Via Piombelli, un luogo che un tempo era il polmone verde della delegazione, oggi è soffocato dalla cementificazione e dalle servitù pubbliche
L’ultimo incontro fra cittadini ed istituzioni si è svolto venerdì scorso. Il comitato di via Piombelli si è confrontato con l’assessore Farello e gli esponenti locali del Partito Democratico. Al centro del dibattito l’area ex Fillea, uno spazio destinato a parcheggi a pagamento ed aree blu per la sosta. Nel corso degli anni, a più riprese, i cittadini di Certosa hanno protestato per il taglio di posti auto riservati ai residenti e per l’aumento del costo delle aree blu.
Ma via Piombelli non è solo automobili, è una strada stretta che si arrampica sulle alture di Certosa, dalla quale partono diversi percorsi escursionistici per il Parco delle Mura e il Garbo, un luogo che un tempo era un polmone verde della delegazione ed oggi – a causa della cementificazione – è diventato un castello di case che poco a poco si sono mangiate il bosco. L’ultima colata di cemento è stata arrestata recentemente grazie alle pressioni degli abitanti di via Piombelli che hanno convinto l’amministrazione Comunale a rivedere il progetto che prevedeva la realizzazione di due nuovi palazzi.
Senza dimenticare le servitù pubbliche della zona, due viadotti dell’ autostrada A7 a breve distanza l’uno dall’altro, uno dei quali radente le case, una galleria sotterranea delle ferrovie che crea notevoli disagi agli abitanti a causa dei rumori e delle intense vibrazioni a tutte le ore del giorno e della notte, la presenza di una pericolosa discarica abusiva di rifiuti tossici – veleni interrati in un’area di 5500 metri quadrati – per decenni fonte di inquinamento “indisturbato”, non ancora bonificata nonostante una sentenza del Consiglio di Stato nel 2010 abbia condannato il Comune di Genova ad occuparsi della bonifica.
Mentre l’immenso parcheggio nella parte bassa della via – come da anni segnalano gli abitanti – si è trasformato in una vera e propria “terra di nessuno”. «Un serbatoio esclusivamente dedicato a contenere autovetture è degradante – sottolinea Patrizia Palermo del Comitato di via Piombelli – per di più collocato in un contesto già difficile e delicato dove la necessità di interventi e progetti anche a lungo termine sono fondamentali».
L’obiettivo dell’incontro è stato quello di segnalare le criticità più acute che da tempo emergono nell’area ex Filea. «La criticità principale è relativa alla sicurezza soprattutto delle persone che a vario titolo transitano nell’area – spiega il Comitato – Una ridefinizione della viabilità e della segnaletica è dunque una priorità».
Le altre questioni affrontate nell’incontro sono state l’aspetto tariffario e la rideterminazione degli orari delle strisce gialle per il transito degli autobus nell’adiacente via Canepari. È emersa con evidenza l’esigenza di garantire posti auto a rotazione (a disco e a tariffa oraria) soprattutto per coloro che non hanno diritto a posteggiare perché esclusi dallo zsl o perché provenienti da altre zone per fare acquisti a Certosa. Inoltre è stata richiesta anche una rastrelliera per chi desidera posteggiare la bicicletta.
«Da sempre ho sostenuto l’insufficienza e l’inadeguatezza degli interventi su un’area degradata, brutta, sporca e insicura – afferma Patrizia Palermo – e ciò a prescindere dalla sola questione delle tariffe orarie e dal numero di posteggi a pagamento o in affitto che, seppur rilevante, nulla ha a che fare con la necessità di una riqualificazione seria e vera dell’intera Area».
È necessario un progetto di restyling della zona che non sia indirizzato a tutelare esclusivamente i diritti dei proprietari delle automobili, ma al contrario possa migliorare la qualità della vita dei residenti, soprattutto bambini e anziani, in una zona dove non ci sono marciapiedi, strisce pedonali, pulizia, spazi per transitare in sicurezza e vivere dignitosamente.
«Sono anni che diciamo che l’area ex Filea deve essere ripensata e costruita anche sulle persone e non solo sulle auto da posteggiare sotto casa», sottolinea il Comitato. Quindi alberi, giardini, un parco giochi per i più piccoli e panchine per gli anziani, queste sono le esigenze primarie degli abitanti del quartiere.
«La necessità di bilanciare le esigenze di tutti, innanzitutto dei pedoni e delle persone che vivono nelle zone limitrofe, oltre che dei proprietari di autovetture e del commercio della zona, è un aspetto che non può e non deve essere trascurato da parte di chi amministra e amministrerà questa città e questa parte di territorio – conclude il Comitato – Governare pensando che le decisioni e i progetti coinvolgono innanzitutto la vita delle persone non può permettere la creazione e il mantenimento per decenni di spazi urbani come la Filea».
Matteo Quadrone
Commento su “Certosa, area ex Fillea: la riqualificazione deve partire dai diritti delle persone”