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Incontro con Armando Siri, candidato sindaco del Partito Italia Nuova

Il primo punto del programma di Siri è un bollino annuale per le auto che darà il diritto di sosta ovunque


19 Dicembre 2011Interviste

Armando SiriAbbiamo incontrato Armando Siri, giornalista quarantenne, genovese ma residente a Milano, candidato sindaco alle prossime elezioni comunali per il Partito Italia Nuova, una formazione politica nata recentemente che si propone come portatrice di istanze innovative e soprattutto di un nuovo modo di concepire la politica. Infatti uno dei principali obiettivi di Italia Nuova è la trasformazione della pubblica amministrazione in un’organizzazione leggera ed efficiente in grado di occuparsi di poche funzioni essenziali, utili al bene comune. “Uno stato non rappresentativo ma funzionale, con precisi ruoli, compiti e responsabilità e la possibilità per i cittadini di esercitare davvero la propria sovranità e di licenziare il governo che non funziona in qualsiasi momento – si legge nel programma nazionale – Nell’Italia nuova non c’è posto per centinaia di assemblee che si riuniscono con decine di migliaia persone per decidere”.

Quindi meno apparati e una burocrazia più agevole. Ma questo ambizioso progetto è applicabile anche alla “macchina comunale”?
Assolutamente sì. Oggi percepiamo – nei singoli cittadini e negli operatori economici – un sentire comune per cui l’ente pubblico rappresenta un fattore di profondo disagio. Questo perché viviamo in uno stato punitivo. Le persone arrancano per mettersi in regola con delle istituzioni sempre più complicate e la loro stessa esistenza risulta ipotecata da un eccessivo sistema di regole.
Il Comune deve assumere invece un atteggiamento collaborativo con i cittadini perché il suo scopo primario deve essere il bene comune.

Ma quali interventi sono possibili concretamente?
Nell’ambito dei poteri affidati al sindaco – nel caso in cui fossi eletto – mi impegnerò per rendere più leggera la “macchina comunale”. Sicuramente un’organizzazione più funzionale si può ottenere soltanto razionalizzando le spese ed eliminando gli sprechi.

Il primo punto del suo programma riguarda il problema parcheggi. Lei propone l’introduzione di un bollino annuale che darà il diritto di sosta ovunque – a condizione di non creare intralcio o pericolo – senza incorrere in sanzioni. Con il ricavato saranno finanziate nuove aree di parcheggio e il rifacimento del manto stradale. Ma con un soluzione simile non si corre il rischio di disincentivare il trasporto pubblico?
Oggi ci troviamo a fare i conti con un determinato numero di automobili che circolano nelle nostre città. Lo stato con gli incentivi ci ha spinto ad acquistare l’auto ma una volta comprata ci costringe a tenerla ferma onde evitare multe. Questa vuol dire prendere in giro i cittadini. Il compito del Comune è incentivare l’uso dei mezzi pubblici cercando di migliorare il servizio. Ma deve cessare il metodo punitivo che l’amministrazione comunale esercita sugli automobilisti al fine di recuperare denaro per esigenze di bilancio.

Per migliorare l’efficienza del servizio di trasporto pubblico, secondo lei, la metropolitana di superficie potrebbe rappresentare una soluzione?
Potrebbe esserlo ma richiede fondi importanti che al momento non sono disponibili. Da subito si può invece intervenire potenziando le linee. Oggi il 17% dei cittadini che viaggiano in autobus non paga il biglietto. Non è più tollerabile. Noi proponiamo di installare su ogni mezzo dei rilevatori della banda magnetica di ciascun biglietto o abbonamento per sanzionare chi non sarà in regola.
Il regolare pagamento del titolo di viaggio consentirebbe ad Amt di avere maggiori risorse per aumentare la frequenza delle linee.

Un altro punto del suo programma riguarda un progetto di riqualificazione degli edifici pubblici e privati al fine di migliorare l’immagine della città. Il Comune si impegnerà a stanziare 90 milioni in 5 anni – ha scritto nel suo programma – ma dove si trovano queste risorse?
Si tratta di 18 milioni all’anno. Che possono essere recuperati grazie all’extragettito del bollino annuale delle auto, dal risparmio ottenuto con una gestione più attenta della “macchina comunale”, da una parte dell’addizionale Irpef che verrà impiegata in questo senso. Noi – come tutte le amministrazioni – abbiamo l’obbligo di razionalizzare le risorse e di rimetterle in circolazione affinché creino nuovo valore.

Parlate anche di minore burocrazia nei confronti dei cittadini, in particolare commercianti ed operatori degli esercizi pubblici, ma in termini concreti quali novità ci attendono?
Un ristorante oppure un bar che voglia semplicemente migliorare il suo servizio – magari posizionando alcuni tavolini all’ esterno del locale – non deve avere timore che qualche funzionario comunale possa ostacolare la sua iniziativa. Al contrario il Comune deve essere a totale disposizione del cittadino. Aiutandolo a realizzare il suo progetto nel rispetto delle norme, fornendogli la consulenza necessaria.

Genova è sempre più una città della cultura ma secondo lei con la cultura si mangia? In altre parole conviene investire in questo senso?
Ci si alimenta l’anima e il cuore con la cultura, questo sì. Una comunità se vuole crescere in termini di consapevolezza non ne può fare a meno. Sicuramente il Comune nel limite delle sue risorse – e magari proponendo iniziative in collaborazione con i privati – deve promuovere il patrimonio culturale delle città. Penso ad esempio al nostro fantastico teatro dell’opera oppure a Via Garibaldi, così ammirata da chi per la prima volta transita da Genova.

IL Comune come può agire per agevolare chi vuole investire a Genova e creare nuove opportunità di lavoro?
Semplicemente cercando di non ostacolare queste realtà.

Per quanto riguarda alcune tematiche che suscitano forti contrapposizioni – ad esempio la costruzione della moschea al Lagaccio e la realizzazione della gronda – lei si è detto favorevole all’indizione di referendum propositivi. Cosa ne pensa invece del progetto inceneritore a Scarpino?
I gassificatori sono un argomento che va affrontato con razionalità. Allo stato attuale rappresentano uno strumento valido per risolvere il problema rifiuti.
Ma anche in questo caso ritengo che – laddove ci siano dei temi così sentiti e laceranti per la città – il sindaco debba chiedere ai cittadini.

Matteo Quadrone

 

Era Superba – SPECIALE ELEZIONI COMUNALI 2012

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