interamente devoluto all’Unicef per aiutare a combattere la piaga dell’Aids.
Sulla stessa scorta si colloca anche il progetto Rigenerae, una mostra mercato pre-natalizia di oggetti provenienti dalla spazzatura e trasformati in arredi e oggetti di design, allestita in vico Angeli da martedì a sabato, fino al 24 dicembre. Melina Riccio sembra aver fatto scuola.
Simone D’Ambrosio