Secondo i cittadini manca un progetto complessivo per il futuro della città vecchia; ecco le proposte di chi vive e lavora sul territorio
Un soggetto unico pronto ad instaurare un dialogo costruttivo con le istituzioni per il rilancio del centro storico. È il senso dell’iniziativa messa in atto da associazioni e comitati – tra le quali Associazione Centro Storico Est (Assest), Associazione L.Robotti S.Torpete, Massoero 2000, Osservatorio Prè-Gramsci, Assoutenti – riunitesi in una federazione aperta all’adesione di altre realtà del territorio. «Pensiamo che il centro storico, indipendentemente dalle singole specificità di ogni zona, sia accomunato da un problema generale – spiega Giancarlo Bertini di Assest – quello di non avere un piano complessivo per rilanciarlo». Insomma, è assente qualunque progetto, soprattutto a lungo termine. «Al contrario, si agisce solo con interventi estemporanei per risolvere le emergenze del momento – continua Bertini – così è nata l’idea di una federazione che raggruppi le varie realtà associative. Il gruppo è aperto a nuove adesioni, infatti, invitiamo i comitati della Maddalena e di altri quartieri ad unirsi a noi».
La federazione, secondo i promotori, permetterà loro di confrontarsi con l’amministrazione presentandosi quale unico interlocutore, in modo tale da “pesare” di più nel dibattito pubblico sul futuro del centro storico. «Siamo convinti che alcune scelte siano dettate da interessi di lobby– sottolinea Bertini – le piccole associazioni contro queste importanti influenze possono fare ben poco. Così, forse, avremo maggiore voce in capitolo». Proponendo delle soluzioni per immaginare un centro storico vivibile, pulito e sicuro, che torni a dare lustro alla città. L’aspetto fondamentale è coniugare il diritto a sicurezza e vivibilità dei residenti con l’attenzione ai soggetti più deboli (dai senza dimora agli stranieri irregolari, ecc.), agendo sempre in una cornice di legalità e diritti per tutti.
Nel documento stilato dalla neonata associazione sono numerosi gli spunti. «A proposito di bellezza occorre intervenire sul degrado. Riparare la pavimentazione ripristinando il selciato originale senza l’asfalto è possibile. Molte di tali brutture sono la conseguenza di lavori sulle infrastrutture. Il Comune si decida a risalire alle responsabilità, obbligando le imprese al ripristino». Per migliorare l’igiene, invece, serve una migliore organizzazione della gestione dei rifiuti che preveda il coinvolgimento attivo della comunità. «La raccolta differenziata porta a porta appare l’unico sistema efficace in grado di raggiungere in poco tempo su larga scala percentuali oltre il 70%».
Le piazze devono essere liberate dalle automobili e utilizzate per attività culturali, ricreative, concerti e come punto di partenza delle visite guidate. In questo senso il patrimonio culturale storico-artistico rappresenta il volano principale. «È necessario favorire il turismo di qualità con la realizzazione di percorsi coadiuvati da supporto logistico, dall’estensione del wi-fi, da un rapporto diverso con i crocieristi che sbarcano a Genova. Occorre coinvolgere le numerose realtà del quartiere, pensiamo agli eventi di musica classica di Don Farinella, ai Mercoledì del Castello sulla storia di Genova, alla scuola di danza orientale, alla scuola di Cinema e recitazione, alla musica d’autore, alle manifestazioni organizzate alla Commenda di Prè dall’associazione amici dell’Oratorio, al progetto del museo della Stampa, ecc. Le piazze vanno frequentate e non solo transitate, così gli spazi deserti di piazza Caricamento possono divenire un ponte tra Expo e carruggi».
Non poteva mancare un richiamo al diritto al riposo notturno, una delle maggiori criticità per i residenti. «A notte inoltrata le misurazioni del rumore nelle case (con finestre chiuse) effettuate negli ultimi due anni dall’apposito nucleo dei vigili urbani nelle zone interessate dalla movida ed elaborate di concerto con l’Università, raccontano una storia di superamento, e di molto, della soglia di interruzione del sonno (60dBA), dalle ore 23 alle 5 di mattina: una violazione della legge e del diritto primario all’integrità psicofisica. Saniamo l’emergenza: rinnoviamo la richiesta di chiusura al sabato alle ore 1,30, gli altri giorni alle ore 0,30, contestualmente alla presenza di vigili in funzione preventiva».
Infine, a proposito di dialogo e condivisione «Bisogna estendere a tutto il centro storico i punti presenti nel Patto per Prè, del quale ribadiamo l’alto valore civile ed auspichiamo una piena e completa attuazione da parte della Giunta comunale. I contenuti richiamano al rispetto delle regole del vivere insieme come condizione della convivenza libera dall’assillo della paura. Rispetto della legalità e attenzione ai più deboli devono marciare di pari passo, senza sovrapporsi ai diritti dei cittadini residenti».
La federazione invita l’amministrazione ad «Indire nuovi bandi per l’assegnazione dei locali comunali, senza preclusione per attività di somministrazione e ristorazione, purché sia salvaguardata la qualità degli esercizi commerciali di nuova apertura nell’area di Prè, ricercando il rispetto degli aspetti storico, architettonici e paesaggistici. Inoltre, si proceda con l’assegnazione degli alloggi comunali attualmente sfitti».
Matteo Quadrone