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Assefa, un pezzo di India nel cuore di Genova: incontro con Itala Ricaldone

Itala Ricaldone è il presidente di Assefa Genova Onlus, uno dei gruppi italiani che fanno capo all'associazione di volontariato indiana nel segno dei principi del Mahatma Gandhi


1 Maggio 2012Interviste

India, SivakasiLa vicenda, tuttora in corso, dei due marò imprigionati nel Kerala. Il rapimento e il successivo rilascio dei due turisti nello stato dell’Orissa.  L’India ultimamente sembra al centro dell’attualità italiana, continuamente presente in vicende che riguardano nostri connazionali. L’interesse generale nei confronti dell’immenso paese asiatico è forte da decenni ormai, specialmente in virtù degli alti tassi di crescita, spesso vicini al 10%, che collocano l’India nei cosiddetti paesi BRICS (acronimo di Brasile-Russia-India-Cina-SudAfrica), i nuovi paesi, ormai non più emergenti, ma centri alternativi del potere politico ed economico mondiale.

La “più grande democrazia del mondo” tuttavia, nonostante dati del Pil che in Europa appartengono ad un passato lontano e atti politici da neopotenza globale, presenta ancora disuguaglianze sociali fortissime, sebbene molti sembrano essersene improvvisamente dimenticati. Assefa Genova Onlus (Association of Sarva SEva FArms – Associazione delle Fattorie al Servizio di Tutti) , associazione di volontariato iscritta al registro regionale nel 2008 ma attiva ufficialmente già dal 1993, opera da un ventennio per alleviare questi forti divari nel Tamil Nadu,  grande stato meridionale affacciato sull’Oceano Indiano. Ne abbiamo parlato con Itala Ricaldone, presidente di Assefa Genova Onlus.

Assefa in Liguria inizia la sua attività a metà degli anni ’80. L’India e la Liguria sono da anni ormai legate da una cooperazione che ha come obiettivo ultimo l’autosviluppo economico e sociale di piccole comunità rurali del Tamil Nadu. Quali idee sono alla base delle attività di Assefa e come si mettono in pratica nei progetti realizzati?
«Assefa nasce in India alla fine degli anni ’70, in seguito all’incontro tra un professore sanremese in pensione, Giovanni Ermiglia, e un seguace di Gandhi, Loganathan, che attuarono una forma di prestito agevolato, quello che oggi chiameremo microcredito, a 25 contadini nullatenenti del Tamil Nadu. Alla base dell’azione di Assefa ci sono i principi gandhiani di condivisione, aiuto reciproco, approccio basato sulla partecipazione della gente e auto-sviluppo per assicurare il benessere di tutti partendo dai più poveri. Assefa ha intrapreso un modello di autosviluppo che integra lo sviluppo economico a quello spirituale e sociale: fine ultimo è l’autonomia delle comunità d’intervento attraverso una responsabilizzazione di tutte le componenti sociali. Dopo più di 40 anni, Assefa India è una delle ONG più importanti del Paese, con attività in più di 8 stati indiani, 900.000 famiglie e più di 4.000.000 di persone coinvolte.»

«I progetti di Assefa sono particolarmente attenti alla promozione della condizione femminile per ridurre l’emarginazione delle donne in ambito rurale: nascere donna nelle campagne significa infatti essere già condannata a rimanere analfabeta e per di più ad essere considerata un peso per la famiglia, a causa della ricca dote da consegnare allo sposo al momento del matrimonio. Attraverso la creazione di Gruppi femminili autogestiti (Self Help Groups – SHGs) le donne lavorano su progetti specifici (specialmente di tipo caseario e artigianale) e ciò permette loro di rompere l’isolamento in cui vivono, di mettersi alla prova diventando piccole imprenditrici autonome economicamente e di affermare la propria dignità di fronte a tutta la comunità.»

«L’altro asse d’intervento prioritario è l’educazione scolastica e la realizzazione di programmi che permettano ai beneficiari di avere una formazione globale e soprattutto permetta loro di diventare cittadini responsabili. Nei villaggi dove Assefa opera la scolarizzazione obbligatoria di bambine e bambine – senza distinzione di casta e religione – dall’asilo fino alle scuole post-diploma, permette alle nuove generazioni di affrancarsi dalla miseria e dallo sfruttamento, inserendosi a pieno titolo nel mondo del lavoro.»

Assefa Italia è composta da 9 gruppi territoriali sparsi in tutta la Penisola, svolge una funzione di coordinamento e collaborazione con i dirigenti indiani. La sezione genovese è attiva dal 1993. Quali attività promuove Assefa Genova Onlus a sostegno delle iniziative realizzate in India?
«Ogni anno Assefa Genova Onlus si fa carico, su indicazione di Assefa India, di contribuire al finanziamento di un nuovo progetto da realizzare nel Tamil Nadu; la nostra filosofia è aiutare amici, non fare beneficienza, e ogni progetto realizzato è calibrato sulle esigenze del posto. L’attuale progetto che sosteniamo, per il 2012-2013, consiste nella realizzazione di un impianto di lavorazione e trasformazione della frutta fresca in succhi conservati, destinato ad aiutare i contadini e le donne della zona di Vembarali, che saranno occupate nella fabbrica. L’anno scorso invece abbiamo contribuito alla costruzione di una nuova scuola elementare per la scolarizzazione di almeno 250 bambini a rischio di lavoro minorile, altamente pericoloso, nelle fabbriche di fiammiferi e fuochi artificiali, prodotti a mano del distretto di Sivakasi; anche la Provincia di Genova ha provveduto a finanziare parte del progetto. Assefa Genova inoltre propone il sostegno a distanza di bambini svantaggiati individuati all’interno delle comunità d’intervento, per permettere a tutti i potenziali studenti di poter frequentare la scuola. Sono oltre 2.000 i sostegni realizzati ad oggi.»

L’associazione ha all’attivo diverse iniziative realizzate o tuttora in corso anche a Genova. Quali sono state le più significative?
«Abbiamo organizzato diversi convegni, in collaborazione con l’Università di Genova, di cui uno dei più importanti lo scorso autunno in occasione dei 150° dell’Unità d’Italia sulle figure di Gandhi e Mazzini. Questa primavera invece abbiamo organizzato un concerto di musica gospel, del Millelire Gospel Choir, allo scopo di finanziare il progetto di Vambarali. Con lo stesso obiettivo a fine aprile abbiamo invitato la cittadinanza a prendere parte ad un pranzo in cui abbiamo condiviso con tutti il nostro ultimo viaggio in India. Assefa Genova ospita inoltre tirocinanti universitari, per lo più di Scienze della Formazione e Scienze per la pace di Pisa; l’ultima stagista Rebecca, che ha partecipato anche alla nostra missione in India, era una ragazza irlandese. Attualmente infine è attivo un corso di lingua tamil tenuto da una ragazza dello Sri Lanka così da facilitare le comunicazione tra soci, specie se genitori adottivi, e i nostri beneficiari indiani.»

Quali sono le maggiori difficoltà che incontrate a livello cittadino nella promozione della vostra associazione?
«Attualmente abbiamo una certa difficoltà ad entrare nelle scuole genovesi dove vorremmo raccontare la nostra esperienza e soprattutto mostrare ai bambini e ai ragazzi della città cosa significa essere persone consapevoli e attente, come i loro coetanei indiani educati all’interno delle scuole Assefa. Il nostro corpo volontari manca di insegnanti ed educatori che si possano prendere carico, con competenza e maggior cura, di percorsi didattici legati all’educazione alla non-violenza: lancio quindi un appello a persone che operano nel settore a venire a trovarci! Un’altra difficoltà è legata infine all’atteggiamento dei cittadini indiani in Italia che spesso, per vergogna o disinteresse, non mostrano alcuna volontà a cooperare o scambiare idee con l’organizzazione. L’India certo è cresciuta molto negli ultimi anni, ma il lavoro che resta da fare è ancora tanto e questo non lo diciamo noi ma Assefa India che, di anno in anno, elabora e ci propone un nuovo progetto da finanziare.»

Prossime iniziative?
Abbiamo intenzione di organizzare la presentazione di un libro di grande attualità, “Economia della condivisione. Come uscire dalla crisi mondiale” di Jospeh Kumarappa. Un libro che parla di attivismo civile, di iniziativa personale, di energie locali: un libro insomma con alcune proposte per affrontare gli enormi problemi degli ultimi anni.

 

Antonino Ferrara

Contatti: ASSEFA GENOVA ONLUS Galleria Mazzini 7/5 A TEL. 010 591 767 – 334 304 0290 info@assefagenova.org, www.assefagenova.org

 

 


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